RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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affiliato, ed è sempre più consapevole della impersonalità spirituale dei suoi membri, che a lui<br />
sembra quasi una forma di freddezza e che non alimenta in alcun modo gli elementi di natura<br />
personale; perciò egli soffre. Quelli che sono stati lasciati indietro e che facevano parte della<br />
sua vecchia vita, non comprendono affatto la sua fondamentale (anche se non perfetta)<br />
impersonalità. Il loro atteggiamento, suscita in lui, se percepito, risentimento e critica; egli si<br />
rende conto che questi ultimi non sono giusti, ma a questo stadio sembra incapace di evitarli,<br />
mentre coloro ch’egli critica cercano di demolirlo o (almeno) di far sì che si senta disprezzato<br />
e a disagio.<br />
Negli stadi iniziali egli si protegge da coloro che ha lasciato indietro, ritirandosi e<br />
mantenendo un silenzio superfluo e non opportuno. Impara a penetrare nella coscienza del suo<br />
nuovo gruppo sforzandosi strenuamente di sviluppare la capacità d’impersonalità spirituale<br />
dei suoi membri. Sa che dovrà conseguirla, e quando vi perviene scopre che questa<br />
impersonalità non si basa sull’indifferenza o sulla preoccupazione, come aveva pensato, ma<br />
su una profonda comprensione, su una focalizzazione dinamica sul servizio mondiale, su un<br />
senso delle proporzioni e su un distacco che rende possibile il vero aiuto. Così la porta e il<br />
passato sono lasciati alle spalle. San Paolo tentò di esprimere quest’idea quando disse:<br />
“Dimenticando le cose del passato, affrettatevi verso il premio della vostra elevata vocazione<br />
in Cristo”. Richiamo la vostra attenzione sul vocabolo “vocazione”. (18 – 72/3).<br />
(3) Potreste ora domandare se esista un metodo unico per avvicinarsi a questa meta, che pare<br />
impossibile. Certo: è la pratica costante dell’impersonalità, insieme all’atteggiamento di<br />
indifferenza per i desideri, i contatti e i fini personali. L’impersonalità è poco compresa, e<br />
anche quando coltivata da aspiranti bene intenzionati ha una base egoistica. Riflettete su ciò e<br />
cercate di conseguirla con l’oblio di voi stessi e decentrando il punto focale della coscienza<br />
dalla personalità (ove è abitualmente fissato) all’anima vivente e amorevole. (5 – 82).<br />
(4) È soprattutto e tecnicamente compito del Maestro evocare la risposta diretta e la reazione<br />
cosciente del discepolo, d’essere impersonale nei rapporti, sia con Lui che con i condiscepoli;<br />
è questo il primo passo verso l’amore e la comprensione spirituali. Lo sforzo di molti sinceri<br />
discepoli è generalmente teso ad amarsi scambievolmente e con ciò (secondo una vecchia<br />
similitudine) “pongono il carro davanti ai buoi”. Dovrebbero piuttosto ricercare<br />
l’impersonalità nei rapporti poiché, con l’impersonalità, la critica scompare e l’amore<br />
affluisce. (5 – 737). Vedere anche: “Distacco” e “Indifferenza”<br />
84<br />
INCARNAZIONE<br />
(1) Il sentiero dell’incarnazione non è rapido... l’Ego discende assai lentamente e prende<br />
gradatamente possesso dei suoi veicoli; quanto meno evoluto è l’individuo, tanto più lento è il<br />
processo. Qui parliamo del periodo di tempo che trascorre dopo che l’Ego ha iniziato il primo<br />
passo verso la discesa, e non del tempo che intercorre tra due incarnazioni. L’Ego… in un<br />
periodo tra il quarto e il settimo anno d’età, realizza il suo contatto con il cervello fisico del<br />
bambino. (3 – 787).<br />
(2) Un’incarnazione è un periodo precisamente determinato (dall’angolo dell’anima) in cui<br />
Esperimento, Esperienza ed Espressione sono le note fondamentali di ciascuna incarnazione.<br />
Ogni incarnazione successiva continua l’esperimento, approfondisce l’esperienza e pone<br />
l’espressione in più stretto rapporto con la latente divinità che si deve rivelare. (18 – 337).<br />
Vedere anche: “Reincarnazione”.<br />
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