RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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energia e vitalità si trovano in ogni atomo manifesto; la Sua essenza dimora in tutte le forme.<br />
Questo noi chiamiamo lo Spirito, tuttavia Lui Stesso non è quelle forme, così come l’uomo sa<br />
di non essere i suoi corpi. L’uomo sa di essere una volontà, un proposito, e mentre<br />
progredisce nell’evoluzione, quel proposito e quella volontà gli divengono sempre più<br />
coscientemente definiti. Così è per il Logos planetario ed il Logos solare. Essi dimorano<br />
all’interno, e tuttavia sono all’esterno, dello schema planetario o del sistema solare. (3-1136).<br />
(3) Solo quando l’essere umano comprende se stesso può giungere alla comprensione della<br />
totalità che chiamiamo Dio. (4-29).<br />
(4) Se Dio Trascendente esiste in eterno non può essere conosciuto e accostato correttamente<br />
che tramite Dio Immanente - immanente nell’individuo, nei gruppi, nei popoli, nelle<br />
istituzioni e nelle religioni, nell’umanità e nella stessa Vita planetaria. (10-162).<br />
(5) Da questa “divina indifferenza” dipende il tentativo di descrivere il “Puro Essere” o Dio e<br />
dallo sforzo di comprenderne in qualche misura la natura si è sviluppata la formula della<br />
negazione: Dio non è questo, non è quello; non è alcuna cosa; non è tempo né spazio; non è<br />
sentimento né pensiero, ma semplicemente È. Dio È. (10-244).<br />
(6) Il fatto di Dio sarà dimostrato e avrà termine l’incertezza degli uomini a tale riguardo. Non<br />
sarà un’invenzione dell’immaginazione creativa dell’uomo, né un’estensione della sua<br />
coscienza, bensì la Divinità della vita essenziale, somma di tutte le energie… sarà sicuramente<br />
un Dio trascendente, ma nello stesso tempo anche immanente in tutta certezza, un Dio di tale<br />
immensità che i cieli lo proclameranno, e così intimo che il più umile dei fanciulli potrà<br />
riconoscerlo.<br />
… Dio sarà visto e conosciuto fuori della carne, eppure con l’occhio della visione interiore Lo<br />
si potrà scorgere anche dimorando nella carne. Non si può vedere la Divinità con l’occhio<br />
fisico, anche se il Suo segno è ovunque. Esiste un occhio che si può sviluppare e usare, che<br />
consentirà di vedere Dio operante nel mondo interiore della Vita, entro Se stesso e in ogni<br />
forma, poiché “quando il tuo occhio sarà singolo, tutto il tuo corpo sarà pieno di luce”. In<br />
quella luce vedremo la luce, e dunque Dio. (14-182).<br />
(7) Descrivere in modo adeguato la meraviglia e il destino del regno umano supera le mie<br />
possibilità, e quelle di qualsiasi altro scrittore, per quanto eccelsa possa essere la<br />
comprensione dell’uomo o la sua risposta alla bellezza del mondo di Dio. La divinità, per<br />
essere compresa, deve essere vissuta, espressa e manifestata. Per essere compreso in senso<br />
intellettuale, Dio deve essere amato, conosciuto e rivelato nel cuore e nel cervello dell’uomo.<br />
(14-313).<br />
(8) Abbiamo parlato di Dio in termini di Persona e quindi usato il pronome e l’aggettivo Egli<br />
e Suo. Se ne deve di conseguenza dedurre che trattiamo di una Personalità meravigliosa<br />
chiamata Dio, e che quindi apparteniamo alla scuola di pensiero detta antropomorfica? La<br />
dottrina Buddista non riconosce alcun Dio o Persona. È dunque errato o giusto questo modo<br />
d’impostare la questione? Soltanto il comprendere l’uomo come espressione divina nel tempo<br />
e nello spazio può spiegare questo mistero.<br />
Entrambe le scuole di pensiero sono nel giusto e non si contraddicono. La verità comincia<br />
ad apparire quale è, sia pure vagamente, nella loro sintesi e fusione. Vi è un Dio Trascendente<br />
il quale, “avendo pervaso l’intero universo con un frammento di Sé”, può ancora dire: “Io<br />
permango”. Vi è un Dio Immanente la cui Vita è la sorgente dell’attività, dell’intelligenza,<br />
dello sviluppo e dell’attrazione di ogni forma in tutti i regni della natura. Allo stesso modo<br />
esiste in ogni uomo un'anima trascendente che, quando il ciclo di vita sulla terra ha fatto il suo<br />
corso e il periodo di manifestazione è terminato, torna ad essere il non manifesto e il senza<br />
forma, e può dire anch’essa: “Io rimango”. Nella forma e durante la manifestazione l’unico<br />
modo in cui la mente e il cervello umano possono esprimere il riconoscimento della vita<br />
divina condizionante è di ricorrere ai termini di Persona, di Individualità. Ecco perché<br />
parliamo di Dio come Persona, della Sua volontà, della Sua natura e della Sua forma.<br />
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