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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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2. Una forma di chiaroveggenza che permette di vedere ciò che è nascosto, come il numero<br />

dei simboli su una carta da gioco, posta coperta su un tavolo.<br />

Ma la vera telepatia è invece la comunicazione diretta da mente a mente e, nella sua<br />

espressione più progredita, da anima ad anima, che più tardi usa la mente per formulare la<br />

comunicazione, come nell’ispirazione. È interessante notare (e istruttivo per il nostro<br />

soggetto) che nella vera percezione telepatica, i poteri minori possono essere elevati e usati ad<br />

un alto livello di consapevolezza. È risaputo, esotericamente, che:<br />

a. Alcuni percepiscono semplicemente per telepatia, nella mente, l’informazione che<br />

proviene da un’altra mente. Sia la ricezione che la comunicazione sono senza concorso di<br />

parole o di forme. Chi riceve semplicemente sa, e la conoscenza impartita prende forma<br />

nella coscienza senza stadi o passi intermedi. È telepatia senza forma.<br />

b. Altri danno istantaneamente forma alla conoscenza trasmessa; vedono apparire il<br />

messaggio, la parola o l’informazione in forma scritta o stampata, come proiettata su uno<br />

schermo entro la testa.<br />

c. Altri ancora le danno una forma tale per cui la odono.<br />

Nei due ultimi casi, l’uomo reale impiega i suoi poteri latenti inferiori, elevandoli al massimo<br />

possibile e subordinandoli alla mente e all’anima. Ciò che distingue questo uso della<br />

chiaroveggenza e della chiaroudienza è che qui esiste perfetto controllo e comprensione<br />

mentale, mentre negli altri casi i poteri inferiori sono usati in modo automatico, senza<br />

controllo, per questioni insignificanti, e non sono in alcun modo compresi da chi ne fa uso.<br />

(15-565/7)<br />

(5) Una delle caratteristiche proprie del Gruppo dei Servitori Mondiali è costituita dal fatto<br />

che non esiste un’organizzazione esterna che li colleghi. Essi sono uniti mediante un’interna<br />

struttura di pensiero e con un mezzo telepatico di collegamento. I Grandi Esseri, che noi tutti<br />

cerchiamo di servire, sono tra Loro collegati e possono, alla più lieve necessità e col minimo<br />

dispendio di energie, mettersi in reciproco contatto. Essi sono tutti sintonizzati su una<br />

particolare vibrazione. (11-1)<br />

(6) L’ardente desiderio di buon successo, e la paura di fallire nel lavoro telepatico,<br />

costituiscono il mezzo più sicuro per frustrare ogni sforzo. In un’attività come questa saranno<br />

di effettivo aiuto una disposizione di distacco e di “indifferenza”… . Ogni emozione e<br />

desiderio da parte di chi riceve, crea l’emanazione di correnti d’energia che respingono ciò<br />

con cui essi cercano di prendere contatto, cioè il pensiero diretto verso di loro da chi<br />

trasmetta. (11-10)<br />

(7) Il primo passo dunque consiste nel fatto di registrare ed adattare ciò che il discepolo ha<br />

percepito in giusti ed utili concetti, idee e forme-pensiero. Questo costituisce il primo stadio<br />

nel vero servizio occulto del discepolo, ed a tale nuovo tipo di servizio egli si consacrerà in<br />

modo sempre più intenso. (11-93)<br />

(8) Avrete notato che non ho dato istruzioni circa l’arte di sviluppare la sensibilità telepatica,<br />

e ciò perché, come già ho detto, tale sensibilità dovrebbe essere, ed è sempre, frutto di uno<br />

sviluppo normale se il discepolo è bene orientato, pienamente consacrato, ed ha imparato a<br />

“decentrarsi”, cioè a liberarsi dal proprio egocentrismo… Via via che il discepolo acquista la<br />

vera libertà di pensiero e la capacità di essere ricettivo alle “impressioni” della mente astratta,<br />

egli crea per se stesso una riserva di pensiero a cui può attingere quando occorra per aiutare<br />

altri e per sopperire alle necessità del suo crescente servizio al mondo. In seguito egli diverrà<br />

sensibile alle impressioni provenienti dalla Gerarchia… Quello che cerco di porre in rilievo è<br />

il fatto dell’esistenza di una crescente riserva di pensiero che il discepolo ha creato in risposta<br />

alle molte e diverse “impressioni” a cui si va facendo sempre più sensibile; le idee, i concetti<br />

ed i fini spirituali di cui va divenendo consapevole sono da lui formulati in pensieri con le loro<br />

appropriate forme-pensiero, e da queste egli impara ad attingere quando cerca di servire i<br />

propri fratelli…<br />

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