Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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andare a prender acqua o di fare qualche altro servizio e, dopo aver continuato così per qualche tempo,<br />
invitò Giuseppe ad assistere alle confessioni, a meno<br />
che il penitente non vi si opponesse. Parecchi, anzi<br />
moltissimi, erano ben contenti di non trovarsi soli in<br />
piedi o seduti o inginocchiati davanti al temuto Pugile<br />
e di avere vicino quel suo aiutante così tranquillo,<br />
bonario e servizievole. Così imparò a poco a poco il<br />
moda in cui <strong>Di</strong>one ascoltava le confessioni, porgeva<br />
il suo conforto, procedeva ai castighi o agli incoraggiamenti. A volte - assai di rado - Giuseppe osava fare<br />
una domanda, come per esempio il giorno in cui venne<br />
uno scienziato o letterato che era di passaggio.<br />
Costui, come si seppe dai suoi discorsi, aveva amici<br />
tra i magi e gli astronomi. Fermatosi a riposare, stette<br />
un'ora o più coi due vecchi, ospite cortese e loquace,<br />
e con garbo e con erudizione parlò a lungo degli astri<br />
e del viaggio che l'uomo deve percorrere insieme con i<br />
suoi dèi, dall'inizio al termine di un'era, attraverso<br />
tutte le stazioni dello zodiaco. Parlò di Adamo, il primo uomo, e della sua identità con Gesù crocifisso e<br />
definì la redenzione da Lui operata come il viaggio di<br />
Adamo dall'albero della conoscenza all'albero della vita;<br />
disse che il serpente del Paradiso terrestre era il custode della sacra fonte primordiale, della tenebra<br />
profonda, dalle cui acque notturne provengono tutte le<br />
forme, gli uomini e gli dèi. <strong>Di</strong>one ascoltò attentamente l'uomo la cui lingua siriaca era inframmezzata<br />
di molto greco, mentre Giuseppe si stupiva, anzi si<br />
scandalizzava che non respingesse con santo sdegno<br />
quelle eresie pagane e non si prendesse la briga di<br />
confutarle, ma invece sembrasse divertito dagli arguti<br />
monologhi del sapiente pellegrino e s'interessasse a<br />
lui, poiché non solo ascoltava con attenzione, ma sorrideva e approvava persino coi gesti qualche parola<br />
come fosse di suo gusto.<br />
Quando quello si fu allontanato, Giuseppe domandò<br />
in tono zelante e quasi di rimprovero: «Come mai<br />
hai ascoltato con tanta pazienza le eresie di quel pagano infedele? Anzi mi è sembrato che tu le ascoltassi<br />
non solo con pazienza ma addirittura con simpatia e<br />
con un certo piacere. Perché non ti sei opposto? Perché non hai cercato di confutarlo, di punirlo e di<br />
convertirlo alla fede di nostro Signore?».<br />
<strong>Di</strong>one dondolò la testa sul lungo collo rugoso e<br />
rispose: «Non l'ho confutato non già perché sarebbe<br />
stato inutile, ma perché non ne sarei stato capace. Nel<br />
discorrere e combinare, nella conoscenza della mitologia e degli astri, quel;o è senza dubbio superiore a<br />
me, sicché non sarei riuscito a nulla. D'altro canto,<br />
figlio mio, non è compito né mio né tuo di opporci alla<br />
fede altrui, affermando che è menzogna ed errore. Confesso di aver ascoltato quell'uomo intelligente con<br />
un<br />
certo piacere che a te non è sfuggito. Mi faceva piacere perché parlava egregiamente e sapeva un mucchio<br />
di cose, ma anzitutto perché mi ricordava la giovinezza: da giovane infatti mi sono occupato molto di<br />
quegli studi. Le cose mitologiche delle quali quel forestiero ha parlato con tanta eleganza non sono affatto<br />
errori. Sono idee e simboli di una fede che non ci occorre più perché abbiamo acquistato la fede in Cristo,<br />
unico Redentore. Per coloro invece che non hanno<br />
ancora trovato la nostra fede e forse non la possono<br />
trovare, le credenze derivate dall'antica saggezza dei<br />
padri sono giustamente rispettabili. Certo, mio caro,<br />
la nostra fede è diversa, del tutto diversa, ma se non<br />
ha bisogno della dottrina degli astri e delle ere astronomiche, delle acque primordiali, delle antiche Madri<br />
e di tali simboli, non per ciò quelle dottrine sono<br />
errori e menzogne».<br />
«Ma la nostra fede» ribatté Giuseppe «è la migliore e Gesù è morto per tutti gli uomini: dunque<br />
coloro che lo conoscono devono combattere quelle<br />
dottrine antiquate e sostituirvi la nuova, la giusta!»<br />
«L'abbiamo fatto da un pezzo, tu e io e tanti altri»<br />
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