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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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e deciso che la volgarità oppone a ogni nobiltà e che<br />

io ero risoluto ad accettare come una distinzione».<br />

Designori fece una breve pausa e lanciò uno sguardo<br />

a Knecht nel dubbio che questi si stancasse ad ascoltarlo. <strong>Il</strong> suo sguardo incontrò quello dell'amico e vi<br />

trovò un'espressione di attenzione profonda e di cortesia che gli fece bene e lo rassicurò. Vide che l'altro<br />

era tutto proteso verso le sue confessioni e non ascoltava come si ascolta una chiacchierata o magari un<br />

racconto interessante, ma con quella dedizione assoluta con la quale ci si concentra nel meditare, e a un<br />

tempo con una benevolenza negli occhi così pura che<br />

lo commuoveva, tanto gli sembrava cordiale e quasi<br />

infantile; sicché lo prese una specie di stupore nel<br />

vedere quell'espressione sul volto della stessa persona<br />

della quale in tutto quel giorno aveva ammirato il<br />

multiforme lavoro, la saggezza nelle mansioni d'ufficio<br />

e l'autorità. Continuò dunque sollevato:<br />

«Non so se la mia vita sia stata inutile e tutta un<br />

malinteso o se abbia senso. Qualora lo avesse, potrebbe<br />

essere questo: che un individuo concreto del nostro<br />

tempo ha conosciuto e vissuto nel modo più evidente<br />

e più doloroso quanto la Castalia si sia allontanata dalla<br />

sua terra di origine o, diciamo pure viceversa, quanto<br />

il nostro paese si sia straniato e allontanato dalla sua<br />

Provincia più nobile e dallo spirito di essa; quanto nel<br />

nostro paese corpo e anima, ideale e realtà siano divergenti, quanto poco sappiano e vogliano sapere l'uno<br />

dell'altra. Se nella vita ho avuto un compito e un<br />

ideale fu quello di fare della mia persona una sintesi<br />

dei due princìpi, di essere loro mediatore, interprete<br />

e conciliatore. Ho fatto questo tentativo e ho fallito.<br />

E siccome non posso certo narrarti tutto il corso della<br />

mia esistenza e tu non potresti neanche comprenderlo<br />

appieno, voglio presentarti solo una delle situazioni<br />

significative del mio fallimento. Allora, una volta iniziati i miei studi universitari, la mia difficoltà non fu,<br />

a dire il vero, di smaltire le canzonature o le ostilità<br />

che dovetti subire in quanto castalio e studente modello. Anzi, quel paio di compagni per i quali la mia<br />

provenienza dalle scuole scelte era una distinzione e<br />

un oggetto di meraviglia, mi diedero più da fare e<br />

mi misero in maggiore imbarazzo. Ecco, difficile e forse<br />

impossibile fu invece, in mezzo alla mondanità, seguitare a vivere in senso castalio. Sulle prime quasi<br />

non<br />

me n'accorsi, mi attenni alle norme che avevo imparato da voi e per qualche tempo parve che dessero<br />

anche qui buona prova, mi conferissero forza e protezione, mi conservassero l'allegria e la sanità interiore<br />

e mi confortassero nel proponimento di passare gli<br />

anni di studio in solitaria indipendenza e, per quanto<br />

possibile, alla maniera castalia, ossia seguendo unicamente la mia brama di sapere, senza lasciarmi metter<br />

le briglie da un corso di studi che mirava soltanto a<br />

specializzare gli studenti, in un tempo possibilmente<br />

breve e nel più radicale dei modi, per una professione<br />

pratica, e ad uccidere in loro ogni anelito di libertà e<br />

di universalismo. Ma la protezione conferitami dalla<br />

Castalia risultò pericolosa e dubbia poiché non volevo<br />

certo conservare da eremita rassegnato la pace del mio<br />

spirito e la mia tranquillità meditativa, bensì conquistare il mondo, comprenderlo, costringerlo a<br />

comprendere anche me, volevo accettarlo e pretendevo, se mai,<br />

di rinnovarlo e migliorarlo, desideroso com'ero di<br />

fondere e conciliare nella mia persona il mondo e la<br />

Castalia. Se dunque dopo una delusione, una lite, un'inquietudine mi ritiravo a meditare, da principio vi<br />

trovavo ogni volta un beneficio, un rilassamento, un respiro, un ritorno a forze buone e amiche. Col tempo<br />

però osservai che proprio la concentrazione e l'esercizio<br />

dell'anima mi isolavano, mi facevano sembrare agli altri<br />

sgradevolmente estraneo e rendevano me i<strong>net</strong>to a comprenderli. Vidi che potevo capire davvero gli<br />

uomini<br />

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