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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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gli fosse imposto alcun obbligo, nemmeno l'ordine di<br />

presentarsi, ebbe modo dí osservare che dall'alto lo si<br />

teneva d'occhio; quando infatti intraprese alcune gite<br />

e visite, per esempio a Keuperheim, a Hirsland e alla<br />

scuola dell'Estremo Oriente, vi ricevette tosto inviti<br />

- dai maggiorenti di quei luoghi, sicché in quel paio di<br />

settimane conobbe tutte le Autorità dell'Ordine e la<br />

maggior parte dei maestri e direttori di studi. Se non<br />

ci fossero stati quegli inviti e quelle presentazioni molto ufficiali, le escursioni sarebbero state per Knecht<br />

un ritorno al mondo e alla libertà dei suoi anni di<br />

studio. Egli le limitò soprattutto per riguardo a Tegularius che soffriva a ogni interruzione della loro<br />

compagnia, ma anche per causa del <strong>Giuoco</strong> delle perle:<br />

teneva infatti moltissimo a compiere le novissime esercitazioni e lo studio di nuovi problemi e a dar<br />

buona<br />

prova, nella qual cosa Tegularius gli rendeva servigi<br />

preziosi. Ferromonte, l'altro suo intimo amico, apparteneva allo stato maggiore del nuovo Maestro di<br />

Musica e in tutto quel tempo poté riceverlo soltanto due<br />

volte. Lo trovò immerso in grata attività attorno a un<br />

grosso lavoro di storia della musica, riguardante la<br />

musica greca e la sua continuazione nelle danze e nei<br />

canti popolari dei paesi balcanici. Con molto piacere<br />

Ferromonte comunicò all'amico le sue più recenti scoperte e i suoi lavori dedicati all'epoca della lenta<br />

decadenza della musica barocca a cominciare dalla fine del<br />

secolo XVIII, e dell'introduzione di nuova linfa da<br />

parte della musica popolare slava.<br />

Knecht, però, passò la maggior parte di quella feStosa vacanza a Waldzell col <strong>Giuoco</strong> delle perle, ripassò<br />

con Tegularius gli appunti che questi si era fatti<br />

durante un corso tenuto dal Magister nei due ultimi<br />

semestri per i più progrediti, e dopo i due anni di<br />

privazione si buttò, con tutte le sue energie, nel nobile<br />

mondo del <strong>Giuoco</strong> il cui fascino gli pareva altrettanto<br />

inseparabile dalla sua vita e altrettanto indispensabile<br />

quanto quello della musica.<br />

Soltanto negli ultimi giorni della licenza il Magister<br />

Ludi riportò il discorso sulla missione di Josef a Mariafels, sul suo prossimo avvenire e i relativi compiti.<br />

In tono familiare, ma poi con gravità e con sempre<br />

maggiore urgenza gli parlò di un progetto delle Autorità al quale la maggioranza dei Maestri e il signor<br />

Dubois tenevano molto, il progetto, cioè, di istituire<br />

in avvenire una stabile rappresentanza della Castalia<br />

presso la Santa Sede di Roma. Era venuto, o almeno<br />

si approssimava, spiegò Maestro Thomas in stile perfetto e avvincente, il momento storico di scavalcare<br />

l'antica frattura fra Roma e l'Ordine, poiché in eventuali pericoli futuri avrebbero avuto senza alcun<br />

dubbio nemici comuni e sarebbero stati alleati naturali<br />

con un identico destino; d'altro canto la situazione era<br />

insostenibile e, a guardar bene, indegna: che cioè le<br />

due potenze alle quali nel mondo era affidato il compito storico di conservare e coltivare lo spirito e la<br />

pace continuassero a vivere così, quasi estranee l'una<br />

all'altra. La Chiesa Romana, disse, nonostante gravi<br />

perdite aveva superato le scosse e le crisi dell'ultima<br />

grande era bellica, vi si era rinnovata e purificata<br />

mentre le sedi laiche della scienza e della cultura erano<br />

state trascinate nella rovina della civiltà; l'Ordine e<br />

il pensiero castalio erano sorti precisamente su quelle<br />

macerie. Non fosse altro per questo e per la sua età<br />

veneranda bisognava riconoscere la precedenza alla<br />

Chiesa, il potere più anziano, più nobile, che aveva<br />

reslstito a tempeste più numerose e più gravi. Per il<br />

momento si trattava di suscitare e coltivare anche<br />

presso i romani la coscienza della parentela fra le due<br />

potenze e del loro reciproco bisogno di aiuto in tutte<br />

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