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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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si riversava una marea di fervide scribacchiature e la<br />

raccolta, il vaglio, la forma di tutte quelle comunicazioni recavano l'impronta della merce in serie,<br />

prodotta<br />

in fretta e senza responsabilità. <strong>Delle</strong> appendici facevano parte del resto, a quanto sembra, anche certi<br />

giuochi ai quali i lettori stessi erano invitati a collaborare e coi quali veniva valorizzata la loro ipertrofia<br />

di sapere: Ziegenhalss ne parla in una lunga nota sul<br />

curioso argomento delle " parole incrociate " . A quei<br />

tempi migliaia e migliaia di persone, che per la maggior<br />

parte sgobbavano duramente da mane a sera, stavano nelle ore libere davanti a quadrati e croci di<br />

lettere. delle quali empivano le lacune secondo determinate norme. Ci guarderemo bene dallo scorgervi<br />

soltanto il lato ridicolo o paranoico e dal farcene beffe.<br />

Infatti quegli uomini, coi loro indovinelli puerili e<br />

coi loro articoli culturali, non erano per nulla bambini<br />

innocenti o gaudenti Feaci, ma vivevano invece una<br />

vita angosciata in mezzo a fermenti e terremoti politici,<br />

economici e morali. Fecero parecchie spaventevoli guerre e sommosse civili, e quei loro giochetti<br />

intellettuali<br />

non erano soltanto bambinaggini dolci e insensate ma<br />

rispondevano a un profondo bisogno di chiudere gli<br />

occhi, di evitare problemi insoluti e angosciose previsioni apocalittiche e di rifugiarsi, se possibile, in un<br />

innocuo mondo apparente. Con tenacia imparavano a<br />

guidare l'automobile, a fare difficili giuochi con le carte<br />

e come in sogno si dedicavano a risolvere parole incrociate, perché erano quasi inermi di fronte alla<br />

morte<br />

alla paura, al dolore, alla fame, le Chiese non davano<br />

loro alcuna consolazione, lo spirito non li consigliava<br />

più. Mentre leggevano tanti articoli e ascoltavano tanti<br />

discorsi, non si prendevano tempo e modo di fortificarsi contro la paura, di combattere dentro di loro la<br />

paura della morte, ma vivevano tremando senza alcuna<br />

fede in un domani.<br />

C'erano poi le conferenze, e qui dobbiamo parlare<br />

brevemente anche di questa un po' più nobile varietà<br />

della terza pagina. Sia persone competenti sia malandrini dello spirito ammannivano ai cittadini di quel<br />

tempo, ancora molto attaccati al concetto di cultura<br />

privo però del suo antico significato, non solo articoli<br />

ma anche conferenze in gran numero, e non già soltanto in forma di discorsi commemorativi in occasioni<br />

particolari, ma in un turbine di concorrenza e in quantità quasi incomprensibile. <strong>Il</strong> cittadino di una città di<br />

media grandezza o sua moglie potevano ascoltare ogni<br />

settimana, nelle città grandi quasi ogni sera, conferenze<br />

che offrivano istruzioni teoriche su qualche argomento<br />

su opere d'arte, su poeti, scienziati, esploratori e viaggi<br />

intorno al mondo. In quelle conferenze l'ascoltatore<br />

era del tutto passivo e vi si presupponeva tacitamente<br />

qualche suo rapporto con l'argomento, una preparazione, una capacità di comprensione che nella maggior<br />

parte dei casi non c'erano. Si tenevano conferenze divertenti, appassionate o spiritose, per esempio su<br />

Goethe, dove il poeta scendeva in marsina azzurra da diligenze postali seduceva fanciuiie di Strasburgo o di<br />

Wetzlar, oppure sulla civiltà araba, dove un certo numero di vocaboli di moda erano mescolati come dadi<br />

nel bussolotto, e tutti erano felici quando ne riconoscevano approssimativamente qualcuno. Si<br />

ascoltavano<br />

conferenze su scrittori dei quali non si erano mai lette<br />

o non si aveva intenzione di leggere le opere, si chiedeva che fossero accompagnate anche da proiezioni e<br />

si cercava, esattamente come nella terza pagina dei<br />

giornali, di raccapezzarsi in un diluvio di isolati e<br />

quindi insulsi valori culturali e frammenti di scienza.<br />

Insomma, si era quasi arrivati a quella spaventevole<br />

svalutazione della parola che da principio provocò, in<br />

segreto e in circoli ristrettissimi, quell'eroico e ascetico<br />

movimento di opposizione che poco dopo apparve potente alla luce del giorno e fu il punto di partenza di<br />

una nuova disciplina e dignità dello spirito.<br />

Nell'incertezza e nella falsità della vita spirituale di<br />

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