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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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la converSazione e non solo a stare zitto, ma anche a<br />

distogliere la mia volontà dal falso scopo di scandagliare quel taciturno mediante la parola e il colloquio<br />

e di trarre vantaggi da lui. E dal momento in cui feci<br />

questa rinuncia, lasciando all'altro ogni iniziativa, tutto<br />

si svolse con naturalezza. In seguito potrai sostituire<br />

alle mie espressioni qualsiasi altra, a volontà, ma ora<br />

ascoltami anche se sembro impreciso o confondo le<br />

categorie. Rimasi col vecchio circa un'ora o un'ora e<br />

mezzo, ma non saprei dirti che cosa sia avvenuto o si<br />

sia scambiato fra lui e me, perché nessuno disse una<br />

parola. Sentii soltanto, una volta spezzata la mia resistenza, che mi accoglieva nella sua pace raggiante e<br />

che intorno a lui e a me regnava una meravigliosa<br />

serenità. Senza che avessi consapevolmente meditato,<br />

tutto ciò assomigliava in qualche modo a una meditazione colma di beatitudini, il cui tema fosse la vita<br />

del Maestro. Vedevo o sentivo lui e tutta la sua evoluzione dal momento in cui aveva incontrato me<br />

ragazzo fino all'attimo presente. Era una vita di lavoro<br />

e d'offerta, scevra di costrizioni e di ambizioni, ricca<br />

di musica. E si sviluppava come se lui diventando<br />

musicista e Magister Musicae avesse scelto quest'arte<br />

come una delle vie che conducono alla meta suprema<br />

dell'uomo, alla libertà interiore, alla purezza, alla perfezione, e come se da allora non avesse fatto altro<br />

che<br />

lasciarsi compe<strong>net</strong>rare sempre più dalla musica, trasformandosi e purificandosi, dalle abili intelligenti<br />

mani di cembalista e dalla immensa memoria musicale<br />

fino a tutte le parti e gli organi del corpo e dell'anima,<br />

fino al polso e al respiro, al sonno e al sogno, e ora<br />

nient'altro fosse che un simbolo, o meglio una forma<br />

concreta, una personificazione della musica. A me almeno parve tutto musica ciò che emanava da lui o<br />

che ondeggiava fra lui e me come un respiro ritmico:<br />

una musica esoterica fattasi perfettamente immateriale<br />

che accogliesse ognuno entro il suo cerchio magico,<br />

come un canto polifonico accoglie l'entrata di una voce<br />

nuova. <strong>Il</strong> non musicista avrebbe forse percepito la<br />

grazia attraverso altre immagini, l'astronomo si sarebbe<br />

veduto forse girare come una luna intorno a un pia<strong>net</strong>a, il filologo si sarebbe sentito rivolgere la parola<br />

in una magica lingua primordiale troppo densa di significato... Basta così. Ora devo prendere congedo.<br />

Molto lieto, Carlo.»<br />

Abbiamo riferito questo episodio piuttosto particolareggiatamente perché il Magister Musicae ebbe un<br />

posto di primo piano nella vita e nel cuore di Knecht;<br />

e inoltre vi siamo stati indotti dal fatto che il collo<br />

quio ci fu tramandato in una lettera di pugno di Ferromonte. Questo racconto della "trasfigurazione" del<br />

vecchio Maestro è certo il più antico e sicuro; in seguito sorsero in proposito fin troppe leggende e<br />

interpretazioni.<br />

I DUE POLI<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong> annuale, noto anche oggi col nome di "<strong>Giuoco</strong> della casa cinese" e non di rado citato, recò a<br />

Knecht<br />

e ai suoi amici i frutti del loro lavoro e diede alla<br />

Castalia e alle Autorità la conferma che si era fatto<br />

bene affidando a Knecht la carica suprema. Waldzell,<br />

il Villaggio dei Giocatori e l'élite ebbero la soddisfazione di assistere a una festa splendida e solenne;<br />

anzi,<br />

il <strong>Giuoco</strong> annuale non era più stato da gran tempo<br />

un avvenimento come in questa occasione in cui il<br />

Magister più giovane e più discusso doveva presentarsi per la prima volta in pubblico e dar prova di sé,<br />

e inoltre Waldzell doveva pareggiare la perdita e il<br />

fiasco subiti nell'anno precedente. Questa volta nessuno era malato, nessun sostituto presiedeva fra timori<br />

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