RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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maggiore radiazione magnetica, ma minore attività fisica… Lavora di più nella luce e vedi il<br />
prossimo nella stessa luce. Ciò che ogni discepolo o aspirante deve fare riguardo ai suoi<br />
simili, è stimolare la luce che è in loro, lasciandoli liberi di procedere nella propria luce e a<br />
proprio modo sul Sentiero. (5-417)<br />
(19) Alcuni sono costituiti in modo tale che servono e diffondono luce apertamente, di fronte<br />
ai loro simili. La loro influenza e il loro potere sono grandi. Altri invece (con uguale potenza)<br />
agiscono da un centro quieto di relativo ritiro, ed esercitano altrettanta forza. (5-434)<br />
(20) Domanderai quale debba essere il tuo servizio. Fratello: verrà dalla tua meditazione. Non<br />
sta a me dire quale attività la tua personalità debba seguire; è l’anima stessa che deve farlo.<br />
(5-574)<br />
(21) …Il lavoro si compie con l’azione, non a parole…. (5-590)<br />
(22) Sii equilibrato, fratello; ricorda che il lavoro per noi comprende molte cose, perfino ore<br />
di ricreazione, e certamente richiede discriminazione per riconoscere e separare le cose<br />
essenziali da quelle che non lo sono. (5-609)<br />
(23) Non servi in modo netto. Vaghi in numerosi campi di servizio che non sono tuoi e dove<br />
non sei richiesto. (5-612)<br />
(24) Nel nostro lavoro non esiste compito grande o piccolo, ma soltanto obbedienza al dovere<br />
immediato, qualunque esso sia. (5-613)<br />
(25) Non puoi affatto realizzare tutto ciò che ritieni necessario; fai quindi ciò che porterà il<br />
maggior bene al maggior numero di anime che cercano. (6-448)<br />
(26) Il problema di tutti i discepoli è di condurre con successo la propria attività nel compito<br />
prescelto come cittadino competente, e nel medesimo tempo condurre ad ogni costo una vita<br />
pratica di servizio. (6-572) Vedi anche: (6-59)<br />
154<br />
IL PROBLEMA DEL SESSO<br />
(1) Dirò qualche parola sulla questione del sesso nella vita del discepolo. A questo proposito<br />
vi è molta confusione nelle menti degli aspiranti, e la regola del celibato sta assumendo<br />
l’aspetto di una dottrina religiosa. Spesso si sente ripetere da persone di buone intenzioni, ma<br />
illogiche, che se un uomo è discepolo non deve sposarsi, e che senza il rispetto del celibato<br />
non è possibile un vero conseguimento spirituale. È una teoria che ha due radici.<br />
In primo luogo l’atteggiamento assunto in Oriente nei confronti della donna è sempre stato<br />
errato. Inoltre, dal tempo di Cristo in poi, in Occidente si è sviluppata una tendenza alla<br />
concezione monastica e conventuale della vita dello spirito. Entrambi questi atteggiamenti<br />
incarnano una idea errata, sono alla base di molta incomprensione e causa di molto danno.<br />
L’uomo non è migliore della donna, né la donna è migliore dell’uomo… .<br />
Credere che per essere un discepolo si debba condurre una vita di celibato ed astenersi<br />
completamente da ogni funzione naturale non è giusto né desiderabile. Questo può essere<br />
dimostrato riconoscendo due fattori.<br />
L’uno, che se la divinità è davvero una realtà ed un’espressione di onnipotenza, onnipresenza<br />
e onniscienza, e se l’uomo è per essenza divino, non possono esistere condizioni in cui la<br />
divinità non sia suprema.<br />
Non può sussistere una sfera d’azione in cui l’uomo non possa agire divinamente, ed in cui<br />
ogni funzione non possa essere illuminata dalla luce della pura ragione e dell’intelligenza<br />
divina…<br />
In secondo luogo, una vita che non sia armonicamente sviluppata nell’esercizio di tutte le<br />
sue funzioni (animali, umane e divine, e l’uomo è tutto questo in un solo corpo), è frustrata,<br />
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