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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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GLI SCRITTI POSTUMI DI JOSEF KNECHT.<br />

UNA VITA INDIANA.<br />

Uno di quei principi infernali che Vishnu, o meglio<br />

la parte di Vishnu fatta uomo col nome di Rama,<br />

aveva uccisi con la luna falcata in uno dei suoi selvaggi conflitti coi demoni, era rientrato con aspetto<br />

umano nel giro delle forme: si chiamava Ravana e<br />

viveva come principe guerriero in riva alla grande<br />

Ganga. Era costui il padre di Dasa. La madre di Dasa<br />

morì precocemente. Non appena la donna bella e ambiziosa che le era succeduta ebbe partorito un figlio,<br />

il piccolo Dasa incominciò a esserle di ostacolo. Invece di lui, il primogenito, contava di veder consacrare<br />

sovrano il proprio figlio Nala e tanto fece che<br />

allontanò Dasa dal cuore del padre e concepì il progetto di levarselo di torno alla prima occasione. Ma<br />

la sua intenzione non sfuggì a Vasudeva, l'esperto dei<br />

sacrifici, uno dei brahmani alla corte di Ravana, il<br />

quale seppe sventarla. <strong>Il</strong> fanciullo gli faceva pena,<br />

tanto più che sembrava avesse ereditato da sua madre<br />

l'inclinazione alla pietà e il senso del bene. Perciò<br />

tenne d'occhio Dasa affinché non gli toccasse alcun<br />

male e aspettò l'occasione per sottrarlo alla matrigna.<br />

Ora il rajah Ravana possedeva un gregge di vacche<br />

sacre a Brahma che erano tenute con ogni cura e del<br />

cui latte e burro si facevano frequenti offerte al <strong>Di</strong>o.<br />

Ad esse erano riservati i migliori pascoli del paese.<br />

Un giorno uno dei pastori di quelle vacche sacre venne a consegnare un carico di burro e a riferire che<br />

nella regione dove il gregge aveva pascolato si prevedeva una grande siccità, sicché loro, i pastori, si<br />

erano<br />

messi d'accordo di portare le vacche verso la montagna, dove anche nella stagione più arida avrebbero<br />

trovato fonti e pascoli freschi. <strong>Il</strong> brahmano si confidò<br />

con quel pastore che conosceva da un pezzo ed era<br />

uomo fedele e affabile: e quando il giorno seguente<br />

il piccolo Dasa, figlio di Ravana, scomparve e non si<br />

poté più trovare, Vasudeva e il pastore erano i soli<br />

a conoscere il mistero di quella scomparsa. Era stato<br />

il pastore a condurlo con sé sulle alture dove incontrarono il gregge transumante. Dasa si unì volentieri<br />

al gregge e al pastore, crebbe tra quei pascoli, imparò<br />

a mungere, giocava coi vitelli, si coricava sotto gli<br />

alberi, beveva latte dolce e aveva i piedi nudi sporchi<br />

di sterco. Contento di tutto ciò, conobbe i pastori, le<br />

mucche e la loro vita, conobbe la foresta con alberi<br />

e frutti, amò il mango, il fico silvestre e l'albero varinga, estrasse dai verdi stagni la dolce radice del loto,<br />

portò nei giorni festivi una ghirlanda di fiori rossi,<br />

imparò a guardarsi dalle bestie feroci, a evitare la<br />

tigre, a fare amicizia col vispo mungo e col riccio<br />

allegro, ad aspettare nella buia capanna che passasse<br />

la stagione delle piogge. E insieme cogli altri ragazzi<br />

giocava, cantava versetti o intrecciavA canestri e stuoie<br />

di giunco. Ma non dimenticò del tutto la vita precedente, che in breve gli era diventata come un sogno.<br />

Un giorno il gregge era passato in un'altra regione.<br />

Dasa entrò nel bosco perché aveva voglia di cercare<br />

un po' di miele. <strong>Il</strong> bosco, da quando lo conosceva,<br />

godeva tutte le sue simpatie e inoltre quello, dalle<br />

fronde e dalla ramaglia, pareva un bosco insolitamente<br />

bello. I raggi del sole filtravano come serpi dorate,<br />

e come i suoni, i gotgheggi degli uccelli il sussurro<br />

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