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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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(2) In senso occulto, il processo della MORTE è il seguente:<br />

a. Prima fase: la forza vitale si ritira dal corpo fisico denso nel veicolo eterico. Ne<br />

consegue la “corruzione” del fisico che si “disintegra” negli elementi costituenti. L’uomo<br />

oggettivo svanisce e non è più visibile all’occhio fisico, sebbene permanga nel corpo eterico.<br />

Quando la vista eterica sarà sviluppata, il pensiero della morte avrà proporzioni molto diverse.<br />

Quando la maggioranza degli uomini potrà vedere l’uomo vivente nel corpo fisico eterico,<br />

l’abbandono del fisico denso sarà considerato come una liberazione.<br />

b. Seconda fase: la forza vitale si ritira dal corpo eterico, che quindi resta devitalizzato...<br />

c. Terza fase: la forza vitale si ritira dalla forma astrale e questa prende a disintegrarsi in<br />

modo analogo, mentre la vita si accentra altrove, accresciuta di vitalità grazie all’esistenza sul<br />

piano fisico e colorata dalle esperienze emotive.<br />

d. Ultima fase per l’essere umano è il suo ritiro dal veicolo mentale. Terminata questa<br />

quadruplice astrazione, le forze della vita sono interamente accentrate nell’anima. (17-414/5),<br />

(3-735/7).<br />

55<br />

36<br />

DISTACCO<br />

(1) Chi opera in magia bianca deve mantenersi quanto più possibile libero, evitando<br />

d’identificarsi con ciò che ha creato o ha tentato di creare. Il segreto, per tutti gli aspiranti, è di<br />

coltivare l’atteggiamento dello spettatore e dell’osservatore silenzioso; permettetemi di<br />

sottolineare la parola silenzioso. Gran parte del vero lavoro magico finisce nel nulla perché il<br />

lavoratore e costruttore con la materia non è riuscito a mantenere il silenzio. Parlando<br />

prematuramente e troppo, egli uccide ciò che ha tentato di creare, il figlio del suo pensiero è<br />

nato morto. Tutti coloro che operano nel campo mondiale dovrebbero riconoscere la necessità<br />

di un silenzioso distacco e il compito che attende ogni studente che legga queste Istruzioni<br />

consiste nel coltivare un atteggiamento distaccato. È un distacco mentale che permette al<br />

pensatore di dimorare sempre nell’alto luogo segreto e da quel centro di pace, con calma e<br />

potenza, eseguire il lavoro che si è prefisso. Egli opera nel mondo degli uomini; egli ama,<br />

conforta e serve; non presta attenzione alle simpatie o antipatie della personalità, o ai suoi<br />

pregiudizi e attaccamenti; egli è come una roccaforte e una mano salda, tesa nel buio a tutti<br />

coloro con cui viene in contatto. Il coltivare un atteggiamento di distacco dal punto di vista<br />

personale e d’attaccamento in senso spirituale reciderà la vita dell’uomo proprio alle sue<br />

radici; ma ciò che viene tolto sarà reso mille volte tanto.<br />

Molto si è scritto sull’attaccamento e sulla necessità di coltivare il distacco. Data l’urgenza<br />

della situazione attuale, vorrei pregare tutti gli studenti di smettere di leggere e riflettere con<br />

aspirazione sul distacco e cominciare ad applicarlo e dimostrarlo. (4-559/60).<br />

(2) È solo in uno spirito di vero distacco che si svolge il miglior lavoro del discepolo. Il<br />

discepolo giunge a capire che, grazie al suo distacco, egli è (per il resto della sua vita)<br />

semplicemente. Per lui non esiste altro che costante lavoro e continua associazione con altri.<br />

Può essere per sua natura una persona isolata, con un ardente desiderio di solitudine, ma ciò<br />

non conta; è il prezzo che deve pagare per l’opportunità di affrontare le necessità del<br />

momento. (5-55).<br />

(3) La fatica fisica non inficia necessariamente la sua utilità. A molti accade che il lavoro sia<br />

ostacolato dalle condizioni fisiche, perché la loro attenzione finisce per concentrarsi sullo<br />

stato fisico indesiderabile; ma spesso i discepoli hanno la singolare capacità di continuare a<br />

lavorare qualsiasi cosa accada loro fisicamente. Il cervello può riflettere la vita mentale con<br />

tanta chiarezza che essi non saranno essenzialmente influenzati da alcuna condizione esterna.<br />

Il discepolo impara a vivere con le sue deficienze fisiche in condizioni avverse e il suo lavoro

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