RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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SERENITÀ<br />
(1) Notate che serenità e pace non sono la stessa cosa. La pace è sempre temporanea e<br />
riguarda il mondo sensoriale e condizioni che possono essere turbate. È essenziale per il<br />
progresso ed inevitabile che ogni passo avanti sia caratterizzato da turbamenti, crisi e caos,<br />
cui poi succedono (se bene affrontati) periodi di pace. Ma questa pace non è serenità, e al<br />
Chela è consentito di dimorare nell’aura del Maestro soltanto quando abbia sostituito la<br />
serenità alla pace. Serenità è quella calma profonda priva di turbamenti che distingue il<br />
discepolo focalizzato nella “mente mantenuta salda nella luce”. In superficie, la sua vita (dal<br />
punto di vista del mondo) può essere in stato di continuo e violento mutamento. Tutto ciò che<br />
gli è caro nei tre mondi può crollare attorno a lui. Ciononostante egli sta saldo, nell’equilibrio<br />
della coscienza dell’anima, e nel profondo della sua vita rimane indisturbato. Non è<br />
insensibilità o autosuggestione, e nemmeno la capacità di esteriorizzare la consapevolezza in<br />
tal modo da ignorare eventi e circostanze; ma è l’intensità del sentimento trasmutata in<br />
comprensione focalizzata. Allora ha diritto di vivere nell’aura del Maestro. Non vi è nulla in<br />
lui che possa esigere che il Maestro distolga l’attenzione da sforzi di vitale importanza per il<br />
compito non importante di aiutare il discepolo. (5-750)<br />
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SERVITORI E SERVIZIO<br />
(1) Dal dovere perfettamente adempiuto emergeranno i doveri più ampi, che rientrano nel<br />
lavoro mondiale; l’assunzione delle responsabilità familiari renderà più forti le nostre spalle,<br />
permettendoci d’assumere quelle del gruppo più ampio. (4-70)<br />
(2) L’umanità serve e, con lo sviluppo di un’attitudine cosciente al servizio, con la crescita<br />
della comprensione cosciente della parte individuale da compiere nell’esecuzione del Piano e<br />
con l’assoggettamento della personalità all’anima, l’umanità progredirà costantemente verso<br />
la sua meta di servizio universale. (4-101)<br />
(3) Il Maestro non guarda all’importanza o alla posizione terrena del lavoratore, e nemmeno al<br />
numero di persone che si riuniscono intorno alla sua personalità, bensì ai moventi che<br />
stimolano la sua attività e all’effetto dell’influsso che egli esercita sul prossimo. Il vero<br />
servizio è lo spontaneo efflusso di un cuore amorevole e di una mente intelligente; risulta dal<br />
fatto di trovarsi al posto giusto e di rimanervi; è il prodotto dell’inevitabile afflusso di forza<br />
spirituale e non di strenua attività del piano fisico; è l’effetto di essere ciò che l’uomo<br />
realmente è, un divino Figlio di Dio, e non l’effetto studiato di parole e azioni. Un vero<br />
servitore riunisce intorno a sé coloro che è suo dovere servire e aiutare con la forza della sua<br />
vita e della sua personalità spiritualizzata, e non con le sue pretese e parole altisonanti.<br />
Dimentico di sé egli serve, con abnegazione cammina sulla Terra e non si dà pensiero<br />
dell’importanza o meno di quanto compie, né ha idee preconcette sul proprio valore o sulla<br />
propria utilità. Vive, serve, opera ed esercita un influsso, nulla chiedendo per il sé separato.<br />
(4-188/9)<br />
(4) Esorto soltanto tutti voi… a comprendere la necessità di rinnovare lo sforzo per rendervi<br />
idonei al servizio, uno sforzo cosciente e deliberato per sviluppare l’intuizione e giungere<br />
all’illuminazione. Ogni essere umano che perviene alla meta della luce e della saggezza,<br />
automaticamente dispone di una sfera d’influenza che si estende verso l’alto e verso il basso,<br />
che penetra sia all’interno verso la sorgente della luce, sia all’esterno verso i “campi delle<br />
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