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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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Terzo dovere dell'educazione sarà di evocare e sviluppare in lui l’intuizione.<br />

Quando ciò sia fatto e istinto, intelletto e intuizione siano sviluppati e funzionanti, si avrà un<br />

essere umano civile, colto e spiritualmente sveglio; un uomo dagli istinti corretti,<br />

intellettualmente sano e intuitivo. Anima, mente e cervello funzioneranno a dovere e nei loro<br />

giusti rapporti, producendo così coordinazione e allineamento corretto. (12-50).<br />

(8) Uno degli scopi immediati dell’educazione dovrà essere l’eliminazione dello spirito<br />

competitivo per sostituirlo con una coscienza di collaborazione. (12-74).<br />

(9) Quale dovrebbe essere la linea di condotta dei genitori e degli educatori?<br />

Prima e soprattutto, tentare di creare un’atmosfera in cui possano fiorire ed emergere certe<br />

qualità.<br />

1. Un’atmosfera d’amore, che espella il timore e in cui il bimbo si renda conto di non aver<br />

ragione di timidezza, ritrosia o cautela e nella quale venga trattato con gentilezza e debba<br />

comportarsi in egual modo a sua volta… che l’amore trae sempre ciò che vi è di meglio dagli<br />

uomini e dai fanciulli.<br />

2. Un’atmosfera di pazienza, in cui il bimbo possa divenire, in modo normale e naturale,<br />

un ricercatore della luce della conoscenza, in cui sia certo di trovare pronta e accurata risposta<br />

a tutte le domande e dove non si noti mai l’aria frettolosa o sbrigativa… . L’impazienza di<br />

coloro dai quali così pateticamente dipendono getta in loro i semi dell’irritazione, che rovina<br />

innumerevoli vite.<br />

3. Un’atmosfera di attività ordinata, in cui il bimbo impari i primi elementi del vivere<br />

responsabile. I bambini che s’incarnano oggi e che potranno trarre profitto dalla nuova<br />

educazione sono necessariamente sul limite della coscienza egoica. Uno dei primi sintomi di<br />

questo contatto con l’anima è il senso di responsabilità che si sviluppa rapidamente.<br />

Ricordiamolo bene, poiché i piccoli doveri assunti e compiuti e la partecipazione responsabile<br />

(sempre connessi a qualche forma di rapporto di gruppo) sono fattori potenti nel determinare<br />

il carattere e la futura vocazione.<br />

4. Un’atmosfera di comprensione, in cui il bimbo sappia sempre con certezza che le<br />

ragioni e i motivi dei suoi atti saranno riconosciuti e che i grandi che vivono con lui capiranno<br />

la natura dei suoi impulsi, anche se non approveranno sempre le sue attività o ciò che ha<br />

fatto…<br />

È la vecchia generazione che alimenta nel bambino un senso precoce e del tutto inutile di<br />

colpa, di peccato e di errore. Tanto s’insiste su piccole cose da nulla che in effetti non sono un<br />

male, ma infastidiscono i genitori o il maestro, che il vero sbaglio (cioè una mancanza nei<br />

giusti rapporti di gruppo) passa inosservato e non viene riconosciuto per ciò che è. I molti<br />

piccoli peccati, imposti al bimbo dalla ripetizione costante delle parole “no” e “cattivo”,<br />

soprattutto perché i genitori non lo comprendono e non lo tengono occupato, non hanno vera<br />

importanza.<br />

Se si tratteranno questi aspetti della sua vita in modo equo, le vere malvagità, le infrazioni ai<br />

diritti altrui, le intrusioni del desiderio personale sulle esigenze e condizioni del gruppo e il<br />

danno o il male inflitto ad altri per vantaggio proprio non mancheranno di mostrarsi nella loro<br />

giusta prospettiva e a tempo debito. (12-75/78).<br />

(10) In avvenire l’educazione farà un ben più largo uso della psicologia di quanto non sia<br />

stato finora. (12-84).<br />

(11) Occorre quindi elaborare un nuovo sistema educativo che presenti le possibilità del<br />

vivere umano in modo da smantellare le barriere, rimuovere i pregiudizi e coltivare i bimbi in<br />

modo che, quando saranno cresciuti, sappiano vivere in armonia e buona volontà con gli altri<br />

uomini. Si può farlo, se si avrà pazienza e comprensione e se gli educatori capiranno che “se<br />

non c’è visione, il popolo perisce”. (12-87).<br />

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