RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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L’anima deve anche… abbandonare in modo assoluto i legami con altri sé personali. Deve<br />
imparare a conoscere e incontrare gli altri soltanto sul livello dell’anima. E una dura lezione<br />
per molti discepoli. Molti infatti non si preoccupano per se e sono giunti ad un notevole<br />
distacco personale, curandosi poco del contatto con il sé personale. Imparano a trascendere<br />
tutto ciò, forse l’hanno ampiamente trasceso, ma l’amore per i figli, la famiglia, gli amici e gli<br />
intimi conserva per loro grandissima importanza e li imprigiona nei mondi inferiori. Non<br />
riflettono che quell’amore è soprattutto rivolto alle personalità, e solo secondariamente alle<br />
anime. Molti fanno naufragio per molte vite su questo scoglio, finché per il dolore, la<br />
sofferenza e la perdita continua di ciò che prediligono tanto, il loro amore entra in una nuova<br />
fase, più vera ed elevata. Superati i fattori personali, dopo aver provato sofferenza e perdita,<br />
ritrovano coloro che amano ora come anime. Constatano di aver guadagnato anziché perduto<br />
e che è scomparso soltanto ciò che era illusorio, effimero e irreale. Il vero Uomo è stato<br />
raggiunto e non potrà essere mai più perduto.<br />
È il problema frequente di genitori che si trovano sul Sentiero del Discepolato, ed è tramite i<br />
loro figli che imparano la lezione che può liberarli per conseguire l’iniziazione. Essi<br />
trattengono i figli per sé, e ciò essendo contrario alla legge di natura, dà risultati disastrosi. È<br />
il culmine dell’egoismo, eppure se potessero sapere e vedere giusto capirebbero che per tenere<br />
bisogna staccarsi e per conservare bisogna lasciare. Così è la legge.<br />
L’anima deve anche imparare ad abbandonare i frutti del servizio e servire senza tenere ai<br />
risultati, ai mezzi, alle persone o alle lodi.<br />
L’anima deve abbandonare anche il senso di responsabilità per ciò che altri discepoli fanno…<br />
. Il rapporto fra i discepoli è egoico e non personale. È un vincolo di anima e non di mente.<br />
Ogni personalità ha un suo metodo, ha responsabilità da assumere, svolge il suo dharma e<br />
soddisfa il suo karma, e così risponde di sé al suo Signore e Maestro, l’Anima. E la risposta<br />
verrà… .<br />
Esiste tuttavia una splendida possibilità di relazione e contatto interiori, (con altri servitori)<br />
basati sulla realizzazione dell’unità di proposito e d’amore dell’anima, per la quale i discepoli<br />
sono tenuti a lottare. Sul piano oggettivo non è possibile un accordo completo di metodi, di<br />
dettagli e di interpretazione dei principi, per la separatività mentale propria dell’epoca e del<br />
momento.<br />
Tuttavia, nonostante le divergenze esteriori delle opinioni, si devono stabilire e sviluppare le<br />
relazioni e la collaborazione interiori. Quando il vincolo interiore è tenuto nell’amore, e i<br />
discepoli abbandonano il senso di autorità reciproco e la responsabilità per le attività altrui,<br />
pur procedendo affiancati nell’Opera Una, le divergenze, le differenze e i disaccordi sono<br />
automaticamente superati. Tre sono le regole principali per il discepolo di oggi…<br />
1. Abbandona o sacrifica l’antichissima tendenza a criticare e correggere l’operato altrui, e<br />
conserva in tal modo l’integrità interiore del gruppo. Più numerosi sono i progetti di servizio<br />
falliti e i lavoratori ostacolati dalla critica che da qualsiasi altro fattore.<br />
2. Sacrifica o abbandona il senso di responsabilità per le azioni altrui, specialmente se<br />
discepoli. Cura che la sua attività sia all’altezza della loro, e lottando con gioia e sulla via del<br />
servizio le differenze spariranno, e sarà raggiunto il bene generale.<br />
3. Abbandona l’orgoglio mentale che vede giusti e veri i propri metodi e la propria<br />
interpretazione, falsi ed errati quelli altrui. Questa è la via della separazione. Aderisci alla via<br />
dell’integrazione, che è dell’anima e non della mente.<br />
Sono parole ardue, ma queste regole guidano le azioni e i pensieri dei Maestri sul lato<br />
interiore, quando lavorano insieme e con i discepoli. Per Essi l’integrità interiore è<br />
necessariamente un fatto dimostrato. Non è così per il discepolo. I Maestri interiori<br />
abortiscono le divergenze esterne. Essi si lasciano reciprocamente liberi nel servire il Piano.<br />
Educano i discepoli (di qualunque grado) a servirlo in libertà, perché il lavoro riesce nel<br />
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