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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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luce, dal soggettivo emanò l’oggettivo. La quiete negativa del corpo emozionale lo rende<br />

ricettivo alle impressioni provenienti dall’alto. La calma positiva del corpo mentale conduce<br />

all’ispirazione superiore.<br />

Dopo aver cercato di controllare e di impiegare in modo saggio la sua triplice personalità,<br />

chi ama l’umanità cerca la perfezione nell’azione. La sua attenzione non è assorbita da sogni<br />

grandiosi di martirio ed a chimere gloriose ma effimere di un servizio di natura spettacolare,<br />

ma la sua linea di condotta è l’applicazione immediata di tutte le sue forze al dovere<br />

immediato. Sa che il perfezionare il primo piano della sua vita ed i particolari dell’opera a lui<br />

più vicina promuoveranno l’accuratezza anche nello sfondo e ne risulterà un insieme di rara<br />

bellezza. La vita procede a piccoli passi, ma ognuno di essi, compiuto al momento opportuno,<br />

ed ogni istante saggiamente utilizzato fanno percorrere grandi distanze e conducono ad una<br />

vita ben spesa. Coloro che guidano la famiglia umana mettono alla prova tutti gli aspiranti al<br />

servizio nei piccoli dettagli della loro vita quotidiana; chi mostra i segni di un’azione costante<br />

nelle cose apparentemente non essenziali viene promosso ad una sfera di maggiore<br />

importanza. Come potrebbero, in tempo d’emergenza o di crisi, fidarsi di chi nella vita d’ogni<br />

giorno opera male e con trascuratezza?<br />

Un altro metodo di servizio si dimostra nell’adattabilità.<br />

Ciò comporta la prontezza a ritirarsi quando altre o più importanti persone sono inviate a<br />

occupare il nostro posto o, viceversa, la capacità di lasciare le proprie funzioni per assumerne<br />

altre di maggiore importanza quando un operatore meno competente sia in grado di svolgere<br />

le nostre mansioni con altrettanta facilità e discernimento. È indizio di saggezza in tutti coloro<br />

che servono sia di non sopravvalutarsi che di non sottovalutarsi. Risulta un pessimo lavoro<br />

quando persone poco efficienti svolgono certe mansioni, ma vengono sciupati tempo e potere<br />

anche quando operatori abili occupano posti in cui le loro risorse non sono sfruttate<br />

pienamente, incarichi che uomini e donne meno dotati sarebbero in grado di svolgere<br />

altrettanto bene. Siate dunque pronti, voi tutti che servite, a compiere per un’intera esistenza<br />

mansioni poco appariscenti e che sembrano prive d’importanza, poiché tale può essere il<br />

vostro destino e tale il posto nel quale potete meglio servire; ma siate ugualmente pronti a<br />

passare a compiti di maggior valore apparente a una parola pronunciata dal Maestro e quando<br />

le circostanze, e non i vostri progetti di servizio, indicano che il momento è giunto. Riflettete<br />

su quest’ultima frase.<br />

3. L’atteggiamento che segue l’azione.<br />

Quale dovrebbe essere? Totale distacco, totale oblio di sé e totale dedizione al prossimo<br />

passo da compiere. Servitore perfetto è chi compie al massimo delle sue capacità quella che<br />

pensa essere la volontà del Maestro ed il lavoro da compiere in cooperazione con il piano di<br />

Dio. Fatta la sua parte, procede nella sua opera senza curarsi del risultato della sua azione. Sa<br />

che occhi più saggi dei suoi vedono la fine fin dal principio; che una percezione più profonda<br />

e più amorevole della sua soppesa i frutti del suo servizio; che un giudizio più profondo del<br />

suo valuta la forza e l’estensione della vibrazione stabilita e la adatta secondo il movente. Non<br />

è orgoglioso di ciò che ha fatto. Né si lascia deprimere dall’insuccesso.<br />

Fa sempre del suo meglio e non spreca tempo a contemplare le cose passate, ma si<br />

spinge innanzi per compiere il prossimo dovere. Rimuginare sulle azioni trascorse e volgere la<br />

mente ai conseguimenti del passato sono di natura involutiva, mentre il servitore cerca di<br />

operare con la legge evolutiva. È importante ricordarlo. Il servitore saggio, dopo l’azione non<br />

presta attenzione a ciò che ne dicono i suoi compagni di servizio, purché i suoi superiori<br />

(siano essi incarnati o gli stessi Grandi Esseri) dimostrino soddisfazione o tacciano; non si<br />

preoccupa se il risultato dell’azione non è quello previsto, purché abbia fatto fedelmente il<br />

massimo possibile; non si cura dei rimproveri e delle critiche che possono assalirlo se il suo sé<br />

interiore rimane calmo e non lo accusa; non si turba se perde amici, parenti, figli, la popolarità<br />

di cui era circondato e l’approvazione del suo ambiente, purché il suo senso interiore di<br />

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