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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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nell'archivio e nella lingua del <strong>Giuoco</strong>. Una volta, circa<br />

venticinque anni prima; questo raro onore era toccato<br />

al grande Thomas von der Trave, l'odierno Magister<br />

Ludi, per le sue nuove abbreviazioni alchimistiche dei<br />

segni dello zodiaco, come del resto Magister Thomas<br />

contribuì anche in seguito alla conoscenza e all'inquadramento dell'alchimia in quanto lingua segreta,<br />

ricca<br />

di rivelazioni. Per questa volta Knecht rinunciò a<br />

usare nuovi valori del <strong>Giuoco</strong>, di cui, come quasi<br />

tutti i candidati, ne aveva pronti parecchi, né approfittò<br />

dell'occasione per professare il metodo psicologico come sarebbe stato conforme alla sua mentalità;<br />

costru~<br />

un <strong>Giuoco</strong> di struttura moderna e con temi personali,<br />

soprattutto però composto con trasparenza dassica e<br />

svolto in rigorosa simmetria, con ornamenti moderati<br />

e con una grazia degna dei maestri antichi. Può darsi<br />

che ve lo costringesse la distanza da Waldzell e dall'archivio del <strong>Giuoco</strong>, può darsi che dipendesse dal<br />

fatto<br />

che le sue energie e il suo tempo erano impegnati<br />

negli studi storici o può anche darsi che lo guidasse,<br />

più o meno consapevole, il desiderio di stilizzare il<br />

<strong>Giuoco</strong> nel modo più rispondente al gusto del suo<br />

maestro e amico Jacobus: noi non lo sappiamo.<br />

Abbiamo usato l'espressione " metodo psicologico»<br />

che forse non riuscirà comprensibile a tutti i nostri<br />

lettori. Ai tempi di Knecht era frase d'uso quotidiano.<br />

V'erano, infatti, a quel tempo correnti, mode, battaglie,<br />

diverse vedute e interpretazioni fra gli iniziati al <strong>Giuoco</strong> delle perle, e le discussioni vertevano soprattutto<br />

intorno a due concezioni di esso. Se ne distinguevano<br />

due tipi, il formale e lo psicologico, e noi sappiamo che<br />

Knecht, come Tegularius, il quale però si asteneva dal<br />

dibattito, apparteneva ai seguaci e fautori del secondo,<br />

salvo che Knecht invece di discorrere della "maniera<br />

psicologica» preferiva dire "pedagogica». <strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong> formale mirava a fare dei contenuti oggettivi di<br />

ciascun<br />

<strong>Giuoco</strong> - contenuti matematici, linguistici, musicalí<br />

eccetera - un'unità possibilmente compatta e senza lacune e un'armonia formalmente perfetta. <strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong><br />

psicologico invece non cercava l'unità e l'armonia, la<br />

completezza e perfezione cosmica nella scelta e disposizione, nell'intreccio e collegamento, nella<br />

contrapposizione dei contenuti, quanto piuttosto nella meditazione susseguente a ogni tappa del <strong>Giuoco</strong>; e a<br />

questa<br />

meditazione si dava la massima importanza. <strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong><br />

psicologico o, come Knecht preferiva, pedagogico, non<br />

presentava dall'esterno l'aspetto della perfezione, ma<br />

guidava invece il giocatore attraverso la sequenza delle<br />

meditazioni rigorosamente prescritte all'esperienza del<br />

perfetto e del divino. "<strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong> come l'intendo io»<br />

scrisse una volta Knecht al vecchio Maestro di Musica "abbraccia il giocatore dopo la meditazione come<br />

la superficie di una sfera ne racchiude il centro, e gli<br />

lascia l'impressione di aver staccato dal mondo fortuito<br />

disordinato, un mondo tutto simmetrico e armonioso e<br />

di averlo accolto in sé."<br />

Quel <strong>Giuoco</strong> dunque, col quale Knecht partecipò<br />

al grande concorso, era di costruzione formale, non<br />

psicologica. Può darsi che in tal modo egli volesse<br />

dimostrare ai superiori e anche a sé stesso di non aver<br />

perduto per nulla la pratica o l'elasticità, l'eleganza o<br />

il virtuosismo di giocatore di perle, nonostante il soggiorno a Mariafels e nonostante la sua missione<br />

diplomatica: dimostrazione che gli riuscì perfettamente. Affidò all'amico Tegularius, che a sua volta era tra i<br />

partecipanti alla gara, l'ultima trascrizione e copiatura<br />

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