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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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a fatica ma con una certa alacrità, come se il lavoro<br />

gli facesse piacere. E anche durante il giorno manteneva quella gaiezza; da quando avevano incominciatO<br />

a scavare la fossa era sempre di buon umore.<br />

«Pianterai una palma sulla mia tomba» disse una<br />

volta durante il lavoro. «Forse farai in tempo a mangiarne i frutti. In caso diverso li mangerà un altro. Io<br />

ho sempre piantato alberi, ma sempre troppo pochi.<br />

<strong>Di</strong>cono che l'uomo non dovrebbe morire senza aver<br />

piantato un albero e lasciare un figlio. Ebbene, io lascio un albero e lascio te, che sei mio figlio.»<br />

Era tranquillo e più sereno di quanto Giuseppe<br />

l'avesse mai conosciuto e sempre più si rasserenava.<br />

Una sera sull'imbrunire - avevano già cenato e pregato - chiamò Giuseppe dal giaciglio e lo pregò di<br />

sedere ancora un poco accanto a lui.<br />

«Voglio dirti una cosa» incominciò amichevolmente e pareva non fosse ancora stanco né assonnato.<br />

«Ricordi ancora, Giuseppe, quando nel tuo eremo,<br />

laggiù vicino a Gaza, passavi così brutti momenti ed<br />

eri stanco della vita? E quando poi prendesti la fuga<br />

e la decisione di andare a trovare il vecchio <strong>Di</strong>one e<br />

di narrargli la tua storia? E quando, nel villaggio dei<br />

fratelli, incontrasti il vecchio cui chiedesti dove stesse<br />

<strong>Di</strong>one Pugile? E non è stato forse un miracolo che<br />

quel vecchio fosse lui <strong>Di</strong>one? Ora ti spiegherò come<br />

è andata. Anche per me, infatti, fu una cosa strana<br />

e quasi un miracolo.<br />

«Tu sai come accade quando un confessore invecchia ed ha ascoltato le infinite confessioni dei peccatori<br />

che lo credono santo e senza peccato e non sanno come<br />

egli sia più peccatore di loro. Tutta la sua attività gli<br />

sembra vana e inutile e ciò che prima gli pareva sacro<br />

e importante, che cioè <strong>Di</strong>o l'avesse messo in quel<br />

posto e reso degno di ascoltare le sudicerie e la sozzura delle anime umane e di confortarle, ora gli<br />

sembra invece un peso grande, troppo grande e persino una<br />

maledizione, e alla fine prova orrore di ogni povero<br />

che viene da lui coi suoi peccati puerili e si augura che<br />

se ne vada e augura a sé stesso di andarsene, magari<br />

con una fune sul ramo di un albero. Così è capitato a<br />

te. Ora è venuto anche per me il momento di comessare e infatti confesso: anche a me è capitato come<br />

a te, anch'io credevo di essere inutile e spiritualmente<br />

vuoto e di non poter più tollerare che la gente venisse da me fiduciosa e mi recasse tutto il puzzo e la<br />

lordura della vita umana, della quale non sapeva sbarazzarsi e della quale nemmeno io sapevo più che<br />

cosa fare.<br />

«Ora, avevo sentito parlare più volte di un penitente chiamato Josephus Famulus. Seppi che anche da<br />

lui la gente andava volentieri a confessarsi e molti<br />

preferivano andare là anziché venire da me, perché<br />

si diceva ch'era uomo mite e cortese e non chiedeva<br />

nulla, non rimproverava nessuno, trattava tutti come<br />

fratelli, li ascoltava soltanto e li mandava via con un<br />

bacio. Non era la mia maniera, tu lo sai; e quando<br />

sentii parlare le prime volte di quel Giuseppe, i suoi<br />

modi mi parvero piuttosto sciocchi. Ma essendomisi<br />

affacciato il quesito se i miei modi avessero alcun<br />

valore, ebbi motivo di astenermi dal giudicare i metodi di quel Giuseppe e dal pretendere di saperla più<br />

lunga. Quali forze poteva possedere co]ui? Sapevo<br />

che era più giovane di me, ma pure non lontano dalla<br />

vecchiaia e ne ero contento perché con uno più giovane non avrei preso confidenza così facilmente.<br />

Verso<br />

costui, invece, mi sentivo attratto. Deliberai quindi<br />

di mettermi in cammino, di andare a confessare le<br />

mie pene a Josephus Famulus e di chiedergli consiglio<br />

o, qualora non sapesse darmene, di averne almeno<br />

conforto e incoraggiamento. Già la decisione mi fece<br />

bene e mi sollevò.<br />

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