Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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che un discepolo mai sognato avesse<br />
o un insegnante ardisse di spiccare.<br />
Libri inauditi di maestri insigni<br />
custodivano il senso intimo e puro<br />
d'ogni scienza, saggezza, poesia,<br />
d'ogni quesito la potenza arcana<br />
e, insieme col frasario e con la chiave,<br />
dello spirto l'essenza più sottile.<br />
Le chiavi erano là d'ogni problema<br />
o segreto, e toccavano a colui<br />
cui l'ora magica le offriva in dono.<br />
Mi presi dunque uno di quei volumi,<br />
tremante, lo disposi su un leggio<br />
e decifrai lo scritto figurato,<br />
come in sogno talor si fanno cose<br />
non mai apprese e si colpisce il segno.<br />
E tosto mi trovai dentro a stellati<br />
spazi, spirituali, insinuati<br />
nello zodiaco, dove tutto quanto<br />
l'intuizione dei popoli mai vide erede di esperienze millenaries'intrecciava in armonici legami,<br />
sempre nuovi, e reciproci rapporti;<br />
e da antiche scoperte e conoscenze,<br />
da vecchi simboli s'alzava a volo<br />
più alto un nuovo, giovane quesito;<br />
sicché, leggendo, entro minuti od ore<br />
la via rifeci che già fece l'uomo<br />
e in me raccolsi il senso combinato<br />
dei messaggi più antichi e più recenti.<br />
Lessi e vedevo gl'ideogrammi insieme<br />
fondersi e ridivilupparsi, a tondo<br />
danzare e ricomporsi in nuova formacaleidoscopio di figure e tipi e mutar senso inesauribilmente.<br />
E quando, abbacinato da tal vista<br />
alzai lo sguardo a riposare gli occhi,<br />
non ero solo - vidi - fra quei libri.<br />
C'era, rivolto agli scaffali, un vecchio<br />
(l'archivista?) che intento al suo lavoro<br />
s'affaccendava: e in me nacque vaghezza<br />
di saper che facesse, così assiduo.<br />
Con gesto delicato quel vegliardo<br />
prendeva un libro, vi leggea lo scritto<br />
ch'era sul dorso, vi sofffiava il fiato<br />
e col pollice lieve cancellava<br />
il titolo (forse anche deliziosa<br />
promessa di letture prelibate!),<br />
ve ne scriveva un altro, nuovo, tutto<br />
differente, e passava ad altro libro,<br />
prendendo a caso, vi cassava il nome<br />
e vi scriveva un titolo diverso.<br />
A lungo lo guardai perplesso, e mentre<br />
rinunciavo a capirlo, ritornai<br />
al volume nel punto ove interrotto<br />
avevo la lettura: ma- stupore! non trovai più le imrnagini attraenti<br />
di poc'anzi, e fuggiva e dileguava<br />
tutto quel mondo che m'avea conquiso<br />
e spiegato il valor dell'universo;<br />
e tentennava e s'annebbiava e nulla<br />
in quel dissolvimento rimaneva<br />
fuor che un vuoto grigior di pergamena.<br />
Sulla mia spalla allor sentii posarsi<br />
una mano, il vegliardo assiduo si era<br />
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