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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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aiuto lungo la sua linea riconosciuta, ed egli comincia a far risuonare la sua nota così da<br />

essere sentito non solo tra gli uomini, ma anche tra i deva. A questo stadio lo fa con la penna<br />

nella letteratura, con la parola nelle conferenze e nell’insegnamento, con la musica, la pittura<br />

e l’arte. In un modo o nell’altro raggiunge i cuori degli uomini, e diviene un aiuto ed un<br />

servitore della sua razza. (3865/6).<br />

(2) La vita di tutti gli aspiranti, se progrediscono con la dovuta rapidità, è quindi caratterizzata<br />

da movimento costante, da continui cambiamenti e differenziazioni, dal succedersi di<br />

costruzione e distruzione, dalla formulazione di progetti e dalla loro dissoluzione. È una vita<br />

di sofferenza continua e di frequenti urti con le circostanze ambientali, di numerose amicizie<br />

che si formano e si sciolgono, di incessante mutamento con l’angoscia che ne deriva. Gli<br />

ideali vengono trascesi in quanto tappe su un cammino verso altri più elevati; balenano<br />

visioni, ma solo per essere sostituite da altre; sogni sono carezzati, realizzati e poi messi da<br />

parte; si fanno amici che vengono amati ma lasciati indietro a seguire da lontano e con passo<br />

più lento le orme dell’aspirante che avanza con ritmo più rapido. (4-264).<br />

(3) Ricordiamo prima di tutto che nessun aspirante, per quanto sincero e devoto, è privo di<br />

difetti. Se lo fosse, sarebbe un adepto. Tutti gli aspiranti sono ancora egoisti, ancora inclini<br />

alla collera e all’irritabilità, ancora soggetti a depressione e, a volte, persino all’odio. Spesso<br />

questa collera e questo odio sono suscitati da cause che noi chiamiamo plausibili. Ingiustizie<br />

commesse da parte di altri, crudeltà verso esseri umani e animali, odio e immoralità di chi li<br />

circonda possono suscitare in loro reazioni analoghe, causando loro molta sofferenza e<br />

ritardo. Una cosa deve essere sempre ricordata: se un aspirante evoca odio da un suo simile,<br />

se suscita la sua collera e se incontra antipatia e antagonismo, significa che egli stesso non è<br />

completamente innocuo; in lui vi sono ancora semi di disagio, poiché per una legge di natura,<br />

riceviamo ciò che diamo e suscitiamo reazioni conformi al nostro modo di agire, sia esso<br />

fisico, emotivo o mentale. (4-483).<br />

(4) Tutti gli aspiranti sanno, ed è stato insegnato loro nel corso di tutte le epoche, che mente<br />

pura, cuore puro, amore della verità, una vita di servizio e l’assenza di egoismo sono requisiti<br />

essenziali, senza i quali nulla giova e nessun grande segreto può essere svelato. (4-43).<br />

(5) La meta immediata di tutti i discepoli che aspirano, attualmente si prospetta quindi nel<br />

modo seguente:<br />

1. Pervenire alla chiarezza di pensiero per quanto riguarda i propri problemi personali<br />

immediati, soprattutto il problema inerente al proprio obiettivo nel servizio. Questo deve<br />

essere fatto mediante la meditazione.<br />

2. Sviluppare la sensibilità ai nuovi impulsi che oggi inondano il mondo. A ciò si giunge<br />

amando maggiormente tutti gli uomini e facilitando il contatto con loro grazie all’amore e alla<br />

comprensione. L’amore rivela.<br />

3. Servire con completa impersonalità. Questo si ottiene eliminando l’ambizione personale<br />

e l’amore del potere.<br />

4. Rifiutarsi di prestare attenzione all’opinione pubblica o ai cosiddetti insuccessi o cadute.<br />

Ciò si ottiene prestando la massima attenzione alla voce dell’anima e cercando di dimorare<br />

sempre nel luogo segreto dell’Altissimo. (4-635/6).<br />

(6) Nessuno studente sincero rimane senza alcun riconoscimento. Nella stretta del lavoro,<br />

sotto il peso della fatica quotidiana, è incoraggiante sapere che vi sono coloro che osservano e<br />

che ogni azione benevola, ogni pensiero d’aspirazione e ogni reazione non egoistica è notata e<br />

riconosciuta. Tenete tuttavia presente che il riconoscimento da parte degli Aiutanti avviene<br />

grazie alla percezione dell’accresciuta vibrazione dell’aspirante e non attraverso una<br />

conoscenza specifica dell’azione compiuta o del pensiero formulato. Coloro che insegnano si<br />

occupano dei principi della verità, delle frequenze di vibrazione e della qualità della luce. Essi<br />

non sono consapevoli, né avrebbero il tempo di occuparsi delle azioni, delle parole e<br />

condizioni specifiche e, quanto prima gli studenti comprenderanno questo fatto e<br />

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