RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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supremo prodigio di importanza vitale; le idee contattate gli appaiono meravigliose, del tutto<br />
eccezionali e di vitale importanza per l’umanità.<br />
Ma la mente è tuttora centrata in se stessa, il contatto è debole e l’allineamento incerto, e<br />
perciò le idee vengono percepite solo vagamente. L’eccezionalità dell’esperienza, che<br />
consiste soltanto nella presa di coscienza del contenuto della propria mente, immerge il<br />
discepolo nel regno dell’illusione. Le idee con cui è entrato in contatto sono (se solo se ne<br />
avvedesse) semplici frammenti di un Tutto infinitamente più vasto e la sua interpretazione è<br />
inadeguata. L’idea apparsa nella sua coscienza in virtù del parziale risveglio dell’intuizione,<br />
scendendo alla coscienza cerebrale si deforma in diversi modi. I modi in cui cerca di<br />
concretarla e trasformarla in un progetto di pratica attuazione sono ancora del tutto inadeguati<br />
e imprecisi. (10 – 54/5).<br />
(4) Questa illusione di norma si palesa in sette modi:<br />
1. Errata percezione di un’idea. Il discepolo non sa discernere fra idea e ideale, fra idea e<br />
forma-pensiero, fra un concetto intuitivo e uno mentale…La causa è la mente non esercitata e<br />
non illuminata. Il rimedio è l’esercitazione nel metodo del Raja Yoga.<br />
2. Errata interpretazione… La causa è la sopravvalutazione dei propri poteri mentali. Il<br />
peccato mentale per eccellenza è l’orgoglio, che nei primi stadi influenza tutte le attività. Il<br />
rimedio sta nella cautela.<br />
3. Errata appropriazione delle idee. L’indebita appropriazione di un’idea è basata sulla<br />
facoltà di drammatizzare e sulla tendenza ad affermare se stessa, proprie della personalità.<br />
Esse l’inducono ad appropriarsi un’idea come se le appartenesse, ad accreditarsela secondo la<br />
propria formulazione e, poiché la reputa sua, a darle indebita importanza. L’uomo allora<br />
costruisce la sua vita attorno alla sua idea, e attribuisce ai suoi fini capitale importanza,<br />
mentre si attende che gli altri riconoscano che quell’idea gli appartiene… Le cause sono la<br />
sopravvalutazione della personalità e l’indebita influenza delle reazioni personali sull’idea<br />
percepita e su tutti coloro che cercano un contatto con essa.<br />
Il rimedio è lo sforzo costante di decentrare la vita dalla personalità e accentrarla<br />
nell’anima.<br />
Qui occorre un chiarimento. Ben di rado le idee scendono alla coscienza mondiale e alla<br />
mente umana direttamente dai livelli intuitivi. L’attuale sviluppo umano non lo consente. Ciò<br />
si verifica solo quando il contatto con l’anima sia ben saldo, la mente dominante,<br />
l’intelligenza pronta, il corpo emotivo purificato e, come effetto di tutto ciò, il sistema<br />
ghiandolare sia in ordine. Pensateci.<br />
Per lo più le idee molto elevate vengono trasmesse da un Maestro alla coscienza del<br />
discepolo per telepatia mentale… Inoltre, in virtù dell’attenzione disciplinata, possono<br />
conoscere grandi idee esistenti quali correnti d’energia mentale, entrare in rapporto con esse e<br />
provocarne la manifestazione. Quelle correnti colorate da un’idea fondamentale sono inserite<br />
nel piano mentale dalla Gerarchia. Captate e scoperte che siano, il neofita tende a considerare<br />
tale risultato in modo personale e l’attribuisce alla propria saggia capacità. Capirete perciò<br />
quanto sia necessario comprendere e interpretare in modo corretto ciò con cui si entra in<br />
contatto.<br />
4. Errata direzione delle idee. Il discepolo non vede ancora il disegno quale realmente è; il<br />
suo orizzonte è limitato, la visione ristretta… La causa è una mente limitata e non inclusiva. Il<br />
rimedio sta nel rendere inclusiva la mente, coltivandola e sviluppandola secondo il livello<br />
d’intelligenza dei tempi.<br />
5. Errata integrazione. Ogni discepolo ha un suo piano di vita e un determinato campo di<br />
servizio, altrimenti non sarebbe tale… Il discepolo non deve necessariamente impegnarsi con<br />
tutte le idee che percepisce, e non sempre se ne avvede. Perciò afferra un’idea, tenta di<br />
inserirla nei propri piani e si misura con energie per le quali non è adatto. Impone al corpo<br />
mentale una corrente cui non può far fronte e ne consegue un disastro… La causa è egoistica<br />
sete di possesso del sé minore; il discepolo non se ne avvede ed è illuso dall’idea del proprio<br />
disinteresse personale. Il rimedio è uno spirito di umiltà.<br />
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