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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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74<br />

UMANITÀ<br />

(1) Il mondo è uno e la sua sofferenza è una; l’umanità è realmente un’unità; ma molti non se<br />

ne rendono conto, e tutto l’insegnamento presente è volto a risvegliare l’umanità a questa<br />

realtà, finché si è ancora in tempo per allontanare condizioni ancora peggiori. Anche i peccati<br />

dell’umanità sono tutt’uno. La sua meta è unica, come una sola è la grande famiglia umana<br />

che deve emergere nel futuro. Voglio dare risalto a questo pensiero: è una sola umanità,<br />

raffinata, disciplinata, ma illuminata e fusa, che dobbiamo far emergere in futuro. Chi non lo<br />

afferra, sia belligerante o neutrale, soffrirà profondamente per la mancata partecipazione al<br />

fato generale. Gli atteggiamenti isolazionisti o di superiorità del disorientato popolo tedesco,<br />

sono tendenze separative della forma, un errore di valutazione. Ma la stessa cosa si ritrova,<br />

velata da belle parole e da un idealismo nebuloso, in ogni potenza neutrale, isolata dagli<br />

avvenimenti attuali. La Gerarchia non è neutrale. Essa è per l’elemento giusto d’ogni nazione<br />

ed è contro tutti gli atteggiamenti separativi, isolazionisti e materialistici. Questi impediscono<br />

la comprensione dei veri valori spirituali e ostacolano lo sviluppo umano. Identificarsi con il<br />

tutto e partecipare alle condizioni del mondo - volontariamente e non per forza - è la via di<br />

salvezza per tutti i popoli. Rifletteteci. (9 – 65).<br />

(2) …all’opera da lungo tempo preordinata per l’umanità, designata come agente distributore<br />

dell’energia spirituale ai tre regni subumani. È il servizio principale che il quarto regno ha<br />

intrapreso per mezzo delle sue anime incarnatesi. L’irradiazione umana diventerà un giorno<br />

tanto potente e di tale portata che penetrerà nelle profondità stesse del mondo fenomenico e<br />

del regno minerale. (9 – 124).<br />

(3) …che lo scopo del nuovo ordine sociale, della nuova politica e della nuova religione, è di<br />

perfezionare la coscienza umana, istituire i valori più alti, proporli all’attenzione degli uomini,<br />

e porre fine al materialismo. Si tratta, in fin dei conti, della meta perseguita da tutti i veri<br />

conoscitori e dagli uomini spirituali di tutti i tempi: introdurre la legge del Regno di Dio, il<br />

dominio dell’anima, la cui natura è amore, e proseguire l’opera iniziata dal Cristo, l’era di<br />

pace in terra, e buona volontà per tutti gli uomini. Ciò è palese nell’insistenza con cui i capi<br />

politici e le chiese di tutto il mondo proclamano la necessità di pace.<br />

Per Coloro che guidano l’umanità alla nuova era, gli uomini si suddividono in quattro<br />

gruppi principali. Questa è naturalmente una generalizzazione e vi sono molti gruppi minori,<br />

che li connettono fra loro.<br />

Primo, le masse ignoranti: sono esasperate per la povertà, la disoccupazione,<br />

l’analfabetismo, la fame, la miseria, e la mancanza di agio per progredire e istruirsi. Sono<br />

evolute quel tanto che basta per rispondere al dominio mentale e alla suggestione di alcuni<br />

uomini poco più progrediti. Per questo sono facilmente inquadrate, influenzate, livellate e<br />

trascinate ad azioni collettive da chiunque sia abbastanza abile da sfruttarne emotivamente le<br />

necessità materiali, il patriottismo e l’odio per i più abbienti. È facile dominarle con la paura,<br />

e sospingerle all’azione con richiami emotivi.<br />

Ignoranti e sofferenti come sono, si lasciano trascinare facilmente dagli ardori dell’odio e<br />

del fanatismo, e rappresentano quindi una delle minacce più grandi e innocenti del momento<br />

attuale. Sono trastulli nelle mani di quelli che ne sanno di più, non possono sfuggire a chi<br />

vuole sfruttarle ai propri fini. I richiami e le promesse di natura emotiva hanno buon gioco su<br />

di loro, e per contro non reagiscono, o quasi, alle idee, in quanto sono uomini ancora immaturi<br />

per pensare da soli. Salvo poche eccezioni, sono anime giovani. Non è l’idealismo dei capi e<br />

dei demagoghi che li impressiona e li spinge all’azione (quasi sempre violenta), bensì il<br />

desiderio di vendetta, la brama di possessi materiali e la determinazione ad essere vincitori.<br />

Incarnano la psicologia, la condotta e la violenza della folla. Sono impotenti, sfruttati e, come<br />

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