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RIFLETTICI - Istituto Cintamani

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costante e orientamento spirituale, oltre alle non comuni qualità d’innocuità positiva e occhio<br />

aperto che può vedere, a volontà, nel mondo della realtà. (4-583).<br />

(10) Informarsi sulla Via. Uno dei Maestri ci ha detto che un’intera generazione di ricercatori<br />

può produrre un solo adepto. Perché dovrebbe essere così? Per due ragioni:<br />

In primo luogo, il vero ricercatore è colui che si avvale della saggezza della sua generazione,<br />

è il miglior prodotto del periodo in cui vive eppure, è sempre insoddisfatto e il suo desiderio<br />

interiore di saggezza rimane inappagato. Gli sembra che esista qualcosa di più importante<br />

della conoscenza e qualcosa di ben più grande dell’esperienza accumulata nella sua epoca e<br />

nel periodo in cui vive. Egli riconosce la possibilità di un ulteriore passo avanti e cerca di<br />

compierlo per aggiungere una nuova conquista a quelle già ottenute dai suoi predecessori.<br />

Nulla lo soddisfa finché non trova la Via e nulla appaga il desiderio che arde al centro del suo<br />

essere, all’infuori di ciò che si trova nella casa del Padre. Egli è ciò che è perché ha calcato<br />

tutte le vie minori e le ha trovate insoddisfacenti, si è assoggettato a molte guide solo per<br />

trovarle “ciechi che guidano altri ciechi”. Null’altro gli rimane se non divenire la guida di se<br />

stesso e trovare da solo la propria via verso casa. Nella solitudine, sorte d’ogni vero discepolo,<br />

nascono la conoscenza di se stesso e la fiducia in se stesso che lo renderanno idoneo a<br />

divenire a sua volta un Maestro. Questa solitudine non è dovuta ad alcun spirito di<br />

separazione, ma alle condizioni della Via stessa. Aspiranti, tenete ben presente questa<br />

distinzione!<br />

In secondo luogo, il vero ricercatore dispone di un raro tipo di coraggio, che consente a chi lo<br />

possiede di non vacillare mai e di far risuonare chiara la propria nota anche in mezzo al<br />

tumulto del mondo. I suoi occhi sono addestrati a vedere oltre le nebbie e i miasmi della terra,<br />

a quel centro di pace che nessun evento terreno può turbare; il suo orecchio attento e<br />

addestrato, avendo colto un sussurro della Voce del Silenzio, è mantenuto in sintonia con<br />

quell’alta vibrazione ed è quindi sordo alle seducenti voci minori. Anche questo fatto è causa<br />

di solitudine e determina quel riserbo, avvertito dalle anime meno evolute quando si trovano<br />

in presenza di coloro che avanzano in testa.<br />

Viene a crearsi una situazione paradossale, perché al discepolo si dice di informarsi sulla Via,<br />

ma non c’è nessuno che possa dargli indicazioni. Coloro che conoscono la Via non possono<br />

parlare, poiché sanno che il Sentiero deve essere costruito dall’aspirante, come il ragno tesse<br />

la sua tela, dal centro del proprio essere… . Obbedire agli impulsi interni dell’anima…<br />

Non è un compito facile né lusinghiero cercare di conoscere se stessi e scoprire che anche il<br />

servizio reso e il nostro desiderio di studiare hanno forse un’origine fondamentalmente<br />

egoistica e poggiano sul desiderio di liberazione o sull’avversione per la monotonia della vita<br />

quotidiana. Colui che cerca di ubbidire agli impulsi dell’anima deve coltivare l’accuratezza<br />

nell’esaminarsi e la sincerità verso se stesso, ciò che ai nostri giorni è ben raro. Egli dica a se<br />

stesso: “Devo essere sincero con il mio Sé” e nell’intimità della sua vita, nel segreto della sua<br />

meditazione non cerchi mai attenuanti alle sue colpe o scuse ai suoi difetti. Impari ad<br />

analizzare le proprie parole e azioni, i propri moventi e a chiamare le cose con il loro vero<br />

nome. Soltanto così si eserciterà alla discriminazione spirituale e imparerà a riconoscere la<br />

verità in tutte le cose. Soltanto così si perviene alla realtà e si conosce il vero Sé.<br />

Non tener conto delle prudenti considerazioni della scienza e sagacia terrene. Se l’aspirante<br />

deve coltivare la capacità di camminare da solo, se deve sviluppare la facoltà di essere sincero<br />

in tutte le cose, ha pure bisogno di coltivare il coraggio. Egli dovrà necessariamente<br />

contrastare l’opinione del mondo, anche nella sua espressione migliore, e ciò accadrà assai di<br />

frequente. Deve imparare a fare la cosa giusta, secondo il proprio modo di vedere e le proprie<br />

conoscenze, noncurante delle opinioni anche dei personaggi più importanti e quotati della<br />

Terra. Deve dipendere da se stesso e dalle conclusioni cui è giunto nei momenti di comunione<br />

e illuminazione spirituale. È a questo punto che molti aspiranti falliscono. Essi non fanno<br />

veramente il meglio; essi non riescono ad agire esattamente come detta la loro voce interiore;<br />

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