RIFLETTICI - Istituto Cintamani
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eclamano. Chiediamo la vostra attività e capacità di raggiungere coloro che potete<br />
avvicinare. È il vostro denaro che ci occorre per raggiungere gli uomini che aspettano. La<br />
vostra meditazione e l’intensa cooperazione interiore costruiranno il canale tramite cui lo<br />
spirito di pace potrà operare e potranno entrare le forze della luce. La Gerarchia attende. Ha<br />
fatto quanto poteva secondo la Sua opportunità. Il Cristo attende in silenzio, attento al lavoro<br />
che concreterà la Sua opera in terra, e gli permetterà di terminare l’opera compiuta duemila<br />
anni or sono in Palestina. Il Buddha si libra sul pianeta, pronto a compiere la Sua parte, se<br />
l’umanità gliene darà l’occasione. Vi prego di notare quanto ho detto. Tutto dipende dalla<br />
giusta azione degli uomini di buona volontà. (15-750/1)<br />
(6) Questa è l’ora della massima occasione per l’umanità, e se supererà (con la forza<br />
dell’anima) questo male presente, la sua evoluzione sarà accelerata oltre quanto si credeva<br />
possibile. Sarà una liberazione, iniziata e conseguita da essa stessa, e che tanto conta nella vita<br />
dell’umanità quanto in quella del singolo discepolo. Questa occasione non deve andare<br />
perduta; i valori spirituali ed eterni conquistati sono assai più importanti che l’angoscia<br />
temporanea.<br />
Quando pensate a Noi, nei Nostri cosiddetti sicuri rifugi, non potete immaginare come la<br />
capacità d’identificarsi con il dolore del mondo, e la sensibilità all’infelice condizione umana,<br />
facciano del Nostro compito di sostegno una suprema angoscia spirituale. Noi comprendiamo<br />
le profondità di reazione umane, perché siamo una cosa sola con tutti gli uomini. È inclusività<br />
assai maggiore che non possiate comprendere, e può essere espressa solo dicendo<br />
“identificazione”. La Gerarchia ha bisogno del saldo appoggio di tutti i discepoli, del loro<br />
amore costante, della lealtà, della risposta incondizionata alle necessità umane per portare più<br />
agevolmente il pesante fardello del Karma umano che Essa porta volontariamente.<br />
Lo farete? Volete aiutare il Nostro lavoro in ogni possibile modo, tanto come personalità<br />
dedicate al servizio, che come anime sulla Via illuminata? L’umanità ha bisogno d’amore e di<br />
luce, la Gerarchia ha bisogno di canali e di collaboratori in Terra, e ciò può trarre da voi tutto<br />
quel che avete da dare ed evocare l’anima (unica vera ricompensa del discepolo) nel potere e<br />
nell’amore. E così sarà, se dimenticherete il sé minore. (5-101)<br />
(7) Il discepolo procede di stadio in stadio, da luce a luce, da percezione a percezione, da<br />
forza ad energia, dalla polarizzazione personale all’integrazione egoica e quindi dall’anima<br />
allo spirito, dalla forma alla vita. Ha esplorato tutte le vie della conoscenza; è disceso nelle<br />
profondità, nell’inferno e nelle valli; ha scalato il monte dell’iniziazione, e da quella vetta si è<br />
lanciato oltre lo spazio e il tempo; ha perduto ogni interesse per sé ed è un punto focale di<br />
pensiero nella mente di Dio. Posso dirvi di più? Credo di no, fratelli miei. E così pongo fine a<br />
questa serie d’istruzioni: la mia responsabilità in proposito è terminata. Ora comincia la<br />
vostra. (5-773)<br />
(8) Tutto quel che spero e per cui prego è che la vostra volontà individuale possa fondersi<br />
nella volontà divina, che la rivelazione aumenti sempre più, e che percorriate con accresciuta<br />
risoluzione il Sentiero che va dalle tenebre alla luce e dalla morte all’immortalità. (18-718)<br />
(9) Possano l’amore e la luce risplendere sul vostro cammino, e possiate a tempo debito e col<br />
minimo indugio possibile stare davanti all’iniziatore e raggiungere le file di Coloro Che —<br />
attivamente e coscientemente — amano i Loro simili, lavorano come Energie ricostruttrici e<br />
rigeneratrici e per sempre — SERVONO.<br />
Firmo col mio nome, quale Maestro Djwhal Khul, perché la mia identità è stata rivelata.<br />
288<br />
IL TIBETANO. (18-738)