Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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IL GIUOCO DELLE PERLE DI VETRO.<br />
La musica del mondo e dei sapienti<br />
siam pronti ad ascoltare riverenti<br />
e ad evocare a festa i venerati<br />
spiriti di periodi più beati.<br />
Siamo tutti compresi dei misteri<br />
della scrittura magica che in veri<br />
simboli chiari e formule ha serrato<br />
il fervor della vita sconfinato.<br />
Tintinnano come astri di cristallo,<br />
dobbiamo ad essi se la vita ha senso,<br />
nessuno uscire può dal loro vallo<br />
se non cadendo verso il sacro centro.<br />
GLI SCRITTI POSTUMI DI JOSEF KNECHT.<br />
IL MAGO DELLA PIOGGIA...<br />
Avvenne qualche migliaio d'anni fa, quando il potere<br />
era nelle mani delle donne: nella tribù e nella famiglia<br />
si usavano rispetto e obbedienza alla madre e alla<br />
nonna, la nascita d'una femmina era salutata con molto<br />
maggior gioia che quella d'un maschio.<br />
C'era nel villaggio un'avola di cento o più anni, rispettata e temuta da tutti come una regina, benché a<br />
memoria d'uomo non muovesse più un dito e non dicesse una parola se non di rado. Molti giorni stava<br />
seduta davanti all'ingresso della sua capanna con una<br />
vera corte di congiunti, e le donne del villaggio venivano a farle riverenza, a parlarle dei fatti loro, a<br />
mostrare i loro bambini perché li benedicesse: venivano le<br />
donne incinte a pregare che toccasse loro il ventre e<br />
suggerisse il nome per la creatura attesa. La vecchia<br />
imponeva talvolta le mani, talaltra si limitava a chinare la fronte o a scuotere la testa o se ne stava<br />
immobile. Rare volte pronunciava una parola. C'era, ecco,<br />
c'era e governava, c'era e portava i capelli giallognoli a<br />
ciocche rade intorno al viso aquilino, coriaceo e presbite, c'era e accoglieva riverenze, doni, preghiere,<br />
notizie, racconti, querimonie, c'era e tutti la conoscevano<br />
come madre di sette figlie, come nonna e avola di numerosi nipoti e pronipoti, c'era e nei lineamenti<br />
rugosi<br />
e sotto la fronte bruna custodiva la saggezza, la tradizione, il diritto, le consuetudini e l'onore del<br />
villaggio.<br />
Era una sera primaverile, annuvolata e precocemente<br />
buia. Davanti alla capanna d'argilla dell'avola, stava,<br />
invece di lei, sua figlia che non era meno bianca e solenne, né molto meno vecchia di lei. Se ne stava in<br />
riposo, seduta sulla soglia che era una pietra piatta,<br />
coperta di una pelliccia quando faceva freddo, e là<br />
fuori in semicerchio erano accoccolati per terra, nella<br />
sabbia o nell'erba, alcuni bambini, alcune donne e<br />
qualche ragazzo. Se ne stavano così ogni sera, quando<br />
non pioveva o gelava, desiderosi di ascoltare i racconti<br />
della vecchia, di narrare storie o di cantare sentenze.<br />
Prima lo aveva fatto l'avola stessa ma ormai era troppo<br />
vecchia e non più comunicativa. Invece di lei, chi narrava adesso era la figlia che, come aveva appreso<br />
tutte<br />
le storie e le sentenze dalla bisnonna, così ne aveva<br />
anche la voce, la figura, la dignità del portamento, dei<br />
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