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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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tanta lentezza fu senza dubbio piuttosto morale che<br />

formale e tecnica: non che non si trovassero i mezzi<br />

per questo passaggio, ma a tutta la severa morale della<br />

nuova spiritualità si collegava una puritana avversione<br />

a opere secondarie e subsecive, a mescolare discipline<br />

e categorie, e una profonda e giustificata ripugnanza<br />

a ricadere nel peccato dei trastulli e degli articoli di<br />

terza pagina.<br />

Se il <strong>Giuoco</strong> delle perle giunse quasi con un solo<br />

passo alla consapevolezza delle sue possibilità e quindi<br />

alla soglia della universale capacità di evoluzione, lo<br />

si dovette all'azione di un singolo, e anche questa volta<br />

il <strong>Giuoco</strong> progredì grazie al suo legame con la musica.<br />

Un musicologo svizzero, nonché fanatico amatore di<br />

matematica, conferì al <strong>Giuoco</strong> un aspetto nuovo e con<br />

ciò la possibilità di svilupparsi al massimo. Non è più<br />

possibile trovare il nome borghese di questo grand'uomo perché il suo tempo non conosceva più il culto<br />

della persona nei settori intellettuali, ma nella storia<br />

egli è noto come Lusor (o anche Joculator) Basiliensis.<br />

La sua invenzione, come ogni invenzione, era bensì dovuta a lui personalmente e alle sue doti, ma non<br />

era<br />

soltanto frutto di un bisogno e di una aspirazione individuale, era nata sotto la spinta di un motore più<br />

potente. Ferveva tra gli intellettuali contemporanei del<br />

Lusor Basiliensis un appassionato desiderio di trovare<br />

espressione ai loro nuovi pensieri; si andava in cerca<br />

di una filosofia, di una sintesi, si aveva l'impressione<br />

che la felicità di chi fino allora si era limitato alla propria disciplina fosse insufficiente, ogni tanto uno<br />

scienziato spezzava le barriere della propria scienza particolare e tentava di avanzare verso l'universale, si<br />

sognava un nuovo alfabeto, un nuovo linguaggio grafico<br />

col quale fosse possibile fissare e scambiare le nuove esperienze intellettuali. Ne è testimonianza lo<br />

scritto<br />

di uno scienziato parigino dell'epoca intitolato Monito<br />

cinese L'autore, schernito da molti contemporanei come una specie di don Chisciotte ma eminente<br />

scienziato nel suo campo, cioè nella filologia cinese, spiega<br />

a quali Pericoli vadano incontro la scienza e il culto<br />

dello spirito nonostante il loro coraggioso atteggiamento, qùalora rinuncino a sviluppare un linguaggio<br />

grafico internazionale che, come l'antica scrittura cinese<br />

consenta di esprimere graficamente e in modo comprensibile a tutti gli eruditi del mondo anche le cose<br />

più<br />

complicate senza escludere la fantasia e la inventiva<br />

personale. <strong>Il</strong> passo più importante in questa direzione<br />

fu compiuto dal Joculator Basiliensis. Fu lui, infatti, a<br />

inventare per il <strong>Giuoco</strong> delle perle i princìpi d'una<br />

lingua nuova, lingua di segni e formule nella quale<br />

avevano ugualmente parte la matematica e la musica<br />

sicché fu possibile unire formule astronomiche e musicali e ridurre la matematica e la musica, per così<br />

dire<br />

a un comune denominatore. E se anche in tal modo<br />

lo sviluppo non poté dirsi completo, le fondamenta di<br />

tutto ciò che avvenne in seguito nella storia del nostro<br />

caro <strong>Giuoco</strong> furono gettate allora dall'ignoto di Basilea.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong> delle perle di vetro, che era stato una<br />

volta il particolare divertimento sia dei matematici sia<br />

dei filologi o dei musicisti, incominciò ad affascinare<br />

man mano tutti i veri intellettuali. Lo accolsero parecchie antiche accademie, parecchie congregazioni e<br />

in<br />

modo particolare l'antichissima lega dei Pellegrini<br />

d`Oriente. Anche taluni ordini cattolici vi fiutarono<br />

una nuova aria spirituale e gli si rivolsero con entusiasmo; specialmente in alcune abbazie di benedettini<br />

il <strong>Giuoco</strong> ebbe tanto favore che già a quel tempo<br />

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