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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

Prefazione: Le missioni e le professioni del<br />

volontariato<br />

di Luigi Ceccarini e Ilvo Diamanti<br />

Le diverse facce del volontariato<br />

Parlare di “volontariato” evoca diverse immagini, diverse situazioni, diverse esperienze. Dipende da<br />

che punto di vista lo si considera. E’, indubbiamente, un concetto polisemico. Dai molti significati.<br />

Che corrispondono a contesti e realtà, talora, davvero e profondamente differenti.<br />

Il “volontariato”, da un punto di vista soggettivo, significa, perlopiù, “azione volontaria”. Sottolinea,<br />

cioè, una scelta di impegno, comunque di sostegno, caratterizzata da gratuità e altruismo. E’ la<br />

traduzione del “dono” nell’esperienza di vita individuale.<br />

Per analogia, lo stesso concetto può essere utilizzato in senso collettivo e organizzativo. Per intendere<br />

i gruppi e le associazioni che riuniscono e mobilitano l’azione volontaria degli individui,<br />

finalizzandola a <strong>uno</strong> scopo comune. Il “volontariato”, in questo caso, serve ad indicare un gruppo, ma<br />

anche l’insieme dei gruppi; oppure l’insieme dei gruppi e delle persone, che, anche individualmente,<br />

fanno “volontariato”.<br />

Il “volontariato”, però, anche per questo, può essere usato per intendere le organizzazioni, strutturate<br />

e ampie, che, effettivamente, operano nel “terzo settore”. Pur non riassumendolo interamente e<br />

distinguendosi per la gratuità delle prestazioni. Si muove fra pubblico e privato; tra la solidarietà e il<br />

mercato. Organizzazioni tanto importanti e tanto grandi che, appunto, diventa difficile distinguerle<br />

dall’<strong>uno</strong> o l’altro dei due settori tradizionali. Perché sono pubblico e privato, al tempo stesso. E,<br />

soprattutto, stanno nel mercato senza rinunciare alla solidarietà. Il fatto è che si tratta di una realtà<br />

molto stratificata, molto differenziata.<br />

Può comprendere la piccola associazione che si occupa di sostegno alle persone svantaggiate, grazie<br />

all’organizzazione del tempo libero e gratuito di persone che lavorano normalmente e regolarmente;<br />

accanto alle grandi ONG le quali - certamente non assimilabili al volontariato come lo intendiamo in<br />

questo lavoro – gestiscono, in ambito internazionale, grandi progetti di ricostruzione o di<br />

integrazione, in Paesi devastati dalla fame e dalle guerre. Possono, quindi, almeno in una certa<br />

misura, riassumere, nella stessa definizione la persona che dedica qualche ora del suo tempo ogni<br />

settimana al servizio degli altri e i supermanager che viaggiano da un paese all’altro in jet, valigetta<br />

diplomatica e palmare. Coloro che nulla percepiscono accanto ad altri che hanno stipendi elevati e<br />

gestiscono risorse molto, molto ingenti.<br />

Perché “volontariato”, in senso estensivo, è davvero tutto questo. E’ azione solidale, gratuita,<br />

quotidiana, spesa al servizio degli altri; è sistema di organismi, gruppi, che fanno impegno,<br />

formazione, servizio, a diverso livello; e, per questo, si dotano di personale stabile, di manager,<br />

specialisti. I quali – manager, specialisti, funzionari - spesso provengono dall’impegno gratuito e<br />

quotidiano, all’interno dell’associazionismo. E per questo si considerano per sempre tali: volontari al<br />

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