uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />
metterla, la do a te che sei qui da tanto tempo, io fra 8 ore me ne vado… Anche se dici: “Chi te<br />
lo fa fare?” Chi te lo fa fare?” (intervista 10, Clara, 36 anni)<br />
In queste parole ritroviamo prima di tutto la consapevolezza che questo “sistema” – qui inteso come<br />
“le motivazioni” - del volontariato comincia a funzionare dopo che lo si ha provato, o, meglio, dopo<br />
che si ha provato un’esperienza toccante.<br />
Ma ritroviamo, più avanti, un altro elemento significativo che getta un po’ di luce sulla natura delle<br />
motivazioni dell’intervistata. C’è una certa insistenza sul gruppo, sul fatto di fare queste cose “tutti<br />
insieme”, che richiama gli “incentivi di solidarietà” cui abbiamo fatto cenno prima; ma, ad una lettura<br />
più attenta, possiamo notare un certo senso di stupore, di sorpresa, per il fatto che tutti insieme,<br />
nonostante ogn<strong>uno</strong> abbia sfere, occupazioni e preoccupazioni private, ci si è preoccupati di una terza<br />
persona.<br />
Stesso senso di stupore che riaffiora nell’episodio che racconta subito dopo, quello di un gesto<br />
semplicissimo come il dare la propria giacca ad un’altra persona che ha freddo, disinteressatamente.<br />
Questo senso di stupore sembra indicare che l’incontro con il volontariato è stata un’esperienza<br />
toccante, a cui si vuole dare seguito, anche perché attraverso il volontariato si sono (ri)trovati valori e<br />
significati diversi da quelli comuni.<br />
Sembra esserci una tensione dialettica, un confronto costante, in queste parole, tra la razionalità<br />
prevalente fuori dal mondo del volontariato, che si manifesta in queste domande ripetute, “Perché lo<br />
fai? Perché lo fai?”, e poi “Chi te lo fa fare? Chi te lo fa fare?”, e la gratuità dell’azione volontaria.<br />
Due logiche che cozzano tra di loro, una dominata dall’egoismo, dal tornaconto personale e, dall’altra<br />
parte, il volontariato come regno di valori diversi e contrapposti.<br />
L’impegno nel volontariato diventa qui (ri)scoperta e (ri)affermazione della gratuità, dell’altruismo<br />
disinteressato: riscoperta e riaffermazione di significato.<br />
Negli altri due casi che vorremmo richiamare un fattore che ha inciso molto, nell’avvicinamento al<br />
volontariato, è quello della disponibilità di tempo, e del desiderio di fare un’esperienza stimolante<br />
anziché annoiarsi o imbruttirsi nel molto tempo libero.<br />
Si tratta, in realtà, di persone molto diverse: Irma, una signora di 62 anni, che ha recentemente<br />
cessato l’attività lavorativa; e Raffaella, una giovane donna di 36, che fa un lavoro part-time e ha tutti<br />
i pomeriggi liberi.<br />
Nessuna delle due aveva conosciuto in precedenza esperienze di volontariato; e, per entrambe,<br />
l’avvicinamento è stato dettato, in buona misura, da circostanze esterne.<br />
“No, non ci sono amici o parenti… a me il dottor G. (il presidente dell’associazione, NDR) mi<br />
ha chiamato, perché ci conoscevamo già, sapeva che ero in pensione…” (intervista 11, Irma, 62<br />
anni)<br />
“Allora, mi aveva detto mia sorella che aveva fatto il test… aveva mandato il curriculum per<br />
fare questo corso per volontari, e poi io ho una marea di tempo libero, perché lavoro solo la<br />
mattina, quindi ho tutti i pomeriggi liberi, quindi ho detto “lo faccio”… (…) Io sinceramente<br />
quando ho cominciato a fare il corso ti dico la verità ho cominciato perché avevo una marea di<br />
tempo libero, era un periodo che stavo rincoglionendo davanti al computer, per cui ho pensato<br />
“andare in ospedale, a fare il clown, è una cosa carina” (intervista 24, Raffaella, 36 anni)<br />
Il primo brano è estratto dall’intervista con una signora che si è avvicinata al volontariato,<br />
effettivamente, perché esplicitamente invitata dal presidente di un’associazione. Questo è il canale di<br />
reclutamento abituale di questa OdV: trattandosi di un’organizzazione che svolge attività di<br />
assistenza domiciliare a malati terminali, richiede personale molto motivato e con specifiche<br />
competenze, con esperienza.<br />
È soprattutto il presidente, quindi, che propone agli infermieri, quando questi vanno in pensione, di<br />
assumersi questo impegno.<br />
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