Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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libretti. E ora che mi sono liberato dall'ut'ficio, ritrovo<br />
un delizioso invito nel pensiero di mettermi un giorno<br />
con calma e buonumore a scrivere un libro, cioè no,<br />
un libretto, uno scritterello per amici ed estimatori.»<br />
«Su quale argomento?» domandò curioso Designori.<br />
«Oh, non importa, non è l'argomento che conta.<br />
Sarebbe soltanto un'occasione per chiudermi nel mio<br />
guscio e godermi la felicità di avere molto tempo libero.<br />
Soprattutto curerei il tono, un che di mezzo fra il<br />
rispetto e la confidenza, fra il giuoco e la serietà, un<br />
tono che non fosse di ammaestramento, ma di comunicazione amichevole ed esponesse le varie cose che<br />
ritengo di aver imparate e sperimentate. La maniera<br />
in cui quel Friedrich Ruckert mescola nei suoi versi<br />
insegnamento e pensiero, comunicazioni e chiacchiere<br />
non farebbe probabilmente per me, eppure sento in<br />
quella maniera un'attrattiva amabile, sento che è personale ma non arbitraria, che è un giuoco ma legato<br />
a regole formali, precise, e ciò mi piace. Certo per ora<br />
non toccherò le gioie e i problemi di chi scrive libretti,<br />
ora devo raccogliere le mie forze ad altro scopo. Ma<br />
più tardi penso che potrei raggiungere la felicità di<br />
essere scrittore come io me la figuro, un modo tranquillo ma accurato di afferrare le cose, non per<br />
divertimento solitario ma sempre col pensiero rivolto a<br />
pochi buoni amici.»<br />
La mattina seguente Knecht partì per Belpunt. Designori aveva dichiarato di volerlo accompagnare ma<br />
egli aveva rifiutato decisamente e, vedendo che quello<br />
arrischiava ancora qualche parola per convincerlo, lo<br />
aveva quasi investito. «<strong>Il</strong> ragazzo» gli aveva detto<br />
in tono asciutto «avrà abbastanza da fare per incontrare il nuovo, sgradito maestro e per digerirlo. Non<br />
dobbiamo pretendere ancora che sopporti la vista del<br />
babbo che in questo momento non potrebbe certo<br />
fargli .piacere.»<br />
Mentre con la vettura noleggiata da Plinio viaggiava<br />
nella fresca mattina di settembre, sentì ritornare il<br />
buonumore della gita che aveva fatto a piedi il giorno<br />
prima Spesso s'intratteneva col conducente, lo faceva<br />
fermare o rallentare quando il paesaggio lo attirava e<br />
più volte si mise anche a suonare il piccolo flauto. Era<br />
bello e divertente, quel viaggio dalla capitale e dalla<br />
pianura verso le prealpi e più oltre verso l'alta montagna, dall'estate declinante all'autunno. Verso<br />
mezzogiorno incominciò l'ultima grande salita a tornanti attraverso le abetaie sempre più rade, lungo torrenti<br />
spumeggianti e rombanti tra le rocce, sopra ponti e accanto<br />
a casolari isolati, massicci, dalle finestre piccole, su nel<br />
paesaggio montano, petroso, sempre più rude e severo,<br />
nella cui durezza i paradisi di fiori occhieggiavano doppiamente ameni.<br />
La villetta che infine raggiunsero sorgeva in riva a<br />
un laghetto alpino nascosto fra rocce grigie dalle quali<br />
si distingueva a malapena. A quella vista Knecht sentì<br />
il rigore, anzi la tetraggine di quell'architettura adattata all'asprezza della montagna, ma poco dopo un<br />
gaio sorriso lo rischiarò tutto poiché sulla soglia gli<br />
era apparsa la figura d'un giovane in giubba colorata<br />
e calzoni corti: non poteva essere altri che Tito, il<br />
suo allievo; e quantunque non fosse stato seriamente<br />
in pensiero per il fuggiasco, respirò sollevato e riconoscente. Se Tito era lì e salutava il Maestro dalla<br />
soglia di casa, tutto andava per il verso buono e parecchie complicazioni sparivano, delle quali durante il<br />
viaggio aveva pur dovuto considerare la possibilità.<br />
<strong>Il</strong> ragazzo gli andò incontro sorridente e un po' imbarazzato, lo aiutò a scendere e disse: «Non è stata<br />
cattiveria se ie ho fatto fare il viaggio da solo». E<br />
prima che Knecht potesse replicare aggiunse in confidenza: «Penso che lei avrà capito perché ho fatto<br />
così. Altrimenti avrebbe portato anche mio padre. Gli<br />
ho già comunicato che sono arrivato sano e salvo».<br />
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