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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Presentazione<br />

E’ con viva soddisfazione che scrivo queste brevi righe che hanno l’obiettivo di introdurvi e<br />

prepararvi alla lettura delle pagine che seguono. Il presente lavoro è infatti frutto di un percorso<br />

lungo, faticoso, talvolta difficile che ci ha portato però a realizzare un’opera che ritengo non abbia<br />

precedenti nella letteratura dedicata al volontariato marchigiano. Ho la fiducia di ritenere che questa<br />

pubblicazione contenga stimoli e contributi che possono rappresentare preziose opportunità sulla via<br />

di una continua qualificazione e sviluppo del volontariato marchigiano. O almeno questo è stato<br />

sempre l’intento che ci ha guidati in tutto il percorso di lavoro. Sarei ancor più lieto se alcuni<br />

contenuti della pubblicazione fossero in grado di suscitare un confronto sincero e costruttivo,<br />

comunque finalizzato a sostenere il volontariato nelle sfide che si trova ad affrontare. Sfide che<br />

riguardano la capacità di intervenire con efficacia nelle emergenze e nelle situazioni di disagio ma<br />

soprattutto la consapevole assunzione, da parte delle associazioni, del ruolo politico di advocacy che<br />

si sostanzia nella denuncia dei diritti negati, promozione e tutela di quelli esistenti e partecipazione<br />

attiva alle scelte pubbliche e che in ultima analisi risulta essere il primo ed essenziale obiettivo<br />

dell’attività di volontariato. In tale ottica sarà prioritario che le associazioni siano in grado di<br />

garantire un’attiva e qualificata partecipazione alla programmazione, realizzazione e valutazione<br />

delle politiche territoriali in concorso con gli altri soggetti coinvolti. Questa sarà infatti la frontiera su<br />

cui il volontariato dovrà sempre più misurarsi: la capacità di rifiutare il ruolo di mero erogatore di<br />

servizi, per sua natura condizionato dalla precarietà delle risorse umane ed economiche, e soprattutto<br />

quello di tappabuchi delle deficienze ed inefficienze delle istituzioni (o peggio di manodopera a costo<br />

zero), per divenire un soggetto attivo nella programmazione, gestione e valutazione degli interventi<br />

sul territorio. Un volontariato che dovrà però essere capace di esprimere una strategia comune di<br />

partecipazione e di intervento evitando i rischi della frammentazione e dell’autoreferenzialità.<br />

Ed è stata questa la stella polare che ha guidato il lavoro presentato in queste pagine.<br />

Nella prima parte sono illustrate le principali evidenze quantitative e qualitative emerse dall’indagine<br />

nazionale condotta dall’Istat sulle organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale del<br />

volontariato nel 2003. In particolare sono illustrati i dati riferiti alle <strong>Marche</strong>, elaborati dal Sistema<br />

Informativo Statistico della Regione <strong>Marche</strong> in collaborazione con l’Osservatorio regionale per le<br />

Politiche Sociali. In tale contesto l’ultimo paragrafo presenta invece alcuni dati di sintesi al 31<br />

dicembre 2005, in possesso del Centro di Servizio per il Volontariato, e riferiti all’universo del<br />

volontariato marchigiano sia iscritto che non al registro regionale.<br />

La seconda parte presenta invece il rapporto di ricerca “Volontariato e Motivazioni” realizzato, su<br />

incarico e coordinamento del Centro di Servizio per il Volontariato, da LaPolis (Laboratorio di Studi<br />

Politici e Sociali) dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. L’indagine ha avuto l’obiettivo<br />

prioritario di capire come tra le organizzazioni di volontariato marchigiane, vengono reclutati, inseriti<br />

e sostenuti, sia dal punto di vista operativo che motivazionale, i cittadini disponibili a coinvolgersi in<br />

iniziative di solidarietà. Ciò al fine di migliorare i percorsi di accompagnamento dei nuovi volontari,<br />

dentro le organizzazioni di volontariato e nel contempo sviluppare servizi, che sostengano le<br />

organizzazioni nella costruzione di buone modalità di intervento. Attraverso un approccio qualitativo,<br />

che si è sostanziato in interviste dirette semi-strutturate a volontari “anziani”, volontari “nuovi”, ex-<br />

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