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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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non del sangue. Non credo che gli uomini riusciranno<br />

mai a coltivare una nobiltà del sangue insieme con<br />

quella dello spirito: sarebbe un'aristocrazia ideale, ma<br />

non è altro che un sogno. Noi castalii, benché morigerati e intelligenti, non siamo idonei a regnare; se<br />

dovessimo farlo non useremmo l'energia e l'ingenuità<br />

che occorrono al vero regnante e assai presto trascureremmo il nostro campo e il nostro vero compito che<br />

è quello di favorire la perfetta vita spirituale. Per regnare non occorre affatto essere stupidi e brutali,<br />

come<br />

talvolta hanno creduto gli intellettuali vanitosi ma ci<br />

vuole la gioia di agire verso l'esterno, la passione di<br />

identificarsi con mete e fini, e indubbiamente anche<br />

una certa destrezza e mancanza di scrupoli nella scelta<br />

delle vie che conducono al trionfo: dunque, tutte qualità che l'erudito (non vogliamo definirci sapienti)<br />

non<br />

deve avere e non ha, poiché la contemplazione è per<br />

noi più importante dell'azione, e nella scelta dei mezzi<br />

e dei metodi per raggiungere i nostri fini abbiamo imparato a essere il più Lpossibile scrupolosi e<br />

diffidenti.<br />

Dunque a noi non spetta regnare e far politica. Noi<br />

siamo specialisti nell'indagine, nella misura, nell'analisi,<br />

siamo chiamati a custodire e vagliare costantemente<br />

tutti gli alfabeti, gli abbachi e i metodi, siamo i verificatori dei pesi e delle misure spirituali. Certo siamo<br />

anche molte altre cose, all'occasione possiamo essere<br />

innovatori, scopritori, avventurieri, conquistatori e interpreti, ma la nostra prima e più alta funzione, per<br />

la quale il popolo ha bisogno di noi e ci mantiene, è<br />

la pulizia di tutte le fonti del sapere. Nel commercio,<br />

nella politica, o che so io, il vendere lucciole per lanterne può essere talvolta un merito geniale, tra noi<br />

invece non lo è mai.<br />

In precedenti agitati periodi, nelle così dette "grandi" epoche, durante guerre e rivoluzioni, si pretendeva<br />

che gli intellettuali s'inserissero nella politica. Così<br />

avvenne specialmente nella tarda era della terza pagina. Tra l'altro vi si chiedeva che lo spirito fosse<br />

politicizzato o militarizzato. Come le campane delle chiese<br />

venivano requisite per fondere cannoni, come l'immatura gioventù scolastica doveva colmare i vuoti delle<br />

truppe decimate, così si voleva sequestrare e adoperare lo spirito quale mezzo di guerra.<br />

Va da sé che una simile pretesa è inammissibile.<br />

Inutile dire che in caso di emergenza uno scienziato<br />

può essere distolto dalla cattedra o dalla scrivania e<br />

richiamato sotto le armi, che eventualmente può presentarsi volontario, che in un paese dissanguato dalla<br />

guerra deve ridurre tutti i bisogni materiali fino all'ultimo e fino alla fame. Quanto maggiore è la cultura<br />

di un uomo, quanto più ampi i suoi privilegi, tanto più<br />

grandi devono essere, nel momento del bisogno, i suoi<br />

sacrifici: noi speriamo che un giorno queste cose saranno ovvie per tutti i castalii. Ma se anche siamo<br />

disposti a sacrificare il nostro benessere, la comodità<br />

e la vita al popolo in pericolo, non vuol dire che si<br />

sia pronti a sacrificare lo spirito stesso, la tradizione<br />

e la morale della nostra spiritualità agli interessi del<br />

giorno, del popolo e dei generali. Vigliacco chi si sottrae alle fatiche, ai sacrifici e ai pericoli che il suo<br />

popolo deve affrontare, ma non meno vigliacco e traditore chi vien meno ai princìpi della vita spirituale<br />

per amore di interessi materiali, chi, per esempio, è<br />

disposto a lasciare ai potenti la decisione su quanto<br />

faccia due per due. Sacrificare il senso della verità,<br />

l'onestà intellettuale, l'osservanza delle leggi e dei metodi dello spirito a qualunque altro credo, anche a<br />

quello patriottico, è tradimento. Quando, nel conflitto<br />

di interessi e frasi fatte, la verità corre il rischio di<br />

essere svalutata, svisata e violentata come l'individuo<br />

come il linguaggio, come le arti e ogni cosa organica<br />

e genialmente coltivata, il nostro unico dovere è quello<br />

di reagire e di salvare la verità, cioè l'aspirazione alla<br />

verità che è il nostro credo supremo. L'erudito che<br />

oratore, scrittore o insegnante, dice scientemente il<br />

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