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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

del resto in ogni ricerca le risposte che, secondo l’intervistato, possono dare adito a interpretazioni<br />

negativamente connotate tendono ad essere sotto-rappresentate 7 .<br />

E, in effetti, quello, più ampio, dei collegamenti tra esperienza volontaria e inserimento lavorativo è<br />

un punto delicato, su cui a volte nello stesso senso comune si tende a formulare giudizi sbrigativi.<br />

Desiderare di “fare del volontariato il proprio lavoro”, o di “fare volontariato per cercare un<br />

lavoro” sono alcune formule che possono riassumere una pluralità di percorsi differenti.<br />

Percorsi che diventano plausibili ed effettivamente più frequenti in un contesto segnato da una parte<br />

dal processo di professionalizzazione che investe una porzione del mondo del volontariato 8 e,<br />

dall’altra, dai cambiamenti che interessano il mercato del lavoro.<br />

Secondo noi è dunque necessario tenere separati gli aspetti della professionalizzazione delle<br />

associazioni, che è un fenomeno su cui è necessario ragionare, valutandone gli aspetti positivi e quelli<br />

problematici; e quello di un coinvolgimento individuale nel volontariato che si può accompagnare (o<br />

può condurre) al desiderio di svolgere un’attività lavorativa coerente con tale impegno.<br />

Ci limitiamo ad osservare, per chiarire una volta di più che non intendiamo formulare alcun giudizio<br />

di valore su questo punto che spesso, alla base di tali scelte, sono sottese forti motivazioni.<br />

I percorsi, poi, che possono portare a collegare l’impegno volontario e quello retribuito sono<br />

assolutamente eterogenei.<br />

Ci limitiamo qui a mettere a confronto due possibili percorsi, che emergono dalle interviste che<br />

abbiamo effettuato: il primo è quello dell’intervistata di cui abbiamo riportato sopra la testimonianza,<br />

che ci mostra come un periodo di volontariato possa essere interpretato, talvolta, un po’ come <strong>uno</strong><br />

stage. Questo può accadere soprattutto in quelle associazioni dove ai volontari si affiancano<br />

dipendenti, e dove spesso il reclutamento dei dipendenti avviene proprio tra le file dei volontari.<br />

Si decide di fare volontariato, in alcuni casi, pensando che questo possa offrire o aumentare le<br />

proprie possibilità di lavorare in quell’associazione oppure in quel settore di intervento – e non<br />

necessariamente in quella particolare organizzazione: in questo secondo caso il volontariato serve, tra<br />

le altre cose, per il “curriculum”.<br />

Un’altra volontaria ci parla di un percorso decisamente diverso. Il coinvolgimento nel mondo del<br />

volontariato, qui, è un’esperienza che non ha altri obiettivi di quelli che l’associazione o, meglio, le<br />

associazioni, si pongono.<br />

A parlare è Luana, una ragazza che, pur essendo molto giovane, ha incontrato diverse esperienze di<br />

impegno volontario.<br />

108<br />

“Sì, sono stata da Oreste Benzi a Rimini, con la comunità Papa Giovanni, poi perché ho fatto,<br />

fin da piccola, l’Azione Cattolica, quindi bene o male ho colto tutto quello che potevo dal<br />

volontariato… poi, qua a C. c’è il Centro Giovanile Missionario, che lavora anche con la<br />

Caritas, quindi stavo un po’ lì, alla mensa del povero, ho fatto un po’ di cosucce… (…)<br />

frequentavo i missionari saveriani…” (intervista 22, Luana, 19 anni)<br />

Ora, da un anno e mezzo, è attiva nell’associazione che abbiamo incluso nel nostro campione; è<br />

entrata, poco dopo, nel consiglio direttivo, anche se ha dovuto limitare il suo contributo, a livello<br />

dirigenziale, dopo essersi trasferita in un’altra città per frequentare l’università. E ora, in questa<br />

7 Nelle scienze sociali si parla di “desiderabilità sociale” per spiegare l’atteggiamento dell’intervistato che, di<br />

fronte a determinate domande, può distorcere la realtà cercando di adeguare le sue risposte a quelli che interpreta<br />

essere i valori dell’intervistatore. Si tratta di un problema che emerge quando si cerca di sondare atteggiamenti<br />

su questioni controverse, specie se si tratta di opinioni devianti rispetto al sentire dominante. Tipici esempi<br />

possono essere il favore per la pena di morte, oppure il voto per partiti che sostengono questioni particolarmente<br />

controverse (per esempio partiti neo-populisti, con contenuti apertamente xenofobi o anti-democratici).<br />

8 Si veda, più nel dettaglio, il paragrafo 2.7 su questo volume.

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