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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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si manterranno neutrali, se tutto il nostro popolo avrà<br />

la costanza unanime di attenersi (come non fa) al passato e di conservarsi fedele agli ideali castalii, lo farà<br />

invano. Già ora alcuni dei nostri parlamentari dicono<br />

molto chiaramente che la Castalia è per la nazione un<br />

lusso piuttosto caro. Non appena si sarà costretti a<br />

predisporre un riarmo considerevole, benché soltanto<br />

a scopo di difesa, e ciò può avvenire molto presto, si<br />

introdurranno misure di stretta economia, una gran<br />

parte delle quali colpirà anche noi per quanto il governo ci veda con benevolenza. Noi siamo orgogliosi<br />

che<br />

l'Ordine e la continuità della cultura spirituale da<br />

esso garantita richiedano dal paese sacrifici relativamente modesti. In confronto con altre epoche, specie<br />

coi primi tempi dell'era appendicistica dalle università<br />

riccamente dotate, dagli innumerevoli commendatori e<br />

dai lussuosi istituti, questi sacrifici non sono certo<br />

grandi. <strong>Di</strong>ventano poi insignificanti se li paragoniamo<br />

a quelli che la guerra e gli armamenti inghiottirono nel<br />

secolo guerresco. Sennonché proprio questi armamenti<br />

ridiventeranno forse tra poco una suprema necessità,<br />

nel parlamento torneranno a dominare i generali e<br />

quando il popolo fosse invitato a scegliere, a decidere<br />

se sacrificare la Castalia o esporsi al pericolo della<br />

guerra e della rovina, sappiamo fin da ora quale sarà<br />

il suo voto. Senza alcun dubbio verrà subito in auge<br />

un'ideologia bellica che conquisterà specialmente la<br />

gioventù, una concezione universale fatta di luoghi<br />

comuni, secondo la quale gli scienziati e l'erudizione,<br />

il latino e la matematica, la cultura e l'esercizio dello<br />

spirito hanno diritto di vivere solo in quanto possono<br />

servire a scopi bellici.<br />

L'onda è già in arrivo e un giorno ci spazzerà via<br />

tutti. Forse sarà un bene e una necessità. Per ora,<br />

colleghi reverendissimi, secondo la nostra comprensione degli avvenimenti, secondo la misura del nostro<br />

risveglio e del nostro coraggio, ci spetta quella limitata<br />

libertà di decidere e agire che è concessa agli uomini<br />

e fa della storia universale la storia dell'umanità. Se<br />

vogliamo, possiamo anche chiudere gli occhi perché<br />

il pericolo è ancora lontano- probabilmente noi, Magistri di oggi, potremo ancora condurre<br />

tranquillamente<br />

a termine il nostro compito e apprestarci a morire in<br />

pace, prima che il pericolo ci sovrasti e divenga a tutti<br />

evidente. Per me però, e forse non solo per me, questa<br />

tranquillità non sarebbe la pace della coscienza. Non<br />

vorrei rimanere in carica tranquillo a elaborare Giuochi di perle accontentandomi del pensiero che<br />

l'avvenire non dovrebbe trovarmi più in vita. Mi sembra<br />

invece necessario ricordare che anche noi, gente lontana dalla politica, apparteniamo alla storia e<br />

contribuiamo a farla. Perciò all'inizio del memoriale ho<br />

detto che la mia capacità di Magister è ridotta o almeno turbata perché non posso impedire che una gran<br />

parte dei miei pensieri sia assorbita dal pericolo futuro.<br />

Io rifiuto, è vero, alla mia fantasia di giocare con le<br />

forme che la sventura potrebbe assumere per noi e<br />

per me. Ma non posso ignorare il quesito: che cosa<br />

dobbiamo, che cosa debbo fare per affrontare il pericolo? A questo proposito mi sia concessa ancora una<br />

parola.<br />

Non vorrei associarmi alla pretesa di Platone che<br />

nello stato debba regnare il sapiente. A quel tempo<br />

il mondo era più giovane e Platone, benché fosse il<br />

fondatore di una specie di Castalia, non era affatto<br />

un castalio bensì un aristocratico di nascita, un uomo<br />

di stirpe regale. Sì, anche noi siamo aristocratici e formiamo una nobiltà, ma è una nobiltà dello spirito<br />

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