RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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comunicazione è spesso indotto in errore e pensa che sia lo stesso Maestro che detta, mentre<br />
in realtà è in sintonia, tramite un chela più avanzato, con l’atmosfera di pensiero del Maestro.<br />
Oggi nessuno dei Maestri della sesta iniziazione (come i Maestri M. e K. H.) lavorano con i<br />
loro discepoli mediante la dettatura. Sono troppo assorbiti dai problemi mondiali, e dalla<br />
vigilanza sui destini degli uomini preminenti delle varie nazioni, per poter dettare<br />
insegnamenti a un discepolo attivo in qualche limitato campo d’azione, e su argomenti di cui<br />
è già noto quanto basta perché il discepolo prosegua da solo e senza aiuto. Due Maestri<br />
lavorano telepaticamente e mediante la dettatura con alcuni discepoli accettati, e già attivi nel<br />
mondo, allo scopo di ispirarli ad una maggiore efficacia in favore del Piano. Lo fanno per<br />
imprimere nelle menti di alcuni pensatori eminenti del campo scientifico e sociale la<br />
conoscenza occorrente che consenta loro di compiere le giuste mosse mentre l’umanità<br />
emerge ad una condizione di libertà maggiore. Ma non ne conosco altri, in questa particolare<br />
generazione, che facciano altrettanto, poiché essi hanno delegato molto del Loro lavoro ai<br />
Loro iniziati e discepoli. La gran maggioranza di coloro che inviano messaggi (tramite<br />
aspiranti sul piano fisico) oggi è composta di chela accettati, attivi e operanti, che (vivendo<br />
nell’aura di pensiero del Maestro e del Suo gruppo) continuamente cercano di raggiungere<br />
ogni genere di persone, in tutto il mondo, in tutti i gruppi. Ciò spiega il crescente afflusso di<br />
comunicazioni, di scritti ispirati, di insegnamenti e messaggi personali.<br />
Se a tutto ciò aggiungete la massa altrettanto grande di comunicazioni provenienti dalle<br />
anime stesse di chi le trasmette, e dal regno dell’inconscio, potrete giustificarne la quantità.<br />
Per tutto ciò si deve essere profondamente grati alla crescente rispondenza e sensibilità<br />
umana. (4 - 107/9). (Vedi anche: 18 - 251).<br />
96<br />
INTUIZIONE<br />
(1) Se considererete seriamente con me ciò che l’intuizione non è, le mie parole troveranno in<br />
voi risposta interiore.<br />
L’intuizione non è un afflusso d’amore e quindi di comprensione del prossimo. Gran parte<br />
di ciò che viene detto intuizione non è che il riconoscimento di affinità e la proprietà di una<br />
mente chiara e analitica. Uomini intelligenti che abbiano vissuto a lungo, dotati di molta<br />
esperienza e di molti contatti umani, in genere riescono a discernere i problemi e le<br />
disposizioni altrui, purché vi siano interessati, ma questa facoltà non si deve confondere con<br />
l’intuizione.<br />
Essa non ha nulla a che fare con lo psichismo, superiore o inferiore; avere una visione, udire<br />
la Voce del Silenzio, reagire compiaciuti ad un insegnamento, non provano che l’intuizione<br />
sia attiva. Né basta vedere dei simboli poiché questo tipo di percezione è la capacità di<br />
intonarsi con la Mente Universale là dove essa produce i modelli dei corpi eterici. Non è<br />
psicologia intelligente, né amorevole desiderio di porgere aiuto, che derivano dal rapporto fra<br />
una personalità spiritualmente orientata e l’anima, che ha coscienza di gruppo.<br />
Intuizione è quella comprensione sintetica che è prerogativa dell’anima, e si manifesta solo<br />
quando essa, dal proprio livello, si protende in due direzioni: verso la Monade e verso la<br />
personalità integrata e che sia (anche solo temporaneamente) coordinata e unificata. È il<br />
primo indizio di unione profondamente soggettiva che troverà il proprio compimento alla<br />
terza iniziazione.<br />
Intuire significa realizzare il principio di universalità, per cui il senso di separazione<br />
scompare, almeno temporaneamente. Nella sua espressione più elevata è Amore universale,<br />
che non ha alcun nesso con il sentimento o la reazione affettiva, ma è identificazione con tutti<br />
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