Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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con l'intelletto, e Turu insegnava soprattutto con l'esempio, più mostrando che facendo lezione. Rare<br />
volte<br />
faceva un discorso filato e anche allora le parole erano<br />
soltanto un tentativo di chiarire meglio i suoi gesti,<br />
straordinariamente espressivi. <strong>Il</strong> tirocinio di Knecht<br />
era poco diverso da quello di un giovane pescatore e<br />
cacciatore nelle mani di un buon maestro e gli dava<br />
molta gioia perché imparava soltanto ciò che aveva<br />
già dentro di sé. Imparava a tendere agguati, a stare<br />
in ascolto, ad avvicinarsi strisciando, a osservare, a<br />
porsi in guardia, a fiutare e scoprire tracce. Ma la selvaggina che lui e il maestro insidiavano non era<br />
rappresentata soltanto da volpi e tassi, rospi e vipere,<br />
uccelli e pesci, bensì anche dallo spirito, dall'universale,<br />
dai collegamenti. Entrambi miravano a determinare, indovinare e predire il tempo fuggevole e<br />
capriccioso, a<br />
conoscere la morte in agguato nelle bacche e nel morso<br />
dei serpenti, a scoprire il segreto che collegava le nubi<br />
e le burrasche con le fasi della luna e influiva sulle<br />
sementi e sulla crescita come sulla prosperità e sul<br />
declino di uomini e animali. In fondo tendevano<br />
alla stessa meta che la scienza e la tecnica avrebbero<br />
perseguito millenni più tardi: dominare la natura e<br />
giocare con le sue leggi; ma lo facevano per vie del<br />
tutto diverse. Non si staccavano dalla natura né cercavano di pe<strong>net</strong>rarne i segreti con la violenza, non le<br />
erano mai contrari e ostili, ma sempre parte di essa<br />
e ad essa devoti. Può anche darsi che la conoscessero<br />
meglio e la trattassero con maggiore avvedutezza. Una<br />
cosa però non sapevano fare neanche nei loro pensieri più temerari: essere affezionati e soggetti alla<br />
natura e al mondo degli spiriti senza temerli o sentirvisi<br />
addirittura superiori. Non potevano neanche pensare<br />
questa hybris e avrebbero ritenuto assolutamente impossibile avere con le forze della natura, con la<br />
morte,<br />
coi demoni, un rapporto che non fosse quello della<br />
paura. La paura dominava la vita degli uomini. Vincerla sembrava impossibile. Ma per placarla, per<br />
fissarla entro determinate forme, vincerla d'astuzia e mascherarla, inserirla nell'insieme della vita, si<br />
ricorreva<br />
a vari sistemi di sacrifici. La paura era la pressione che<br />
gravava sulla vita di quegli uomini, la quale senza<br />
quella pressione non avrebbe avuto il terrore ma neanche l'intensità. Chi riusciva a nobilitare una parte<br />
della<br />
paura trasformandola in rispetto aveva fatto un bel<br />
passo avanti. Coloro la cui paura era diventata religiosità rappresentavano la parte buona e progredita<br />
di quell'epoca. Sacrifici se ne facevano molti e in forme<br />
svariate e una parte di quei sacrifici e di quei riti entrava nelle mansioni del mago della pioggia.<br />
Nella capanna la piccola Ada cresceva accanto a<br />
Knecht ed era una bella figliola, la prediletta del vecchio che, quando gli parve giunto il momento, la<br />
diede<br />
in moglie all'allievo. Da quel giorno Knecht fu considerato assistente del mago della pioggia, il quale,<br />
dopo averlo presentato alla mamma del villaggio come<br />
suo genero e successore, si faceva sostituire in varie<br />
bisogne e funzioni d'ufficio. A poco a poco, col passar<br />
delle stagioni e degli anni, il maestro cadde nella contemplativa solitudine dei vecchi e afffidò<br />
interamente a<br />
Knecht il proprio compito; e quando morì (lo trovarono accovacciato presso il focolare, chino su alcuni<br />
pentolini di brode magiche, i capelli bianchi bruciac¨chiati) il giovane era noto già da un pezzo al<br />
villaggio<br />
come mago della pioggia. Prima di tutto pretese dal<br />
consiglio degli anziani una sepoltura onorevole per il<br />
maestro e sulla tomba di lui bruciò tutto un carico di<br />
nobili e preziose erbe e radici.<br />
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