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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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primo luogo ti voglio dire quel poco che devi sapere per<br />

farti un'idea approssimativa della mia situazione. C'è<br />

dunque anzitutto la famiglia, il supremo potere nella<br />

vita d'un giovane, la riconosca o no. Io devo dire di<br />

essermici trovato bene finché ero ospite delle vostre<br />

scuole scelte. Durante l'anno godevo la vostra tutela<br />

e nelle vacanze venivo festeggiato e viziato a casa mia<br />

poiché ero figlio unico. A mia madre ero attaccato con<br />

tenero affetto, anzi con passione, e il distacco da lei<br />

era l'unico dolore che provassi a ogni partenza. Con<br />

mio padre ero in rapporti più freddi ma amichevoli,<br />

almeno durante gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza<br />

che passai tra voi; era un vecchio fautore della Castalia, andava orgoglioso di vedermi educato nelle<br />

scuole<br />

dell'élite e iniziato a cose elevate come il <strong>Giuoco</strong> delle<br />

perle. Questi soggiorni in famiglia durante le vacanze<br />

erano spesso veramente solenni e festosi, io e la famiglia ci conoscevamo, per così dire, soltanto in abito<br />

festivo. Certe volte, quando partivo per le vacanze,<br />

compiangevo voialtri che rimanevate e non sapevate<br />

niente di questa felicità. E inutile che mi soffermi a<br />

parlare di quel tempo, tu mi hai conosciuto allora<br />

meglio di chiunque altro. Ero anch'io quasi un cittadino di Castalia, forse un tantino più amante del<br />

mondo, più rude e superficiale, ma pieno di esuberanza<br />

beata, di slancio e di entusiasmo. Fu il periodo più<br />

felice della mia vita, benché allora non lo immaginassi nemmeno; perché in quegli anni di Waldzell mi<br />

ripromettevo la felicità più alta della mia esistenza dal<br />

periodo in cui, licenziato dalle vostre scuole, sarei ritornato a casa e, con l'aiuto della superiorità acquisita<br />

tra voi, avrei conquistato il mondo di laggiù. Invece,<br />

dopo averti lasciato, incominciò per me una intima<br />

discussione che ancora non si è conclusa e una battaglia nella quale non fui vincitore. Infatti, il paese nel<br />

quale ritornai non era più limitato alla mia casa paterna e non era certo lì ad aspettare per abbracciarmi e<br />

riconoscere la mia eccellenza waldzellese; e d'altro<br />

canto persino nella casa paterna incontrai tosto delusioni, difficoltà e stonature. Mi ci volle parecchio<br />

tempo<br />

per accorgermene; mi facevano da scudo la mia ingenua<br />

fiducia, la puerile fede in me stesso e nella mia fortuna,<br />

nonché la morale dell'Ordine inculcatami a Waldzell e<br />

la consuetudine della meditazione. Ma quak disincanto,<br />

quale doccia fredda fu per me la scuola superiore nella<br />

quale contavo di studiare materie politiche! <strong>Il</strong> tono<br />

dei discorsi fra studenti, il livello della loro cultura<br />

generale e delle loro riunioni, la personalità di alcuni<br />

insegnanti quanto si distaccavano da ciò che avevo<br />

visto tra di voi! Ricorderai come a suo tempo abbia<br />

difeso il nostro mondo contro il vostro e abbia fatto<br />

talvolta lo spaccone elogiando la vita "ingenua e indomita". Se tutto ciò meritava un castigo, caro amico,<br />

posso dire di essere stato castigato abbastanza. Infatti,<br />

quella vita ingenua, istintiva e innocente, quella infantilità e la non addomesticata genialità della vita<br />

naturale, possono fors'anche esistere, non so, fra i contadini o gli artigiani o altrove, ma io non le ho mai<br />

incontrate e meno ancora vi ho avuto parte. Ricorderai anche, non è vero?, come criticassi nei miei<br />

discorsi la presuntuosità e l'affettazione dei castalii, vera<br />

casta, dicevo, infatuata e frivola, col suo esclusivismo<br />

e con la sua albagia da élite. Ebbene, scoprii che gli<br />

uomini di mondo erano persino orgogliosi delle loro<br />

cattive maniere, della scarsa cultura, del rozzo e chiassoso umorismo, della sciocca scaltrezza nel<br />

limitarsi a<br />

fini pratici ed egoistici, e che nella loro angusta naturalezza si credevano non meno preziosi, pii ed eletti<br />

di quanto potesse credersi il più lezioso scolaro modello di Waldzell. Mi tendevano la mano o me la<br />

battevano sulla spalla, mentre altri reagivano a ciò che<br />

avevo di estraneo, di castalio, con quell'odio franco<br />

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