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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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167<br />

SIMBOLI<br />

(1) Per alcuni (lo studio dei simboli) è relativamente facile, non così per la maggioranza, dove<br />

esistono lacune da colmare ricorrendo all’esercizio di facoltà attualmente inattive. Risvegliare<br />

le facoltà latenti è sempre arduo e richiede sforzo e determinazione superiori alle reazioni<br />

della personalità. Per molti non è facile rendersi conto che penetrare nel significato di un<br />

simbolo è il mezzo per attivare la facoltà buddhica o intuitiva latente. L’arte di leggere i<br />

simboli, cioè la “lettura spirituale” secondo l’antico Maestro Patanjali, è delicata. Questa<br />

capacità di interpretarli è sempre foriera di vera rivelazione. (10-8)<br />

(2) La capacità di leggere il “senso” di un simbolo dipende anche dalla ricchezza di<br />

significato che attribuite agli eventi della vita quotidiana e dall’abilità nel meditare<br />

veramente… Non esiste un’interpretazione fissa di nessun simbolo, e che qualunque esso sia,<br />

avrà per ognuno un significato particolare. Mancanza d’interesse per i simboli presuppone, di<br />

solito, scarso interesse a interpretare le forme di vita e il loro significato. Per contro, un<br />

eccessivo interesse accademico può presupporre una mente tortuosa e complessa, che ama il<br />

disegno e la linea, la forma e i rapporti numerici, a scapito del suo significato essenziale.<br />

Equilibrare nella mente forma e concetto, espressione e qualità, segno e significato, è<br />

d’importanza vitale per lo sviluppo del discepolo e dell’aspirante. (10-12)<br />

(3) Dobbiamo imparare a scorgere i simboli da cui siamo attorniati e a penetrare in essi,<br />

nell’idea che devono esprimere. (10-13)<br />

(4) Un insegnamento inintelligibile a un iniziato del terzo grado sarebbe incomprensibile, e di<br />

nessun giovamento, anche a un discepolo progredito e intelligente, specialmente se, per forza<br />

di cose, si deve ricorrere ai simboli più astratti e complicati, per cui occorrono analisi e<br />

interpretazioni accurate. Questi insegnamenti superiori non si impartiscono mediante parole,<br />

scritte o pronunciate. (15-345)<br />

(5) In quest’aspetto dell’impressione entrano necessariamente in giuoco i SIMBOLI. Tutte le<br />

impressioni debbono inevitabilmente venire tradotte ed interpretate in simboli, sotto forma di<br />

parole o d’immagini che l’aspirante non può evitare, ed è riguardo alle parole (le quali, non<br />

occorre farlo notare, sono simboli) che egli è soggetto ad errare. Esse costituiscono il mezzo<br />

con cui l’impressione registrata viene trasmessa alla coscienza cerebrale, cioè al piano di<br />

consapevolezza fisica del discepolo, rendendo con ciò possibile la sua utile comprensione<br />

d’idee astratte o di quegli aspetti del Sentiero che è suo dovere comprendere ed insegnare.<br />

(11-106)<br />

168<br />

SINTESI<br />

(1) Il primo fattore che rivela la natura divina e il primo grande aspetto psicologico di Dio è la<br />

tendenza alla sintesi. Essa è presente in tutta la natura e in tutta la coscienza, ed è la vita<br />

stessa. L’impulso motore di Dio, il Suo desiderio primo, è per l’unione e l’unificazione. Fu<br />

questa tendenza all’unione e all’unificazione, o qualità, che il Cristo volle rivelare e<br />

impersonare per l’umanità. (15-231)<br />

(2) Qui è additata la sintesi di anima e spirito, e anche quella di anima e materia, a completare<br />

l’auspicata unificazione.<br />

Ma la sintesi della Divinità, la Sua tendenza ad unire e fondere, è ancora più inclusiva e<br />

universale di qualsiasi espressione possibile nel regno umano che, dopo tutto, non è che una<br />

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