Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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la paura della morte permeandola di ragionevolezza,<br />
era pur sempre possibile guidare e organizzare la paura<br />
mortale, darle una forma e un volto e fare della disperata confusione di quegli invasati una salda unità,<br />
delle<br />
singole voci incomposte un coro perfetto. Knecht si<br />
mise subito all'opera e vide che il rimedio era efficace.<br />
Si pose in testa alla folla, recitò la ben nota preghiera<br />
con la quale di solito si iniziavano i pubblici riti di<br />
lutto e penitenza, il lamento funebre per un'avola o<br />
la festa dei sacrifici nei pericoli pubblici quali epidemie e inondazioni. Recitava le parole a voce alta,<br />
seguendo un ritmo che marcava battendo le mani e in<br />
quel ritmo segnato dalle parole e dalle mani si curvava fin quasi a toccare terra, si alzava, si ricurvava,<br />
si rialzava, ed ecco che dieci o venti altri ripetevano<br />
i suoi movimenti, mentre la vecchia madre del villaggio, in piedi, mormorava seguendo il ritmo e<br />
indicava con brevi inchini i movimenti rituali. Chi arrivava<br />
da altre capanne si inseriva senz'altro nel ritmo e nello<br />
spirito della cerimonia, mentre i pochi ossessi o crollavano presto sfiniti, e giacevano immobili per terra,<br />
oppure erano costretti e trascinati dal mormorio corale<br />
e dal ritmo degli inchini. L'espediente era riuscito.<br />
Al posto di una disperata orda di matti c'era un popolo di devoti pronti al sacrificio e alla penitenza<br />
ognuno dei quali trovava conforto e benessere non già<br />
chiudendo nel proprio cuore la paura mortale e l'orrore o dando sfogo ai propri urli, bensì inserendosi in<br />
un coro ordinato, in una cerimonia propiziatoria.<br />
Molti sono i poteri misteriosi che agiscono in tali esercizi, il loro massimo conforto sta negli atti uniformi<br />
che raddoppiano il senso di appartenenza a una comunità, e il farmaco infallibile che contengono si<br />
chiama misura e ordine, ritmo e musica.<br />
Mentre l'intiero cielo notturno era ancora coperto<br />
dall'esercito delle meteore cadenti come da una cascata luminosa che per due buone ore continuò a<br />
profondere goccioloni di fuoco rossastro, il raccapriccio<br />
del villaggio si tramutò in devozione e desiderio di<br />
penitenza, e ai cieli usciti dall'ordine l'angoscia e la<br />
debolezza degli uomini si opposero come ordine e armonia religiosa. E prima che la pioggia di stelle<br />
cominciasse a stancarsi e a diradarsi, il miracolo era<br />
compiuto e irradiava salute, e quando il cielo andò<br />
lentamente placandosi e guarendo, tutti i penitenti<br />
abbattuti dalla stanchezza sentirono il conforto di aver<br />
ammansito le forze superiori grazie ai loro esercizi e<br />
di aver rimesso ordine nel firmamento.<br />
Quella notte terribile non fu dimenticata, se ne<br />
parlò ancora durante l'autunno e l'inverno, ma non<br />
sottovoce e in tono di scongiuro, bensì a voce normale<br />
e con la soddisfazione di chi si volge a guardare una<br />
sventura bravamente superata, un pericolo felicemente<br />
combattuto. Si ricordavano con piacere i particolari,<br />
ognuno era stato sorpreso a modo suo dal fenomeno<br />
inaudito, ognuno pretendeva di averlo scoperto per<br />
primo, si osava persino farsi beffe dei più timidi e<br />
sbalorditi e per parecchio tempo ancora durò nel villaggio una certa agitazione. Si era fatta un'esperienza<br />
e qualcosa di grande era successo.<br />
Ma Knecht non partecipò a tale fermento né alla<br />
lenta bonaccia che seguì finché il grande avvenimento<br />
cadde nell'oblio. Per lui quella paurosa esperienza fu<br />
e rimase un monito indimenticabile, una spina che<br />
non gli dava pace e se era passata e placata mediante<br />
processioni, preghiere e penitenze, per lui invece non<br />
era affatto superata e liquidata. Anzi, quanto più si<br />
allontanava nel tempo, tanto più andava acquistando<br />
importanza, perché egli vi intuiva un significato e finl<br />
col passare il suo tempo a pensarci su, a ruminare e a<br />
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