Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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correva dietro alle ragazze e varie volte dovette battersi duramente a pugni con altri giovani. E di nuovo<br />
arrivarono in una regione con pascoli estesi e stagni<br />
cinti di can<strong>net</strong>i e di bambù. Dasa vi incontrò una fanciul]a di nome Pravati e fu preso da folle amore per<br />
la magnifica creatura. Era figlia di un fittavolo; Dasa<br />
se ne innamorò talmente che dimenticò ogni cosa e<br />
rinunciò a tutto pur di ottenerla. Quando, dopo qualche tempo, i pastori lasciarono quella zona, egli fu<br />
sordo ai loro consigli e ammonimenti, prese commiato<br />
da essi e dall'amata esistenza pastorale, divenne sedentario e tanto fece che ottenne Pravati in moglie. Ora<br />
lavorava i campi di miglio e le risaie del suocero,<br />
aiutava nel mulino e andava a far legna; alla sua<br />
donna costruì una capanna di fango e bambù e ve la<br />
tenne rinchiusa. Dev'essere enorme la forza che induce<br />
un giovane ad abbandonare tutte le gioie precedenti,<br />
i compagni e le consuetudini, a mutar vita e ad assumersi, tra forestieri, la non invidiabile parte del<br />
genero.<br />
Tanta era la bellezza di Pravati, tanto seducente la promessa delle intime gioie amorose che emanava dal<br />
suo<br />
viso e dalla sua persona che Dasa divenne cieco per<br />
tutto il resto, si diede interamente a lei e tra le sue<br />
braccia trovò infatti una grande felicità. Si racconta<br />
di santi e di esseri celesti che, affascinati da una donna<br />
deliziosa, la tennero abbracciata per giorni, mesi e<br />
anni fondendosi con lei, tutti compresi del piacere,<br />
dimentichi di ogni altra occupazione: così, anche Dasa<br />
avrebbe desiderato che fossero la sua sorte e il suo<br />
amore. Altro invece era il suo destino, e quella felicità<br />
non durò molto. Durò circa un anno, che non fu<br />
neanche tutto felicità ma lasciò spazio per varie altre<br />
cose, per le moleste pretese del suocero, per i frizzi<br />
dei cognati, per i capricci della giovane moglie. Ma<br />
ogni qualvolta egli si coricava con lei, tutto ciò era<br />
dimenticato e svaniva nel nulla, tanto lo attirava quel<br />
sorriso, tanto gli era dolce accarezzare le belle membra,<br />
tanto era fiorito di mille corolle e profumi e ombre il<br />
giardino del piacere che gli veniva dal giovane corpo.<br />
La felicità non aveva ancora compiuto l'anno allorché un giorno il paese fu tutto in fermento. Messi a<br />
cavallo arrivarono ad annunciare il giovane rajah, e<br />
di lì a poco questi comparve in persona con un corteo<br />
di armati, cavalli e salmerie per dedicarsi alla caccia<br />
nella zona, qua e là si rizzarono tende, si udirono<br />
sbuffare cavalli e corni squillare. Dasa non se ne curò,<br />
continuò la fatica dei campi, badò al mu]ino e cercò<br />
di scansare cacciatori e cortigiani. Ma quando, uno di<br />
quei giorni, ritornò nella capanna e non vi trovò la<br />
sua donna, alla quale aveva severissimamente vietato<br />
di uscire, provò una fitta al cuore ed ebbe il presagio<br />
che sul suo capo si stesse addensando una sciagura.<br />
Corse dal suocero, ma Pravati non era nemmeno lì<br />
e tutti affermavano di non averla veduta. L'angoscia<br />
andò crescendo dentro al suo cuore. Fece ricerche nell'orto e nei campi, andando e venendo per un giorno<br />
o due fra la sua capanna e quella del suocero, stette<br />
a spiare tra i solchi, scese nei pozzi, pregò, la chiamò<br />
per nome, bestemmiò, cercò le orme sul terreno. <strong>Il</strong><br />
più giovane dei cognati, ancora giovi<strong>net</strong>to, gli rivelò<br />
infine che Pravati era col rajah, abitava nella tenda di<br />
lui e la si era vista cavalcare sul suo cavallo. Dasa si<br />
aggirò invisibile intorno all'accampamento di Nala e<br />
aveva con sé la fionda che gli era servita quando faceva<br />
il pastore. Ogni qualvolta, di giorno o di notte, la<br />
tenda del principe rimaneva senza sorveglianza, egli<br />
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