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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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ci tiene occupati ~ ora ci sprona e innalza, ora ci stanca<br />

e deprime, con tanto maggior facilità trascuriamo questa fonte, come chi si accanisce in un lavoro<br />

mentale<br />

è incline a trascurare il corpo. I veri grandi della storia universale o sapevano meditare o conoscevano, sia<br />

pure inconsapevolmente, la via per giungere là dove<br />

ci porta la meditazione. Gli altri uomini, anche i più<br />

intelligenti e robusti, hanno finito col naufragare e<br />

soccombere perché il loro compito o il loro sogno ambizioso era giunto a dominarli e li ossessionava a tal<br />

punto da renderli incapaci di staccarsi dall'attualità.<br />

Bene, son tutte cose che sai, che s'imparano coi primi<br />

esercizi. E sono inesorabilmente vere. Quanto siano<br />

vere si vede soltanto allorché si è smarrita la via».<br />

<strong>Di</strong> questó racconto Josef ritenne il sufficiente per<br />

fargli fiutare il pericolo in cui si trovava e riprendere<br />

con novella passione gli esercizi. Molta impressione<br />

gli fece la circostanza che per la prima volta il Maestro<br />

gli rivelava un brano della sua vita personale, di quando era giovane e immerso negli studi: per la prima<br />

volta si rese conto che anche un Maestro, un semidio,<br />

può essere stato giovane e aver imboccato vie traverse.<br />

Con gratitudine comprese quale fiducia quell'uomo venerato gli avesse dimostrato con la sua confessione.<br />

Dunque era possibile errare, stancarsi, cozzare contro<br />

i precetti e tuttavia cavarsela, ritrovare la via giusta e<br />

diventare infine Maestro. Così superò la crisi.<br />

Nei due o tre anni di Waldzell, al tempo della battagliera amicizia tra Plinio e Josef, la scuola ne visse<br />

lo spettacolo come un dramma al quale ciascuno aveva<br />

parte, dal preside fino al più giovane allievo. I due<br />

mondi, i due princìpi erano impersonati in Knecht e<br />

Designori, ognuno dei due potenziava l'altro, ciascuna<br />

disputa diventava una gara solenne e rappresentativa<br />

che riguardava tutti. E come Plinio da ogni vacanza,<br />

da ogni contatto col suolo materno portava con sé<br />

nuove energie, così Josef succhiava forze novelle da<br />

ogni riflessione, da ogni lettura, dagli esercizi di concentrazione, dagli incontri col Magister Musicae e<br />

diventava sempre più adatto a rappresentare e a difendere la Castalia. A suo tempo, ancora fanciullo, aveva<br />

sentito la prima chiamata. Ora sentiva la seconda, e<br />

quegli anni fecero di lui la figura perfetta del cittadino<br />

di Castalia. Da tempo aveva anche assorbito i primi<br />

insegnamenti nel <strong>Giuoco</strong> delle perle e già allora, nelle<br />

vacanze e sotto il controllo di uno dei dirigenti, incominciava ad abbozzare propri giuochi di perle. E qui<br />

scoperse una delle più generose fonti di gioia e di<br />

riposo interiore; dopo le sue insaziabili esercitazioni<br />

al cembalo e al clavicordo insieme con Carlo Ferromonte, nessuna cosa gli aveva fatto tanto bene, lo<br />

aveva talmente rinfrescato, irrobustito, confortato e<br />

rallegrato quanto queste prime avanzate nel mondo<br />

stellare del <strong>Giuoco</strong> delle perle di vetro.<br />

A quegli stessi anni risalgono le poesie del giovane<br />

Josef Knecht che ci furono conservate in copia da<br />

Ferromonte; può anche darsi che fossero più di quelle<br />

che possediamo ed è da ritenere che anche queste<br />

poesie, di cui le più antiche furono composte prima<br />

che Knecht fosse introdotto nel <strong>Giuoco</strong> delle perle,<br />

abbiano contribuito a facilitargli il compito e a fargli<br />

superare quegli anni critici. Qualunque lettore scoprirà<br />

in questi versi ora elaborati, ora frutto di rapida improvvisazione, tracce di quelle profonde scosse e della<br />

crisi che Knecht attraversò allora sotto l'influsso di<br />

Plinio. In parecchi versi si nota una profonda inquietudine, un dubitare di sé stesso e del valore della<br />

propria esistenza, finché nella poesia "<strong>Il</strong> <strong>Giuoco</strong> delle<br />

perle di vetro" la pia dedizione appare pienamente attuata. Del resto una certa condiscendenza al mondo<br />

di<br />

Plinio, una parziale rivolta a determinate leggi interne<br />

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