Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
apprendiamo e usiamo ogni informazione soltanto nell'interesse del nostro Ordine e della Castalia. Noi<br />
non<br />
siamo veri politici né abbiamo alcun potere, ma com'è<br />
logico facciamo assegnamento sul mondo che ha bisogno di noi o ci tollera. Eventualmente può esserci<br />
utile<br />
sapere se un uomo di stato è ospite del convento, se<br />
il papa è considerato ammalato o nuovi aspiranti sono<br />
accolti nell'elenco dei futuri cardinali. Non che dipendiamo dalle tue comunicazioni, disponiamo anzi di<br />
parecchie fonti, ma una piccola fonte in più non nuoce.<br />
Ora vai, non è necessario che tu mi risponda sì o no<br />
oggi stesso. Per il momento non proporti se non di<br />
eseguire bene il tuo incarico ufficiale e di farci onore<br />
presso quei padri spirituali. Ti auguro buon viaggio».<br />
Nel Libro delle Mutazioni che Knecht consultò prima di mettersi in viaggio, celebrando la cerimonia<br />
degli steli di millefoglie, s'imbatté nel segno Lu che significa «<strong>Il</strong> viandante", con la sentenza: «Riuscire<br />
mediante il poco. Al viandante è salutare la costanza".<br />
Al secondo posto trovò un 6 e cercò nel libro l'interpretazione:<br />
<strong>Il</strong> viandante giunge alla locanda.<br />
Ha tutto il suo con sé.<br />
Ottiene la costanza d'un giovane servo.<br />
<strong>Il</strong> commiato ebbe luogo con serenità, salvo che l'ultimo colloquio con Tegularius mise a dura prova la<br />
fermezza di entrambi. Fritz si fece forza e nella freddezza che impose a sé stesso parve quasi irrigidito:<br />
con l'amico partiva il meglio che possedesse. <strong>Il</strong> carattere di Knecht non ammetteva un legame così<br />
appassionato e soprattutto cosl esclusivo; in caso di bisogno<br />
poteva anche stare senza amici e rivolgere senza difficoltà il raggio della sua simpatia a nuovi oggetti e<br />
nuovi uomini. <strong>Il</strong> distacco non fu per lui una perdita<br />
cospicua; conosceva però già allora abbastanza bene<br />
Tegularius per sapere quanto dolorosa gli fosse la<br />
separazione, e per esserne preoccupato. Già altre volte<br />
era stato in pensiero per questa amicizia, una volta ne<br />
aveva persino parlato col Magister Musicae e fino a<br />
un certo punto aveva imparato a oggettivare e a considerare con occhio critico la propria esperienza e il<br />
proprio sentimento. Allora si era reso conto che, a<br />
rigore, o almeno non esclusivamente, non era il grande<br />
ingegno dell'altro a tenerlo legato e a infondergli quasi<br />
una passione, ma proprio l'unione di quell'ingegno con<br />
così gravi difetti, con tanta fragilità; e aveva capito<br />
che l'affetto unilaterale ed esclusivo di Tegularius aveva<br />
non soltanto un lato bello ma anche un fascino pericoloso, cioè lo tentava a far sentire la propria potenza<br />
all'amico dotato di minori forze, ma non di minore<br />
affetto. In quell'amicizia egli s'impose fino all'ultimo<br />
un grande ritegno e una severa disciplina. Nella vita<br />
di Knecht l'altro, per quanto gli fosse caro, non avrebbe<br />
mai avuto grande importanza se l'amicizia con un<br />
uomo così tenue, affascinato dall'amico tanto più forte<br />
e più sicuro di lui, non gli avesse fatto capire quale<br />
potere e quali attrattive poteva esercitare su certe persone. Imparò che un po' di questa capacità di attirare<br />
e d'influenzare gli altri è parte essenziale delle doti di<br />
un insegnante e educatore, e che nasconde pericoli e<br />
impone certe responsabilità. Tegularius infatti era soltanto uno fra molti e Knecht si vedeva esposto a<br />
numerosi sguardi cattivanti. Nell'ultimo anno aveva anche sentito con sempre maggior lucidità e<br />
consapevolezza l'atmosfera di alta tensione che regnava nel Villaggio dei Giocatori. Egli apparteneva a un<br />
circolo o<br />
ceto che ufficialmente non esisteva, ma era molto ben<br />
delimitato, alla selezione ristretta di candidati e ripetenti del <strong>Giuoco</strong> delle perle, a una cerchia della quale<br />
qualcuno era, sì, chiamato a fare l'assistente del Magister o dell'archivista o di chi dirigeva i corsi del<br />
<strong>Giuoco</strong>, ma nessuno veniva assegnato alla classe inferiore o media dei funzionari e degli insegnanti; essi<br />
costituivano invece la riserva per i posti direttivi. Qui<br />
tutti si conoscevano a vicenda, non avveniva quasi mai<br />
che uno s'ingannasse sul talento, sul carattere o sui<br />
98