RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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servire e cerca di servire sempre; verrà il momento in cui, mentre sarà tanto immerso nel suo<br />
lavoro da dimenticare se stesso, improvvisamente vedrà Colui che da lungo tempo lo osserva.<br />
Questo evento è accompagnato da altri riconoscimenti:<br />
l. L’evento è riconosciuto in modo incontestabile. Nella mente del discepolo non vi è più<br />
alcun dubbio.<br />
2. Il discepolo riconosce un’inibizione a parlare dell’avvenimento con chiunque. Mesi o<br />
anni passeranno prima che egli ne faccia parola e anche allora, soltanto a coloro che sono<br />
discepoli riconosciuti o a qualche compagno di lavoro soggetto alla medesima influenza di<br />
gruppo e che abbia il diritto di sapere, diritto sanzionato dal Maestro del gruppo.<br />
3. Alcuni fattori che governano il rapporto fra Maestro e discepolo vengono gradatamente<br />
riconosciuti e cominciano a governare sempre maggiormente la vita del discepolo.<br />
a. Egli riconosce che i punti di contatto con il Maestro sono retti dall’emergenza e dalla<br />
necessità del gruppo e riguardano il suo servizio di gruppo. Si rende progressivamente conto<br />
che il Maestro s’interessa a lui in quanto il suo Ego può essere usato nel servizio tramite la<br />
personalità sul piano fisico. Comincia a rendersi conto che il Maestro opera con la sua anima<br />
e che quindi il suo Ego, e non il suo sé personale, è in rapporto con il Maestro. Il suo<br />
problema si delinea dunque sempre più chiaramente, ed è il problema di tutti i discepoli.<br />
Esso consiste nel mantenere aperto il canale di comunicazione fra anima e cervello, attraverso<br />
la mente, in modo che quando il Maestro cerca di comunicare Egli possa farlo subito e con<br />
facilità. A volte un Maestro deve aspettare settimane prima che il discepolo presti il suo<br />
orecchio, poiché il canale verso l’alto è chiuso e l’anima non è in rapporto con il cervello.<br />
Questo si verifica specialmente nei primi stadi del discepolato.<br />
b. Scopre che una delle prime cose da fare e imparare a discernere fra:<br />
La vibrazione della propria anima.<br />
La vibrazione del gruppo di discepoli con cui è associato.<br />
La vibrazione del Maestro.<br />
Sono tre vibrazioni differenti, ma facili da confondere, soprattutto all’inizio. Una regola sicura<br />
per gli aspiranti, quando percepiscono una vibrazione e uno stimolo elevati, è di supporre che<br />
si tratti del contatto con la loro anima, il Maestro nel cuore, senza abbandonarsi all’idea (tanto<br />
lusinghiera per il loro orgoglio e la loro personalità) che il Maestro stia cercando di<br />
raggiungerli.<br />
c. Scopre inoltre che non è abitudine dei Maestri adulare o fare promesse ai loro discepoli.<br />
Essi sono troppo occupati e troppo saggi per dire loro che sono destinati ad alte funzioni, o<br />
che sono i loro intermediari e che la Gerarchia fa assegnamento su di essi. L’ambizione, il<br />
desiderio di potere e l’arroganza che caratterizzano i tipi mentali, sono altrettante prove per<br />
l’aspirante che lotta e la sua personalità gliene fornisce in abbondanza. Tali caratteristiche lo<br />
traggono in inganno e lo sviano, costringendolo a salire su un piedistallo dal quale dovrà poi<br />
scendere. I Maestri nulla dicono che possa alimentare l’orgoglio dei discepoli, né esprimono<br />
parole che potrebbero fomentare lo spirito di separazione nei loro chela.<br />
d. Ben presto il discepolo scopre pure che i Maestri non sono facilmente accessibili. Sono<br />
uomini molto occupati, ai quali non è facile trovare non fossero che pochi istanti per<br />
comunicare con il discepolo, e quando si tratta di un principiante sul Sentiero del Discepolato,<br />
solo in caso d’emergenza il Maestro spende l’energia necessaria per mettersi in contatto con<br />
lui. Con i discepoli anziani ed i discepoli esperti, i contatti sono più frequenti perché è più<br />
facile stabilirli e si ottengono risultati più rapidi. Si ricordi però che più il discepolo è agli<br />
inizi, più chiede attenzione e ritiene di doverla avere. I servitori più anziani e sperimentati<br />
cercano di adempiere i loro compiti e portare avanti il loro lavoro col minor contatto possibile<br />
con i Maestri. Essi cercano di far risparmiare tempo al Maestro e spesso considerano un<br />
colloquio con il Maestro come una dimostrazione d’insuccesso da parte loro e quindi si<br />
rammaricano di aver dovuto sottrarre del tempo prezioso al Maestro costringendolo ad usare<br />
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