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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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INCARNAZIONE: INTERVALLI TRA<br />

(1) Intervalli di vita, ossia i periodi in cui l’uomo spirituale è fuori dall’incarnazione e si è<br />

ritirato nella coscienza egoica. Per i meno evoluti questi periodi sono praticamente inesistenti;<br />

i cicli d’incarnazione si susseguono in modo estremamente rapido… Col procedere della<br />

evoluzione, i periodi di ritiro dall’incarnazione si prolungano sempre di più fino al momento<br />

in cui i periodi fuori dalla manifestazione fisica sono molto più lunghi di quelli trascorsi nella<br />

espressione esterna. (4 – 513).<br />

(2) Per lunghissime età gli uomini si sono serviti in modo errato di una funzione donata da<br />

Dio… hanno inoltre portato in incarnazione miriadi di esseri umani non ancora pronti ai quali<br />

occorrevano interludi più prolungati fra le nascite per assimilare le loro esperienze. Le anime<br />

poco evolute s’incarnano in rapida successione, ma a quelle più vecchie necessitano periodi<br />

più lunghi per cogliere i frutti della loro esperienza. Esse sono tuttavia esposte al potere<br />

d’attrazione magnetica esercitato da coloro che vivono sul piano fisico, e possono essere<br />

indotte ad incarnazioni premature. È un processo regolato da una legge, ma mentre chi è meno<br />

evoluto progredisce secondo la legge di gruppo, come gli animali, i più avanzati risentono<br />

l’attrazione delle unità umane, ed i più evoluti si incarnano seguendo la Legge del Servizio,<br />

per deliberata scelta delle Loro anime coscienti. (14 – 272).<br />

(3) Esempio di questi tentativi incauti e stolti di illustrare la teoria della rinascita sono i limiti<br />

di tempo assegnati alle anime tra due incarnazioni fisiche: questi dipenderebbero dall’età<br />

dell’anima stessa e dal suo livello evolutivo. Si afferma che quel soggiorno tanto più si<br />

prolunga quanto più l’anima è progredita. Ma è vero proprio l’opposto. Le anime più evolute<br />

o che rapidamente sviluppano le capacità intellettuali ritornano con frequenza maggiore,<br />

perché più sensibili agli obblighi, agli interessi, alle responsabilità già stabilite nel mondo<br />

fisico. (17 – 403).<br />

(4) L’uomo rinasce, ma non per impulso temporale. Ritorna nella carne per esigenze<br />

karmiche, attratto da ciò che, quale anima, ha posto in moto, perché sente l’esigenza di<br />

adempiere i doveri che ha assunto, perché è responsabile, perché certe sue precedenti<br />

infrazioni alla legge dei giusti rapporti umani glielo impongono. (17 – 404).<br />

(5) Quando la vita della personalità è stata piena e ricca, ma non ha raggiunto lo stadio in cui<br />

il sé personale può collaborare coscientemente con l’Ego, si passano dei periodi di nirvana<br />

della personalità la cui lunghezza dipende dall’interesse alla vita e dalla capacità dell’uomo di<br />

meditare sull’esperienza. Più avanti quando l’Ego domina la vita della personalità, l’interesse<br />

dell’uomo si eleva a livelli superiori ed il nirvana dell’anima diventa la sua meta.<br />

Il devachan non gli interessa. Perciò, di regola, coloro che sono sul Sentiero (sia quello della<br />

Prova che quello dell’Iniziazione) non vanno nel devachan, ma l’incarnazione immediata<br />

diventa la regola nel girare della ruota della vita; questa volta è prodotta dalla collaborazione<br />

cosciente del sé personale con il Sé divino o Ego. (3 – 737/8).<br />

86<br />

INDIFFERENZA<br />

(1) Cos’è l’indifferenza?... In realtà significa un atteggiamento neutrale verso tutto ciò che è il<br />

Non-sé; implica il ripudio di ogni somiglianza; indica il riconoscimento di una distinzione<br />

fondamentale; significa il rifiuto di identificarsi con qualsiasi cosa, salvo la realtà spirituale,<br />

nella misura in cui è percepita e conosciuta in ogni dato punto nel tempo e nello spazio. È<br />

cosa molto più potente e vitale di quanto di solito si intenda. È un ripudio attivo, senza<br />

concentrazione su ciò che viene rifiutato. (10 – 262).<br />

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