Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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del tramonto: fasci di luce fioccosa e spumeggiante<br />
negli spazi pallidi e freddi. Già da qualche giorno<br />
Knecht aveva sentito qualche cosa che era più forte<br />
e più strana di ciò che aveva sentito ogni anno nel<br />
periodo in cui le giornate si accorciano, un agitarsi<br />
degli esseri superiori nello spazio celeste, un'ansietà<br />
della terra, delle piante e degli animali, un'irrequietezza nell'aria, un'instabilità, un'attesa trepida, un<br />
presentimento in tutta la natura. Ne facevano parte anche<br />
le nuvolette accese di quella sera col loro moto ondeggiante che non corrispondeva al vento della terra, e<br />
con la loro luce rossa, supplice e triste, riluttante a<br />
spegnersi, scomparsa la quale furono improvvisamente<br />
invisibili. Nel villaggio regnava il silenzio, davanti alla<br />
capanna dell'avola i visitatori e i fanciulli accorsi per<br />
ascoltare si erano già dispersi, un paio di ragazzi ruzzavano ancora, ma tutti gli altri erano già nelle<br />
capanne e avevano cenato da un pezzo. Molti si erano<br />
coricati e forse nessuno, tranne il mago della pioggia, osservava le nuvole rosse nella sera. Knecht<br />
passeggiava nell'orticello dietro la capanna riflettendo sul<br />
tempo, e ogni tanto sedeva irrequieto per brevissimo<br />
riposo sul ceppo che in mezzo alle ortiche serviva per<br />
spaccare la legna. Con lo spegnersi dell'ultima nube le<br />
stelle apparvero all'improvviso nel cielo ancora chiaro<br />
e verdognolo e aumentarono rapidamente di numero<br />
e di forza luminosa. Dove un momento prima se n'erano viste due o tre, ne brillavano dieci o venti. <strong>Il</strong><br />
mago della pioggia ne conosceva parecchie, conosceva<br />
i loro aggruppamenti e le famiglie, le aveva viste centinaia di volte. <strong>Il</strong> loro immutato ritorno aveva un che<br />
di tranquillante poiché le stelle danno conforto e, pur<br />
essendo lontane e fredde, pur non irradiando calore,<br />
sono fidate, sempre al loro posto, simbolo di ordine,<br />
promessa di durata. Apparentemente estranee, lontane<br />
e opposte alla vita sulla terra, alla vita degli umani,<br />
mai tocche dal calore di essa, dalle sue convulsioni,<br />
estasi e sofferenze, sovrastandoci fino all'ironia Cl)ll la<br />
loro fredda maestà nobile ed eterna, le stelie sono<br />
però in rapporto con noi, forse ci guidano e ci governano, e se qualche scienza umana, qualche proprietà<br />
spirituale, qualche sicurezza e superiorità dello spirito<br />
sulle cose caduche sono state raggiunte e fissate, assomigliano alle stelle, come esse emanano una gelida<br />
calma, confortano con brividi freddi, hanno lo sguardo<br />
eterno e un poco ironico. Varie volte il mago della<br />
pioggia aveva sentito ciò nel suo intimo e se anche<br />
non era con le stelle in quella relazione stretta, eccitante, di continuo mutevole, ciclica che esisteva fra lui<br />
e la luna grande e vicina, il grasso pesce magico dell'oceano celeste, le venerava però profondamente ed<br />
era loro avvinto da numerose credenze. Guardarle a<br />
lungo e subirne l'influsso, offrire ai loro freddi sguardi<br />
la propria piccolezza, il proprio calore, le proprie trepidazioni, era stato spesso per lui come prendere un<br />
bagno o trangugiare un farmaco.<br />
Anche quella sera sfavillavano come sempre, ma più<br />
chiare e quasi levigate nell'aria tesa e sottile. Tuttavia Knecht non trovava la calma per affidarsi alle<br />
stelle; una forza proveniente da spazi sconosciuti lo<br />
tirava, gli faceva dolere tutti i pori, gli succhiava gli<br />
occhi, agiva su di lui come il rodio d'una corrente,<br />
come un tremito ammonitore. Lì accanto, nella capanna, guizzava rossa e torbida la brace calda sul<br />
focolare,<br />
scorreva la piccola vita tiepida, echeggiava un richiamo,<br />
una risata, si udiva uno sbadiglio, veniva un sentore<br />
umano di pelle calda, di maternità, di sonno infantile,<br />
e quell'innocua vicinanza faceva parere ancor più profonda la notte e più remote le stelle nella loro<br />
inconcepibile altezza.<br />
Ed ecco, mentre Knecht udiva dall'interno della<br />
capanna il melodioso e sommesso vibrare della voce<br />
di Ada che cullava un bambino, nel cielo incominciò<br />
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