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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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dirigiamo il nostro destino. Sappiamo di esserci prefissi una meta ed essa è “una vita più<br />

abbondante” in qualche luogo, qui o là, e infine ovunque. Lo spirito dell’uomo non muore,<br />

vive in eterno, progredendo di grado in grado, di stadio in stadio sul sentiero dell’evoluzione,<br />

sviluppando costantemente, uno dopo l’altro, gli aspetti e gli attributi divini.<br />

(8 – 146).<br />

(7) L’immortalità dell’anima umana e l’innata capacità dell’uomo interiore spirituale di<br />

operare la propria salvezza, in base alla legge della rinascita e in accordo con quella di causa<br />

ed effetto, sono gli elementi che regolano la condotta e le aspirazioni. A queste due leggi<br />

nessuno può sottrarsi; costantemente condizionano l’uomo fino a quando sia giunto alla<br />

perfezione che desidera e cui è destinato, e si manifesti nel mondo quale operante figlio di<br />

Dio. (8 – 147). Vedere anche: “L’Anima” e “L’Ego”.<br />

83<br />

IMPERSONALITÀ<br />

(1) L’Impersonalità, specie per chi è ben integrato, è assai difficile da conseguire. Vi è stretta<br />

relazione tra impersonalità e distacco. Studiatela. Molte idee ritenute preziose, molte qualità<br />

acquisite a fatica, certa rettitudine alimentata con cura, e molti preconcetti formulati con forza<br />

militano contro l’impersonalità. È arduo per il discepolo — durante il tirocinio iniziale —<br />

restare fedele all’ideale, perseguire con volontà la propria integrazione spirituale, e rimanere<br />

tuttavia impersonale nei rapporti umani. Egli desidera che la sua lotta e le sue vittorie siano<br />

riconosciute; desidera ardentemente che la luce accesa in lui susciti reazione in altri; vuole<br />

essere conosciuto come discepolo; si tormenta per dimostrare il suo potere e la propria<br />

capacità d’amare, sì da evocare ammirazione o, almeno, gettare una sfida. Ma nulla di ciò<br />

accade, egli non viene considerato migliore degli altri. La vita perciò non lo soddisfa.<br />

Queste verità dell’autoanalisi vengono raramente affrontate o formulate da voi e quindi<br />

(poiché voglio aiutarvi) le espongo e ve le indico. È penoso per uomini e donne intelligenti<br />

vedere altri, cui sono intimamente associati, considerare vita e problemi in modo totalmente<br />

diverso, affrontati in modo debole od ottuso (a loro giudizio) con errori palesi di valutazione o<br />

di tecnica. Tuttavia, miei fratelli, siete ben sicuri di aver ragione e che la vostra opinione sia<br />

giusta? Forse il vostro atteggiamento verso la vita o il giudizio di una situazione hanno<br />

bisogno di essere riveduti; forse i vostri moventi e atteggiamenti potrebbero essere più elevati<br />

e più puri. E se anche fossero i più elevati e migliori possibili per voi in un dato momento,<br />

proseguite la vostra via e lasciate che il vostro fratello segua la sua… Questa non interferenza<br />

ed il rifiuto di criticare non ostacolano il servizio reciproco o rapporti costruttivi di gruppo…<br />

Forse vedete chiara la debolezza del gruppo e chi lo trattiene da una attività più efficiente. Ciò<br />

è bene, purché continuiate ad amare e servire astenendovi dal criticare. È errato voler<br />

assiduamente raddrizzare il fratello, o rimproverarlo, o tentare di imporgli le vostre volontà ed<br />

opinioni, ma è sempre lecito esprimere idee e dare consiglio… Attenetevi alla disciplina<br />

dell’anima e lasciate che i vostri fratelli facciano altrettanto. (5 – 48/9).<br />

(2) La porta si chiude dietro l’iniziato che ora è un membro accettato del suo gruppo e, come<br />

dice l’Antico Commentario: “il suono che fa chiudendosi, informa il mondo che osserva che<br />

l’iniziato è entrato in un luogo segreto e che per raggiungerlo realmente dovranno anch’essi<br />

attraversare quella porta”.<br />

Questo esprime il senso dell’autoiniziazione individuale, alla quale tutti devono<br />

assoggettarsi, e indica anche la solitudine dell’iniziato che avanza. Ancora non comprende<br />

tutto ciò che il gruppo nel suo insieme afferra; egli stesso non è compreso da coloro che si<br />

trovano dall’altra parte della porta. Per qualche tempo ha percepito il gruppo al quale è ora<br />

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