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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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pervenire ad un punto di tale oblio di se stesso, che il Maestro non troverà alcun impedimento<br />

ad accostarsi a lui. (4 - 594/5).<br />

(16) Maestro di Saggezza è Uno Che ha superato la quinta iniziazione. Ciò in realtà significa<br />

che la Sua coscienza ha subito una espansione tale da includere il quinto regno, spirituale. Si è<br />

aperto la strada attraverso i quattro regni inferiori: minerale, vegetale, animale e umano - e<br />

mediante la meditazione ed il servizio ha esteso la propria coscienza sino a comprendervi il<br />

piano dello spirito. (2 - 259). (Ed. It.’85: 2 - 255).<br />

(17) I Maestri sono immuni alle malattie proprio perché hanno superato tutto il karma dei tre<br />

mondi e sono liberi. (17 - 382).<br />

(18) Per quanto riguarda la Gerarchia stessa, i suoi Membri (molti di Loro), esotericamente e<br />

tecnicamente parlando, “vengono astratti dal punto di santità mediano e assorbiti nel<br />

Consiglio del Signore”. In altre parole, passano ad un lavoro superiore e divengono custodi<br />

dell’energia della volontà divina e non semplicemente i custodi dell’energia d’amore. Da quel<br />

momento in poi operano come unità di potere e non semplicemente come unità di luce. La<br />

Loro opera diviene dinamica invece di essere attrattiva e magnetica, e riguarda l’aspetto vita e<br />

non semplicemente l’aspetto anima o coscienza. I Loro posti, secondo la legge di Ascensione,<br />

vengono occupati dai Loro discepoli più anziani, gli iniziati dei Loro Ashram, e (in base al<br />

medesimo grande processo) il posto di questi iniziati, che vengono così “innalzati” ad un<br />

lavoro più importante, è occupato da discepoli e discepoli in prova. (18 - 15/6).<br />

(19) L’influenza del Maestro, che cerca di aiutare il discepolo, produce sempre uno<br />

sconvolgimento transitorio - transitorio dal punto di vista dell’anima, ma spesso terribile da<br />

quello della personalità... L’aspirante e il discepolo inesperto si risentono di questo e<br />

incolpano le fonti che provocano il loro disagio, invece di imparare la necessaria lezione di<br />

ricevere e maneggiare la forza. (18 - 32). Vedi anche: “il Quinto Regno”, e “La Gerarchia”.<br />

110<br />

IL MAESTRO DJWHAL KHUL<br />

(1) Il Maestro Djwal Khul, o Maestro D. K. come viene frequentemente chiamato, è un altro<br />

adepto del secondo Raggio, di Amore-Saggezza. Conseguì la quinta iniziazione nel 1875,<br />

ultimo in ordine di tempo fra gli adepti, e perciò vive ancora nel medesimo corpo di allora,<br />

mentre quasi tutti gli altri Maestri conseguirono la quinta iniziazione in corpi precedenti agli<br />

attuali. Il suo corpo quindi non è giovane, ed Egli è Tibetano. È molto devoto al Maestro K.H.<br />

e dimora in una casetta poco distante da quella più grande del Maestro. Per la sua<br />

predisposizione a servire ed a compiere qualunque cosa ci sia da fare, è stato chiamato il<br />

“Messaggero dei Maestri”. È molto erudito, e fra i Maestri è il più profondo conoscitore di<br />

quanto concerne i raggi e le Gerarchie planetarie del sistema solare. Lavora con coloro che si<br />

dedicano alla guarigione; ignoto e non visto coopera con tutti i ricercatori della verità nei<br />

grandi laboratori del mondo, con tutti coloro che si dedicano in modo preciso a risanare e dare<br />

sollievo al mondo, e con i grandi movimenti filantropici mondiali come la Croce Rossa. Si<br />

occupa dei discepoli di diversi Maestri che sono in grado di trarre profitto dalle sue istruzioni,<br />

e negli ultimi dieci anni si è assunto buona parte dell’opera di insegnamento del Maestro<br />

Morya e del Maestro K.H., prendendo alcuni dei loro discepoli in periodi stabiliti. Inoltre<br />

lavora con certi gruppi di deva degli eteri, i deva guaritori, i quali collaborano con Lui nel<br />

curare alcune malattie fisiche dell’umanità. Egli dettò gran parte de “La Dottrina Segreta” a<br />

H. P. Blavatsky e le mostrò molte illustrazioni, fornendo inoltre la maggior parte dei dati<br />

contenuti in quell’opera. (1 - 57/8).<br />

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