Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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un gesto, una formula.»<br />
Alexander si era fatto ancora più serio e quasi scuro<br />
in viso, ma non accennò a interrompere il Magister.<br />
«E vero» proseguì quest'ultimo «che nell'inviare<br />
la mia richiesta non speravo seriamente che venisse<br />
accolta, e non avrei avuto molta gioia se lo fosse stata;<br />
ma d'altro canto è anche vero che non sarei stato disposto ad accettare un rifiuto come decisione<br />
superiore.»<br />
«... non disposto ad accettare un rifiuto della vostra<br />
Autorità come decisione superiore... <strong>Di</strong>te, Magister, ho<br />
inteso bene?» lo interruppe il presidente spiccando<br />
le parole. Ora doveva aver compreso tutta la gravità<br />
della situazione.<br />
Knecht fece un piccolo inchino. «Sì, avete inteso<br />
bene. E vero che non potevo credere a un'evasione<br />
favorevole della mia domanda, ma ritenevo di doverla<br />
presentare per non venir meno all'ordine e alla forma.<br />
In tal modo offrivo, per così dire, alla venerata Autorità il destro di sbrigare la cosa con riguardo. Nel<br />
caso<br />
non fosse stata favorevole a questa soluzione, ebbene<br />
sì, già allora ero risoluto a non lasciarmi tenere a bada<br />
e tacitare, ma ad agire.»<br />
«Ad agire come?» domandò Alexander con voce<br />
sommessa.<br />
«Come mi prescrivono il cuore e la ragione. Ero<br />
risoluto a deporre la carica e ad iniziare un'attività<br />
fuori della Castalia, anche senza incarichi o permessi<br />
dell'Autorità.»<br />
<strong>Il</strong> direttore dell'Ordine chiuse gli occhi e parve non<br />
ascoltasse più. Knecht comprese che stava compiendo<br />
l'esercizio col quale, in caso di improvviso pericolo o<br />
minaccia, i membri dell'Ordine cercano di assicurarsi<br />
il dominio di sé e la tranquillità interiore: l'esercizio<br />
consiste nel fermare a lungo, per due volte, il respiro<br />
a polmoni vuoti. Vide il viso di colui che tanto stimava e persino amava e della cui spiacevole situazione<br />
si sapeva colpevole impallidire leggermente, poi riprendere colore con l'inspirazione lenta a partire dai<br />
muscoli addominali, vide riaprirsi gli occhi e rimanere un<br />
istante fissi, perduti, ma tosto destarsi e animarsi. Trasalendo guardò quegli occhi limpidi, sempre<br />
disciplinati, d'uomo ugualmente grande nell'obbedienza e nel<br />
comando, li vide rivolgersi a lui e osservarlo con freddezza, squadrandolo e giudicandolo. A lungo<br />
dovette<br />
sostenere quello sguardo in silenzio.<br />
«Ora credo di avervi compreso» disse finalmente<br />
Alexander con voce tranquilla. «Già da qualche tempo<br />
eravate stanco dell'ufficio o della Castalia, oppure assillato dal desiderio della vita mondana. Avete<br />
deciso di<br />
obbedire a questo impulso piuttosto che alle norme e<br />
ai vostri doveri, non avete sentito il bisogno di confidarvi con noi e di cercare consiglio e aiuto<br />
nell'Ordine.<br />
Per una questione di forma e a sgravio di coscienza<br />
ci avete poi rivolto quella domanda che sapevate inaccettabile, alla quale però, quando se ne fosse dovuto<br />
discutere, avreste potuto far appello. Poniamo che per<br />
il vostro così insolito contegno abbiate avuto motivi<br />
sufficienti e che le vostre intenzioni siano state, né<br />
posso immaginare diversamente, oneste e rispettabili:<br />
ma come è stato possibile che con codesti pensieri,<br />
desideri e propositi nel cuore, già transfuga interiormente, siate rimasto per tanto tempo al vostro posto e,<br />
a quanto pare, abbiate continuato ad amministrare il<br />
vostro ufficio in modo inappuntabile?»<br />
«Sono qui» disse il Maestro del <strong>Giuoco</strong> delle perle<br />
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