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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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ichiamò, mi ricondusse alla meditazione, mi educò e<br />

trasformò con la musica e la concentrazione, con la<br />

serenità e col coraggio e fece di me che nonostante la<br />

nostalgia castalia ero anticastalio, un vostro pari trasformando il mio infelice amore per voi in affetto<br />

fecondo».<br />

Così si espresse Designori, la cui ammirata gratitudine aveva certo ragion d'essere. Se trattandosi di<br />

ragazzi e giovi<strong>net</strong>ti non è molto difficile educarli al tenore di vita dell'Ordine attraverso i nostri metodi<br />

sperimentati, trattandosi di un uomo ormai sulla cinquantina il compito era assai difficile, anche se questi<br />

era dotato di buona volontà. Non che Designori sia<br />

diventato un castalio perfetto o addirittura esemplare.<br />

Knecht però riuscì pienamente nel suo intento: di<br />

sciogliere l'ostinato e amaro peso della sua tristezza,<br />

di riavvicinare all'armonia e alla serenità quell'anima<br />

fattasi ipersensibile e ombrosa, di sostituire ad alcune<br />

sue male consuetudini altrettante buone. S'intende che<br />

il Maestro del <strong>Giuoco</strong> delle perle non poté eseguire<br />

personalmente tutto il lavoro minuzioso che era necessario; ma si servì dell'organizzazione e delle energie<br />

di Waldzell e dell'Ordine in favore dell'ospite, per<br />

qualche tempo gli mandò persino a casa un maestro<br />

di meditazione fatto venire da Hirsland, sede della<br />

direzione dell'Ordine, affinché controllasse i suoi esercizi. Ma il piano e la guida rimasero nelle sue mani.<br />

Correva l'ottavo anno del suo ufficio di Magister<br />

quando per la prima volta accettò l'invito così spesso<br />

rivoltogli dall'amico e andò a trovarlo a casa sua, nella<br />

capitale. Col permesso della direzione dell'Ordine, al<br />

cui presidente Alexander era molto affezionato, approfittò di un giorno di festa per fare quella visita<br />

dalla quale si riprometteva molto, pur avendola prorogata da un anno a quella parte, sia perché prima<br />

voleva essere ben sicuro dell'amico, sia per una sua<br />

innata timidezza, poiché si trattava del suo primo<br />

passo nel mondo donde Plinio aveva portato quella<br />

sua rigida tristezza e nel quale dovevano celarsi tanti<br />

notevoli misteri. Trovò la moderna casa, che l'amico<br />

aveva scambiato con l'antica dimora cittadina dei Designori, governata da una donna imponente e<br />

intelligentissima, la quale però era a sua volta dominata<br />

da un figliolo carino, insolente e piuttosto maleducato,<br />

che pareva il centro di tutto e da sua madre doveva<br />

avere imparato l'atteggiamento prepotente e un po'<br />

umiliante nei riguardi del padre. Tutta la casa, poi,<br />

era fredda e diffidente verso tutto ciò che sapeva di<br />

Castalia, ma non per molto la madre e il figlio resistettero alla personalità del Magister, il cui ufficio si<br />

presentava a loro avvolto in un'aura di mistero, di<br />

santità e leggenda. Certo è che la prima visita avvenne<br />

in una atmosfera estremamente rigida e forzata. Knecht<br />

si limitò a osservare e ad attendere in silenzio, la<br />

signora lo accolse con cortesia formale e con interiore<br />

antipatia, come si può accogliere un alto ufficiale nemico in una casa requisita, il figliolo fu il meno<br />

impacciato poiché chi sa quante volte era stato testimone<br />

di situazioni simili e aveva forse preso gusto a osservarle e a trarne vantaggio. Suo padre faceva in casa<br />

la parte del padrone più di quanto non lo fosse in<br />

realtà. Fra lui e la signora regnava un tono di cortesia<br />

blanda, cauta, un po' timida, quasi in punta di piedi,<br />

che lei manteneva con molta maggior naturalezza e<br />

facilità del marito. <strong>Di</strong> fronte al figlio questi manifestava una tendenza al cameratismo che il giovi<strong>net</strong>to<br />

pareva avvezzo o a sfruttare o a respingere con malgarbo. Fu insomma un convegno faticoso, privo di<br />

schiettezza, gravido di istinti repressi, timoroso di turbamenti, pieno di situazioni tese, e lo stile del<br />

comportamento e dei discorsi, come quello di tutta la<br />

casa, era un po' troppo curato e voluto, quasi non si<br />

potesse erigere abbastanza solida, compatta e sicura la<br />

barricata contro eventuali assalti. Knecht fece anche<br />

un'altra osservazione: gran parte della riconquistata<br />

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