RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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circostante una nota dissimile da quelle che risuonano nel mondo terrestre colpirà il suo<br />
orecchio.<br />
Ascolta, O Pellegrino, perché quando quel suono colpisce il senso interno con una vivida<br />
vibrazione sappi che è stato raggiunto un punto che segna una grande transizione.<br />
Stai attento allora, O Pellegrino, all’arrivo di quel momento. Con sforzo purificato sali più<br />
vicino a quel Suono. Sappi che quando il suo tono si insinuerà nell’alba nebbiosa o colpirà<br />
dolcemente l’orecchio nella piena luce del sole, presto l’udito interiore diventerà sensibilità<br />
ampliata e darà luogo alla vista e alla comprensione perfetta.<br />
Sappi, quando la musica delle sfere ti perverrà nota per nota, nella bruma dell’alba o nel sole<br />
di mezzogiorno, nella frescura della sera o risuonante nel profondo nella notte, che nei suoi<br />
accenti ritmici sta la rivelazione segreta. (18/763)<br />
(4) Le Sei Regole Del Sentiero (Regole di Via):<br />
I. La Via si percorre nella piena luce del giorno, irradiata da Coloro che sanno e guidano.<br />
Nulla può quindi restare celato, e a ogni svolta si è faccia a faccia con se stessi.<br />
II. Sulla Via il nascosto si rivela. Ciascuno vede e conosce le meschinità altrui. (Non<br />
trovo come meglio tradurre l’antica parola per l’indicibile ottusità, bassezza, crassa<br />
ignoranza ed egoismo, caratteristiche dell’aspirante medio). Ciò nonostante non si<br />
torna indietro, non vi è disprezzo reciproco, non si esita. La Via procede nella luce del<br />
giorno.<br />
III. Sulla Via non si è soli, né ci si affretta. Pure, non c’è tempo da perdere. Ogni<br />
pellegrino, sapendolo, accelera il passo fra i suoi fratelli. Alcuni sono avanti e li segue.<br />
Altri sono indietro e li attende. Non procede solo.<br />
IV. Tre cose deve evitare il pellegrino: un cappuccio, il velo che gli nasconda il volto;<br />
avere riserva d’acqua bastevole solo per lui, un bastone senza manico ricurvo.<br />
V. Ciascuno porta con sé ciò di cui abbisogna: fuoco, per riscaldare i fratelli; una lampada<br />
per irradiare il suo cuore e mostrare la natura della sua vita celata; una borsa d’oro che<br />
non sperpererà ma spartirà con gli altri; uno scrigno sigillato nel quale racchiude tutte<br />
le proprie aspirazioni per deporle ai piedi di Colui che attende di salutarlo al cancello –<br />
un cofano sigillato.<br />
VI. Procedendo sulla Via il Pellegrino deve avere l’orecchio vigile, la mano che offre, la<br />
bocca che tace, il cuore puro, la voce d’oro, il piede veloce e l’occhio aperto alla luce.<br />
Sa di non essere solo. (10-50/1)<br />
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IL PIANO<br />
Che cosa è questo piano? Quando parlo del piano non intendo alludere a un grande piano<br />
generale come quello evolutivo o al piano per l’umanità, che definiamo con il termine un po’<br />
insignificante di sviluppo dell’anima. Questi due aspetti dello schema previsto per il nostro<br />
pianeta sono ormai accettati e non sono che metodi, procedimenti e mezzi per giungere ad un<br />
fine specifico. Il piano, come è percepito in questo momento e per il quale i Maestri operano<br />
costantemente, può essere definito nel modo seguente: è il prodursi di una sintesi soggettiva<br />
nell’umanità e di uno scambio telepatico che alla fine eliminerà l’elemento tempo. Esso<br />
metterà a disposizione d’ogni uomo tutti i conseguimenti e tutta la conoscenza del passato,<br />
rivelerà all’uomo il vero significato della sua mente e del suo cervello rendendolo padrone di<br />
questo strumento e quindi onnipresente, consentendogli infine di aprire la porta<br />
dell’onniscienza. Quest’ultimo sviluppo del piano produrrà nell’uomo una comprensione<br />
intelligente e cooperativa del proposito divino per il quale Colui in cui viviamo, ci muoviamo<br />
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