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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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Lo si può già desumere dal curriculum scolastico di Josef Knecht. La singolarità del procedimento<br />

compositivo usato da <strong>Hesse</strong> consiste nel disporre le singole branche della cultura, che si vogliono collegare<br />

fra loro, non l'una accanto all'altra, bensì l'una dopo l'altra - seguendo lo schema del Bildungsroman.<br />

L'impostazione del <strong>Giuoco</strong> delle perle di vetro viene così a essere quella pedagogica.<br />

Ovviamente l'autore è ben consapevole di questi rapporti con la letteratura e il periodo della decadenza.<br />

<strong>Hesse</strong> si sente figlio ed erede di una grande tradizione in un'epoca che ripudia quel retaggio spirituale.<br />

Poiché se ne considera un frutto tardivo, l'ultimo discendente, egli figura fra le stelle, e non fra i «razzi»<br />

della fiera letteraria - per usare un'immagine del suo racconto L'ospite della casa di cura. Al termine<br />

dell'introduzione a questo racconto egli si definisce un «modesto poeta nato troppo tardi». Malinconia per il<br />

declino dello spirito, dell'autentica poesia: la stessa che echeggia sia nelle primissime poesie di <strong>Hesse</strong> (1902)<br />

sia nel Peter Camenzind. Nel 1937 lo stesso motivo viene inserito da <strong>Hesse</strong> con accenti toccanti, ma al<br />

tempo stesso disperati, nella poesia di Josef Knecht sull'«Ultimo giocatore di perle»:<br />

Ora è rimasto solo, vecchio, stanco,<br />

non un allievo implora il suo favore,<br />

né maestro lo invita a disputare;<br />

tutto è sparito, e templi e libri e scuole<br />

di Castalia... <strong>Il</strong> vegliardo si riposa<br />

sulle macerie con in man le perle,<br />

geroglifici un dì molto eloquenti,<br />

ora solo vetrucci colorati,<br />

che dalle vecchie mani scivolando<br />

silenziosi si perdon nella rena...<br />

Nel Doctor Faustus Thomas Mann aveva parlato della fedeltà a un esercizio estetico cui segretamente non<br />

si crede più, e aveva aggiunto che da questa incongruenza traeva origine la f orma stilistica d ella parodia.<br />

<strong>Hermann</strong> <strong>Hesse</strong>, da parte sua, si mantiene fedele a un esercizio estetico cui egli ancora intimamente crede,<br />

pur conscio che la sua opinione sembra essere condivisa ormai soltanto da qualche individuo solitario,<br />

qualche lupo della steppa, giocatore di perle o pellegrino d'Oriente. La fedeltà si vela di una tristezza che in<br />

<strong>Hesse</strong> trova la sua più adeguata espressione nell'elegia.<br />

Ma il <strong>Giuoco</strong> delle perle di vetro è connesso, oltre che con la letteratura, anche con la filosofia: il<br />

principio del <strong>Giuoco</strong> presenta analogie con il pensiero platonico e con la teoria delle idee. Nei suoi reiterati<br />

tentativi di chiarificare il concetto <strong>Hesse</strong> definisce la Castalia stessa un'idea. Una lettera del 9 gennaio 1951<br />

afferma: «Io vedo il mondo con gli occhi di un artista; e sebbene ritenga di avere una mentalità democratica,<br />

la mia rimane pur sempre una sensibilità prettamente aristocratica, in quanto riesco ad amare la qualità in<br />

ogni sua manifestazione, ma non la quantità. Lei sa che il tentativo di Platone di assegnare il primato<br />

all'intelletto anche nella sfera politica è fallito e che lui, l'artista, ha sbagliato nel postulare una politeia che<br />

ha rappresentato uno dei primi tentativi di affidare il governo del mondo alla ragione. Nonostante il suo<br />

duplice insuccesso, l'Europa ha dato vita a duemila anni non solo di infelice storia mondiale, ma anche di<br />

pregevole cultura. Quasi nel medesimo periodo vissero i più autorevoli saggi cinesi che lavorarono nella<br />

medesima direzione di Platone; anche se non realizzarono concretamente nessuno stato retto dalla ragione,<br />

essi misero tuttavia a fuoco i rapporti esistenti fra la ragione e lo stato». <strong>Il</strong> 1° novembre 1943, poco dopo la<br />

pubblicazione del suo libro, <strong>Hesse</strong> aveva scritto a Robert Faesi, studioso di storia della letteratura: «Sono<br />

molto soddisfatto, d'altra parte dell'esattezza con cui Lei ha afferrato e definito il senso della mia utopia: essa<br />

si limita a indicare una possibilità della vita intellettuale, un sogno platonico, non un ideale valido per<br />

l'eternità, bensì un mondo potenziale, conscio della propria relatività». Qui non è in gioco la sola filosofia<br />

platonica. Entra in azione anche la pedagogia. La Castalia è un'utopia da avvicinare sempre più alla sua<br />

realizzazione. L'eros pedagogico si riallaccia non tanto a Platone quanto al classicismo tedesco,<br />

all'illuminismo borghese: la concezione schilleriana di un'educazione estetica dell'uomo; la comunità<br />

goethiana della «torre», società massonica; e, ancora una volta, Mozart con la musica del Flauto magico,<br />

anch'esso opera massonica, che, nel suo simbolismo numerico e persino nella scelta delle tonalità, palesa<br />

tratti peculiari della simbologia massonica - e del <strong>Giuoco</strong> delle perle di vetro. Platonismo e illuminismo sono<br />

inscindibilmente connessi all'idea hessiana del <strong>Giuoco</strong> e del pensiero castalio in generale.<br />

La più rigorosa definizione dell'essenza del <strong>Giuoco</strong> è quella formulata da Josef Knecht al termine del suo<br />

lungo colloquio con Plinio Designori: «L'erudizione non è stata sempre e dovunque serena, anche se<br />

dovrebbe esserlo. Da noi lo è, perché è culto della verità strettamente collegato col culto della bellezza e,<br />

inoltre, con la psicoterapia meditativa, per la qual ragione non può mai perdere interamente la serenità. <strong>Il</strong><br />

nostro <strong>Giuoco</strong> delle perle di vetro assomma in sé i tre princìpi: scienza, venerazione del bello e<br />

meditazione». In queste parole è racchiusa un'ulteriore sintesi: il collegamento tra verità e bellezza, come<br />

nella poesia di Schiller «Gli artisti» o nella «Dedica» di Goethe («il velo della poesia dalle mani della<br />

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