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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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Contro il consiglio di Knecht insistette perché si<br />

facesse qualcosa. Si sentiva incapace di sopportare il<br />

colpo passivamente e si lasciò prendere da un'impazienza e da un'eccitazione nervosa che al suo amico<br />

dispiacquero moltissimo. Fu deciso pertanto di mandare a vedere in alcune case di coetanei che Tito<br />

talvolta frequentava. Knecht fu contento quando la signora si allontanò per dare queste disposizioni ed egli<br />

poté restar solo con l'amico.<br />

«Plinio» incominciò «fai una faccia come se te lo<br />

avessero portato a casa morto. Non è più un bambinello e non sarà andato sotto un carro né avrà mangiato<br />

bacche di belladonna. Perciò, caro, fatti animo.<br />

Siccome il figlioletto non è qui, permettimi di fare da<br />

maestro a te invece che a lui. Ti ho osservato e vedo<br />

che non sei in forma. Nel momento in cui un atleta<br />

riceve un colpo o una pressione inaspettata, i suoi muscoli fanno quasi per azione riflessa i movimenti<br />

necessari, si tendono o si restringono e lo aiutano a<br />

dominare la situazione. Così tu, mio scolaro Plinio<br />

quando ricevesti la botta, o quella che esagerando ti<br />

parve una botta, avresti dovuto applicare il rimedio<br />

principe negli attacchi psichici e badare alla respirazione lenta e regolata. Invece ti sei messo a respirare<br />

come un attore che debba rappresentare la commozione. Non sei attrezzato abbastanza, voi uomini di<br />

mondo siete stranamente accessibili alla sofferenza e<br />

alla preoccupazione. Avete un che di commovente e<br />

talvolta, quando cioè si tratta di vero dolore, e quando<br />

il martirio è giustificato, persino un che di grandioso.<br />

Ma per la vita di ogni giorno codesta rinuncia alla difesa non è un'arma. Provvederò quindi a che tuo<br />

figlio<br />

si trovi un giorno meglio armato in caso di bisogno.<br />

E ora, Plinio, dammi retta e fai un paio di esercizi<br />

insieme con me, affinché veda se hai veramente dimenticato tutto.»<br />

Con gli esercizi di respirazione, per i quali dava<br />

comandi perfettamente ritmici, distrasse in buon punto<br />

l'amico dall'infierire contro sé stesso e poi lo trovò<br />

disposto ad ascoltare i suoi ragionamenti e a demolire<br />

tutta l'angosciosa impalcatura delle preoccupazioni. Salirono al piano di sopra dov'era la camera di Tito e<br />

E Knecht osservò divertito il disordine delle cose del<br />

ragazzo, prese un libro da un tavolino accanto al letto,<br />

vide che ne sporgeva una striscia di carta ed ecco,<br />

era un biglietto con un messaggio del fuggitivo. Porse<br />

il foglietto a Designori con una risata e anche questi<br />

si rischiarò. Tito comunicava ai genitori di essere partito la mattina all'alba per recarsi da solo in<br />

montagna<br />

a Belpunt dove avrebbe aspettato il nuovo maestro.<br />

Gli si concedesse questo piccolo divertimento prima<br />

che la sua libertà fosse così molestamente limitata, poiché sentiva un'insuperabile ripugnanza a fare quel<br />

bel<br />

viaggetto in compagnia del maestro, sotto sorveglianza<br />

e ormai in prigionia.<br />

«Comprensibilissimo» commentò Knecht. «Lo seguirò dunque domani mattina e lo troverò già alla<br />

villa. Adesso però vai prima di tutto da tua moglie e<br />

portale la notizia.»<br />

Nel resto della giornata l'atmosfera della casa fu<br />

calma e serena. In serata, per le insistenze di Plinio,<br />

Knecht gli raccontò in breve gli avvenimenti degli<br />

ultimi giorni, soprattutto i due colloqui col Maestro<br />

Alexander. Quella sera gli scrisse anche su un foglio<br />

una curiosa strofetta che oggi è in possesso di Tito<br />

Designori. La cosa andò così:<br />

Prima di cena il padrone di casa l'aveva lasciato<br />

solo per un'oretta Knecht vide uno scaffale di libri<br />

vecchi che attirò la sua curiosità. Nei lunghi anni di<br />

astinenza aveva quasi dimenticato la gioia, che ora gli<br />

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